«Sono circa 55mila i nuovi soggetti da tutelare, oltre i 65mila già individuati».
Alla fine, ecco i numeri dei nuovi esodati. Il ministro del lavoro Elsa Fornero non cita mai il termine («la definizione corretta è quella di lavoratori che meritano di essere salvaguardati dagli effetti dal recente inasprimento dei requisiti per l’accesso alla pensione») ma fa chiarezza sul tema con un’informativa al Senato. La premessa: «Respingo di aver dato informazioni non vere sui lavoratori interessati – spiega – e di aver sottratto dati. Anzi, rivendico di aver assunto, coerentemente, un atteggiamento di chiarezza e trasparenza per risolvere subito i problemi più prossimi e trovare soluzioni più eque per quelli più lontani, in un’ottica finanziaria stringente».
LA CIFRA – La verità insomma, dice Fornero, è che il governo sapeva di un’altra platea di lavoratori interessati, ma «la non imminenza del problema che riguarda coloro che andranno in pensione dal 2014, e l’assenza di risorse finanziarie per un bilancio già messo a dura prova – ha spiegato – ci hanno fatto ritenere si potesse affrontare il problema degli altri esodati nei mesi successivi con criteri di equità e sostenibilità finanziaria». Poi, la cifra corretta: «La nuova platea di lavoratori da salvaguardare è quantificabile in 55 mila soggetti» da aggiungere ai 65 mila soggetti già individuati nel decreto ministeriale.
SOLUZIONI – Sulle soluzioni per risolvere il problema, il ministro puntualizza: «Sono allo studio diverse ipotesi su cui il governo vuole confrontarsi con le parti sociali e il Parlamento». Poi, in serata, durante l’incontro con la maggioranza a Montecitorio, il ministro propone un tavolo tecnico per trovare un’intesa. «Si potrebbe pensare ad una norma per estendere il contributivo pieno anche agli uomini – ha spiegato nell’informativa – oltre che per le donne, come opzione di scelta da demandare a lavoratore e all’azienda». Un’altra ipotesi potrebbe essere «una deroga alla nuova disciplina pensionistica». Saranno comunque privilegiati coloro che sono interessati da accordi collettivi di uscita dall’impresa e coloro che maturano il diritto alla pensione entro il 2014 o hanno superato una certa soglia di età. Per i più giovani, invece, il governo potrebbe estendere il trattamento di disoccupazione o pensare alla partecipazione a lavori di pubblica utilità. Entro la fine dell’anno, comunque, ha tenuto a precisare Fornero «sarà istituita una commissione per verificare le forme di gradualità nell’accesso al pensionamento: su questo – ha assicurato – ci sarà il massimo impegno nel corso dei prossimi mesi».
INPS -Il ministro ha poi contestato fortemente la tabella fatta circolare dall’Inps sugli esodati: «Il numero di 400mila lavoratori non è il numero dei lavoratori da salvaguardare – ha spiegato – è una tabella parziale e, senza adeguate spiegazioni, fuorviante così da prestarsi a facili strumentalizzazioni». Parziale perché non contiene tutti gli accordi di mobilità i cui effetti si perfezioneranno nei prossimi anni, ma anche fuorviante «perché individua – spiega Fornero – un insieme eterogeneo di soggetti costituenti la base dati, entro la quale è stato individuato il contingente effettivo dei 65.000 lavoratori salvaguardati con il decreto». Nessun riferimento invece alla ricerca della Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro secondo cui sono almeno 370 mila i lavoratori che nei prossimi anni rischiano di restare senza lavoro e senza pensione a causa dell’allungamento dell’età pensionabile previsto dal decreto Salva Italia. «La nuova cultura del lavoro – ha aggiunto Fornero – deve liberarsi dall’idea che superati i 50 anni ci si avvicini verso il declino delle capacità lavorative e che sia impossibile per un sessantenne trovare un lavoro anche solo part-time».
REAZIONI – Diverse le reazioni al discorso della Fornero, da parte degli esponenti dei vari partiti politici: l’Italia dei Valori chiede le dimissioni del ministro, mentre il Pdl, tramite Fabrizio Cicchitto, ribadisce la necessità «che il Governo si guardi bene dall`intervenire sui vertici dell`Inps». «È un vero e proprio dramma sociale – ha detto Nicola Latorre, vicepresidente del Gruppo Pd al Senato -. Le centinaia di migliaia di esodati sono confinati in una terra di nessuno, dove non ricevono né la pensione e né la retribuzione dalle aziende che hanno lasciato». L’informativa del ministro Fornero sugli esodati «dimostra che il problema c’era, è consistente e va affrontato con urgenza» ha detto il presidente dei senatori Pdl, Maurizio Gasparri. «Noi non disponiamo di dati – ha detto il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti – ma francamente, quelle della Fornero, continuano a sembrarci cifre assolutamente inaffidabili».
LA RIUNIONE – Nella serata di martedì poi, il nodo esodati è stato affrontato anche nella riunione sul ddl lavoro tra il ministro e i capigruppi di maggioranza. L’assicurazione sulla copertura per garantire che davvero si interverrà anche sui 55mila esodati ammessi dal ministro Fornero, è mancata. Pd e Pdl hanno posto anche altre questioni, ma il tema degli esodati è prevalso sugli altri. Secondo alcune indiscrezioni lo stesso Pier Luigi Bersani, avrebbe dato la sua disponibilità a chiudere l’intesa sul lavoro, con la garanzia delle risorse per i 55mila nuovi esodati e una clausola di salvaguardia per eventuali nuovi casi che dovessero essere accertati.
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