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Attentato in Siria: muoiono ministro della difesa e cognato di al-Assad

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Damasco – Il ministro della Difesa siriano è rimasto ucciso nell’attentato contro il palazzo della sicurezza a Damasco. Ucciso anche il capo della cellula di crisi che coordina le azioni contro i ribelli. Ferito gravemente anche il ministro dell’Interno.

“Il generale Daoud Rajha è morto nel martirio nell’attentato terroristico contro l’edificio della Sicurezza nazionale”. Lo ha riferito la tv nazionale siriana. L’attacco suicida è stato compiuto mentre era in corso una riunione tra ministri e responsabili della sicurezza, alcuni dei quali sono rimasti feriti in modo grave.

Fonti della sicurezza hanno riferito all’agenzia di stampa Afp che tra i feriti c’è anche il ministro dell’Interno, Mohammad Ibrahim al-Shaar, il quale stato trasportato nell’ospedale al-Shami, a Damasco. Questo attentato giunge proprio mentre da due giorni infuriano i combattimenti in alcuni quartieri della capitale. Stando ai primi resoconti avrebbe perso la vita anche il generale della cellula anti-ribelli, Hassan Turkmani.

Per la Russia “e’ una rivoluzione e pertanto l’Onu non la deve sostenere. Sono in corso combattimenti decisivi”. L’Esercito libero siriano rivendica l’attentato: “Abbiamo ucciso responsabili di barbari massacri”.

E’ il maggior attentato da quando e’ iniziata la rivolta degli insorti contro il regime di Bashar al-Assad. Non si sa quanto questo evento, volto a colpire e indebolire la cosiddetta cerchia ristretta di potere, sia legato alla guerrigli. Secondo le televisioni nazionali ci sarebbe stata una seconda esplosione vicino al comando militare.

Secondo quanto riportato da Al Jazeera anche il cognato del leader al-Assad sarebbe morto in seguito alle ferite riportate.
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Non e’ inoltre ancora sicuro se si tratti di un attentanto suicida o l’esplosione sia stata causata attraverso l’utilizzo di un detonatore.

Reuters sostiene che l’artefice dell’esplosione sia una guardia del corpo del giro piu’ ristretto ad Assad.

Uno dei filmati che circola sul Web, registrato appena dopo l’esplosione:

Il parere del giornalista di Al Jazeera Thabet Salem: