Legnano – E’ proprio il caso di dirlo. Il buon Mario Draghi non le manda di certo a dire e continua sulla strada intrapresa già dalla prima riunione presieduta a Francoforte, quella della trasparenza e di spiegazione di ogni mossa intrapresa da parte dell’istituto centrale, senza approfittare del proprio posto per celare notizie o pensieri in grado di modificare in maniera errata le aspettative, fin’ora corrette, degli analisti e degli investitori.
Trasparenza che, a dire il vero, in un modo o nell’altro ha sempre contraddistinto il modus operandi dell’organismo nato con il fine di vigilare sulla stabilità dei prezzi dell’area euro.
E proprio su questo tema si sono concentrate le parole del presidente della BCE in apertura della testimonianza di fronte alla Commissione bancaria del Parlamento Europeo.
La stabilità dei prezzi va perseguita sia quando le pressioni si percepiscono al rialzo, sia quando esse dovessero cominciare ad invertire rotta, avvicinando le possibilità di deflazione. Ecco spiegata la decisione del board e l’interpretazione che il mercato ha dato a tale mossa.
Non una misura complementare del pacchetto di crescita approvato dal Consiglio Europeo due settimane fa, ma ulteriori fonti di preoccupazione sull’area euro che “sta rallentando e potrebbe entrare in deflazione”.
Questa la spiegazione sensazionalista di quanto fatto trasparire da Draghi ieri che, a ben vedere, non si allontana molto dalla realtà dato che la crescita è rallentata per molti Paesi (anche se a parere del banchiere fiorentino la congiuntura è completamente diversa rispetto a novembre scorso) e le prospettive di recuperi definitivi, sempre che essi possano esistere, sono da verificarsi nel tempo, non risultano essere certamente immediate.
Un mix di parole che hanno cercato di descrivere una situazione preoccupante, durante la quale le banche centrali hanno agito in maniera “audace” ma che ora dev’essere presa in mano dai singoli governi, in maniera equilibrata, realista, senza lasciar spazio a catastrofismi che ora come ora, dato il sentiment generale di mercato, porterebbero ad effetti nefasti.
Le ultime parole vanno dedicate alla moneta unica europea, che è stata definita come un progetto che è nato per rimanere in essere e che quindi verrà difeso a spada tratta (ce ne eravamo accorti) dalle autorità preposte. Per ora la moneta unica sta scendendo, anche contro dollaro, il che per l’economia reale è soltanto un bene. Staremo a vedere.
EurUsd
L’EurUsd ha continuato la sua fase di consolidamento senza effettuare rotture significative a ribasso. Si è sviluppata una figura tecnica che nella maggior parte dei casi porta a continuazioni del trend principale e sta avvenendo in questi momenti la sua rottura a ribasso. Un approfondimento sotto 1.2275 diviene però necessario, data la presenza di punti di supporto statici, per vedere la prosecuzione del movimento verso 1.2150. Un ritorno sopra 1.2310 potrebbe prolungare la fase laterale, mentre una rottura di 1.2340 potrebbe portare ad accelerazioni di ripresa verso 1.2375.
UsdJpy
Il UsdJpy continua la sua fase laterale che vede in 79.50 l’area di supporto ed in 79.75 quella di resistenza. Una rottura dei punti di massimo o minimo significativi intorno a questi livelli porterebbe ad aumenti di volatilità nell’ordine del quarto di figura.
EurJpy
Fase di consolidamento anche per il cross EurJpy, che rimane vincolato tra 98.00 e 97.50. Una rottura di questi due livelli potrebbe essere propedeutica ad accelerazioni pari all’altezza dell’area di congestione. In caso di superamento anche del 97.00 si avvicinerebbe quel minimo piuttosto recente di 95.65 citato ieri.
GbpUsd
Dopo la tenuta della media mobile a 21 periodi individuata su un grafico a 4 ore, il cable è sceso fino a portarsi a quota 1.5500. Su un grafico orario è stato rotto nuovamente il primo canale di correzione, tracciato a partire dai minimi del 6 giugno ed è stata rotta anche la parallela della linea appena tracciataa partire dai minimi di ieri mattina, riportandoci anche sotto la media mobile esponenziale a 21 periodi. L’area di 1.5525 risulta la più interessante per assistere ad un tentativo di continuazione del ribasso, che potrebbe approfondire in caso di rottura di 1.5490.
AudUsd
Forte volatilità sul dollaro australiano, che ieri è sceso a toccare perfettamente i punti di minimo statici significativi tracciabili su un grafico orario. Una rottura dell’area compresa tra 1.0140 e 1.0125 potrebbe mostrare discese verso 1.0075, mentre una ripresa sopra 1.0185 potrebbe far ripartire verso i massimi di stanotte. Teniamo in considerazione che questi livelli rappresentano anche una forte area di resistenza data dalla EMA100.
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