New York – Dopo una serie di utili societari deludenti nella prima metà dell’anno, fase negativa che si protrae ormai da tre anni, le grandi banche Usa annunciano in fila una serie di tagli al personale nei comparti trading e investment banking, per ridurre i costi e migliorare la redditività operativa.
Morgan Stanley annuncia il licenziamento di 700 impiegati per la seconda metà del 2012, portando il totale dei tagli nell’anno a circa 4.000 dipendenti. Di recente Citigroup aveva comunicato tagli per 1.200 dipendenti nella sezione investment banking e trading.
Le entrate delle 5 banche d’investimento più grandi di Wall Street sono calate -18% nel secondo trimestre, con accordi e volumi in calo, sui timori di un deterioramento della crisi del debito e che la Grecia potesse lasciare l’Eurozona. Il fenomeno ha riportato in primo piano la necessità di rivedere i costi per migliorare gli utili societari.
Bank of America, la seconda più grande banca Usa, dovrebbe ridurre i costi nel comparto investment banking, trading e wealth management, di circa $3 miliardi. Goldman Sachs dovrebbe invece procedere a tagli per $500 milioni.
Ma non si tratta di un fenomeno esclusivamente americano. Deutsche Bank, il più grande istituto europeo, starebbe considerando l’eventualità di tagliare 1.000 posti dall’investment banking a livello globale. Tra le altre banche europee che di recente hanno annunciato simili decisioni: le francesi Credit Agricole, Societe Generale e BNP Paribas, l’italiana Intesa Sanpaolo, le svizzere Credit Suisse e UBS, e l’inglese HSBC.