Trento – L’ultima novità è il Polo della Meccatronica, 22 ettari in Comune di Rovereto per i quali la provincia di Trento ha stanziato 84 milioni di euro da spendere nei prossimi quattro anni. Ma già dal 2013 il Polo sarà attivo e ospiterà le prime aziende e i primi centri di ricerca, andando a integrare un ecosistema dell’innovazione che non ha uguali in Italia e pochi paragoni in Europa.
Merito di una pubblica amministrazione che investe tantissimo in ricerca e sviluppo, più della media europea, di associazioni ad hoc per la promozione della ricerca sul territorio come Trento Rise, e di enti e manifestazioni di respiro internazionale, come la Fondazione Bruno Kessler (FBK), che ospita 380 ricercatori che si occupano di fisica nucleare teorica, scienze sociali e telecomunicazioni, ma anche Createnet ( sulla cui attività peraltro esistono alcune perplessità, come documentato da questo articolo) il Cosbi di Microsoft Research, all’avanguardia per quanto riguarda le possibili sinergie fra informatica e sistemi biologici, e il centro per la computer grafica Graphitech. Trento inoltre è sede di uno dei centri degli ICT Labs dello European Institute of Innovation and Technology, il “MIT d’Europa” creato da Bruxelles per rivaleggiare con quello di Boston.
E poi non mancano certo gli eventi dedicati al mondo delle giovani imprese, dallo Startup Weekend tenutosi a marzo a Mind the Bridge (associazione che intende far da “ponte” fra l’imprenditoria nostrana e capitali e know -how di Oltreoceanno, che ha fatto tappa a Trento ad aprile) e agli Innovaction Lab. Anche se giudicata da alcuni un po’ noiosa – e di certo non offre una vita notturna paragonabile, non diciamo a San Francisco, ma nemmeno a Verona – Trento è una città multietnica, con il 70 % dei dottorandi della International Doctoral School di origine straniera.
“Abbiamo ricercatori e studenti da ogni parte del mondo – racconta Gabriele Catania, responsabile media di Trento Rise – dalla Corea del Sud all’Austria, dal Brasile agli Stati Uniti. Questo è il frutto di una precisa scelta”.
Gli slogan di Silicon Valley all’italiana sono triti e abusati (ultimamente circolano in Rete parecchi articoli sull’esplosione di valli del silicio in giro per il pianeta), ma è indubbio che fra le alpi del Nord Est stia accadendo qualcosa di speciale. Dalla domotica, al riconoscimento vocale, alla tecnologia anti-terremoti: occorrerebbe un piccolo dossier per raccontare tutte le iniziative in corso.
Una delle più recenti, presentata al Festival dell’Economia (altra manifestazione che dà lustro alla Regione), è la piattaforma SensoRcivico, che consente di mettersi in ascolto dei cittadini, ricevendone suggerimenti, osservazioni e segnalazioni.
Ovviamente, iniziative di questo tipo funzionano se si rivolgono a una comunità attenta e partecipe, dotata di senso civico. Ed è proprio il tessuto sociale, così poco italiano se vogliamo, oltre alla disponibilità di risorse finanziarie, il segreto di quest’area così smart, che si spera possa diventare un modello anche per altre parti del Bel Paese – magari anch’esse ricche di creatività, ma non così organizzate né così ben integrate nel framework internazionale dell’innovazione.
Copyright © La Stampa. All rights reserved