Los Cabos (Messico) – E’ sfumato l’incontro ristretto tra il presidente Usa Obama e i leader europei Merkel, Monti e Hollande con il presidente della Commissione Ue Barroso e del Consiglio europeo Van Rompuy che avrebbe dovuto tenersi in serata, dopo la cena di lavoro del G20, al margine dei lavori del summit.
Secondo quanto si apprende, la riunione sarebbe saltata per il protrarsi della cena dei lavori del vertice, cui hanno partecipato tutti i capi di Stato e di governo: spiegazione confermata da fonti della Casa Bianca.
“La cena in giornata ha subito dei ritardi, pertanto il meeting sull’Eurozona, previsto per questa notte, è stato rimandato”, hanno detto alcuni funzionari della Casa Bianca. “Il Presidente sarà disponibile per ulteriori incontri durante il summit nella giornata di domani”.
Secondo fonti tedesche, invece, e’ stata la Merkel a chiedere il rinvio. La cancellazione del meeting non sarebbe dunque altro che l’ennesima prova del nove delle tensioni che si sono presentate nell’incontro del G20, in generale tra gli Stati Uniti, che chiedono maggiori interventi da parte dell’Europa, e i leader europei, che non vogliono prendere lezioni dagli americani.
In questo contesto, si accentua l’isolamento di Merkel, che ripete ormai quasi meccanicamente il suo no a quella soluzione degli eurobond che viene auspicata non solo da molti leader europei, ma anche da molti economisti.
E se c’è chi spiega la cancellazione con il prolungarsi della cena e della discussione sull’Europa con tutti i leader, nel formato a 20, sono in molti a scommettere che dietro il mancato appuntamento ci siano le tensioni emerse nelle ultime ore tra le due sponde dell’Atlantico. Secondo le anticipazioni sul documento finale”un piano di azione per la crescita e i posti di lavoro” – per contrastare la crisi dell’Eurozona e scongiurare i rischi di contagio- e un aumento del ‘firewall’ anticrisi sono l’impegno preso dai leader del G20. Con l’accento sulla crescita, ha prevalso la linea degli Usa e dei Paesi Brics, che temono i rischi di un contagio, ma anche di Italia e Francia mentre appare sempre più isolata la posizione della cancelleria Angela Merkel fautrice dell’austerity a tutti costi. Sui rifinanziamento del Fondo monetario per fronteggiare l’emergenza à stato superato l’obiettivo di un incremento di 430 miliardi di dollari delineato dal G20 dei ministri delle Finanze di Washington e le risorse per il ‘firewall’ sono lievitate a 456 miliardi.
Intanto la Merkel è sempre più accerchiata e ancor di più dopo il voto in Grecia che non ha placato le turbolenze sui mercati, rendendo il clima più teso e rilanciando più che mai la necessità di misure da prendere in fretta. Misure che rappresentino davvero una svolta, in grado di ridare credibilità all’euro e fare ripartire l’economia del vecchio Continente. Con una ricetta difficile da mettere a punto, proprio per la distanza delle posizioni tra Berlino e le altre capitali europee. La cancelliera Merekel continua infatti a dire no agli euerobond e a qualsiasi forma di mutualizzazione del debito. Senza contare la linea dura che Frau Angela mantiene nei confronti di Atene, rinviando al mittente qualsiasi ipotesi di dilazione degli impegni presi dalla Grecia. Una linea in totale controtendenza con quella di Barack Obama, che prima della cena di ieri ha voluto un incontro a due. Un faccia a faccia durato 45 minuti e coperto dal più stretto riserbo. Ma non è difficile ipotizzare che per la Merkel siano stati tre quarti d’ora di tensione, con il presidente americano più che mai in pressing sull’Europa.
Un’Europa quella sbarcata a Los Cabos che è pronta a confrontarsi con il resto del mondo per trovare una soluzione ad una crisi che riguarda tutti. Ma che rivendica l’autonomia e il diritto delle proprie decisioni. Non disposta ad essere messa all’angolo. Come ha sottolineato con determinazione Barroso. “Non siamo qui per prendere lezioni di democrazia o di gestione dell’economia”. Stanotte nessuno parla ma c’è chi ipotizza che dietro la cancellazione dell’incontro con Obama ci possa essere anche questo. Un risultato, il primo giorno di questo G20, è stato ottenuto in chiave Fmi: l’organismo di Washington ha infatti raccolti impegni finanziari, destinati ad aumentare le sue risorse, per 456 miliardi di dollari, oltre i 430 previsti. Saranno – ha spiegato il direttore generale Christine Lagarde, la “seconda linea di difesa” per risolvere e prevenire crisi finanziarie. Tra i paesi chiamati concretizzare il loro contributo per il rifinanziamento del Fondo monetari, l’India ha annunciato che verserà 10 miliardi di dollari. La Russia ha assicurato un contributo analogo mentre la Cina contribuirà con 43 miliardi.