New York – Non ci sarebbe bisogno di aggiungere altro: il grafico di Reuters dice tutto sul rapporto tra il tracollo della fiducia dei consumatori e la crescita economica in Italia.
In aprile le vendite al dettaglio sono calate -6,8% anno su anno dopo il rialzo dell’1,7% registrato in marzo.
Il dato e’ sceso ai minimi da quando e’ iniziata la serie nel 2005: non un buon segno per il Pil, il quale e’ strettamente legato all’andamento dei consumi.
Nel primo trimestre il nostro paese ha accusato un calo dello 0,8% del Pil su mese e su anno dell’-1,4%. Si e’ trattato del peggior risultato dal 2009.
Fa specie che i consumatori in Francia e Germania non siano stati scalfiti dall’aggravarsi della crisi del debito. Buone notizie oggi sono arrivate anche dall’Olanda, che ha rivisto al rialzo le cifre sulla crescita: la quinta maggiore forza economica del blocco a 17 e’ uscita dalla fase di recessione nel primo trimestre.
Ennesima dimostrazione del fatto che e’ in atto un processo di ampiamento del divario tra sud e nord d’Europa.
In Italia la crisi economica ha provocato la riduzione della spesa di sei cittadini su dieci, provocando per la prima volta nel 2012 un calo anche nelle vendite nei discount alimentari.
Lo si evince da un’analisi Coldiretti/Swg sulla base dei dati Istat relativi al commercio al dettaglio, che evidenziano un calo del 6,1% del comparto alimentare ad aprile rispetto allo stesso mese del 2011.
A pagare dazio di fronte alla crisi sono soprattutto gli acquisti di frutta (in calo del 3%), vino (-2%) e carne di maiale (-2%). Anche le vendite nei discount alimentari sono in calo (3%), mentre crollano quelle nei piccoli negozi (-8,7%), segnala ancora Coldiretti.
Il 59% degli italiani, si legge ancora nell’analisi, va alla ricerca delle offerte “3 x 2” in misura maggiore rispetto al passato, con la crisi che ha di fatto ridotto lo spreco di cibo nel 57% dei casi anche riducendo le dosi acquistate (31%).