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Le conseguenze di una politica monetaria accomodante

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Il contenuto di questo articolo, pubblicato da Horo Capital – che ringraziamo – esprime il pensiero dell’ autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.

New York – Non è richiesta una conoscenza molto profonda dell’economia per cogliere gli effetti immediati di una misura, ma il compito dell’economia è quello di predire gli effetti più remoti in modo tale da permettere di evitare atti sconsiderati nel tentativo di porre rimedio ad un dolore presente ma mettendo i semi per un dolore futuro molto più grande.”
– Ludwig von Mises

Oggi abbiamo sentito Bernanke con il suo discorso da Jackson Hole. Non sono stati proprio i fuochi d’artificio di dieci anni fa, ma comunque abbiamo la possibilità di contrastare il suo pensiero con quello di un altro funzionario della Federal Reserve che ha appena pubblicato un articolo sul sito web della Federal Reserve di Dallas. Bernanke ha esposto con sempre più razionalità la sua politica di Quantitative Easing. Ma quanto è efficace? E non ci sono delle conseguenze non intenzionali di cui dovremmo essere a conoscenza? Perché i mercati sembrano sbavare sulla prospettiva di un ulteriore QE?

Martedì 11 settembre alle ore 13:00, farò la mia prima “Fireside Chat” con Barry Ritholtz. Questo webinar sarà ospitato dai miei amici di Altegris Investments e sarà a disposizione degli investitori accreditati e dei professionisti finanziari. Se siete già registrati su Mauldin Circle (e siete in USA) riceverete un invito a partecipare. Se non lo siete vi invito ad andare su www.mauldincircle.com e registrarvi in modo tale da poter sentire Barry e me discutere sulle ultime notizie e, naturalmente, sulle elezioni e che cosa comporta questo per gli investitori. Ora proviamo ad approfondire il tema del quantitative easing.

Avete LSAP?

Nessuno si aspettava i fuochi d’artificio nel discorso di Bernanke ed infatti ha pienamente soddisfatto le aspettative. Abbiamo ricevuto una chiara razionalizzazione di quello che passa attraverso la politica della Fed. La parte che i mercati volevano sentirsi dire è per voi qui di seguito evidenziata.

“… Mentre si valutano i benefici e i costi delle differenti politiche alternative noi non dobbiamo perdere di vista le terribili sfide economiche con le quali la nostra nazione deve confrontarsi. In particolare la stagnazione del mercato del lavoro è una forte preoccupazione non solo per l’enorme sofferenza e spreco di talento umano che essa comporta, ma anche perché persistenti livelli di elevata disoccupazione causano dei danni strutturali alla nostra economia che potrebbero alla fine durare per molti anni.

“Negli ultimi cinque anni la Federal Reserve ha agito per sostenere la crescita economica e per favorire la creazione di nuovi posti di lavoro ed è importante raggiungere ulteriori progressi in particolar modo nel mercato del lavoro. Tenendo particolarmente conto delle incertezze e dei limiti dei suoi strumenti per attuare le politiche, la Federal Reserve fornirà ulteriori politiche monetarie accomodanti se queste saranno necessaria nel promuovere una ripresa economica più solida e un costante miglioramento delle condizioni del mercato del lavoro in un contesto di stabilità dei prezzi”.

Forse l’ultima frase non vi dice niente? Vediamo il suo discorso tenuto a Jackson Hole nell’agosto del 2010 (da un articolo di Joan McCullough).

“Continueremo a monitorare da vicino gli sviluppi economici e, se questi saranno necessari, a valutare ulteriori allentamenti nella politica monetaria. In particolare, il Comitato è disposto a fornire ulteriori politiche monetarie accomodanti attraverso misure non convenzionali se ciò risultasse essere necessario, soprattutto se le prospettive dovessero deteriorarsi in misura significativa. A questo punto il problema non è se abbiamo gli strumenti per aiutare l’attività economica e contrastare la disinflazione. Noi li utilizzeremo. Ma come vi dirò in seguito la questione è se invece, in qualsiasi contesto, i benefici di ogni strumento in termini di ulteriori stimoli sono superiori ai costi associati o ai rischi legati all’utilizzo di questi strumenti.”

Ci sono elementi che si ripetono nei discorsi della Fed. Questo è stato il tema degli ultimi quattro anni se la memoria non mi gioca brutti scherzi. In ogni discorso egli strizza l’occhio al fatto che lui e i suoi colleghi stanno seriamente analizzando gli effetti delle politiche di un quantitative easing e di assicurarsi che i benefici superino i costi. Non ho mai sentito una critica o una esposizione dei fatti da parte di Bernanke su tali rischi, almeno fino ad ora. Ma abbiamo fatto vittoriosi un giro di campo con lui quest’anno, come se avessimo preso del credito per l’economia e per il mercato azionario. Torniamo al discorso (di nuovo il grassetto è mio):

“È importante sottolineare che gli effetti del LSAP [acquisti di asset in grande quantità] non sembrano limitarsi ai rendimenti di lungo termine dei titoli di stato.

In particolare LSAP sono stati adottati per essere associati alle significative diminuzioni dei rendimenti dei corporate bond e dei MBS. In particolare il programma di acquisto è stato collegato ad una riduzione sostanziale dei rendimenti e dei tassi ipotecari per i privati (MBS).

“Inoltre LSAP sembra abbia favorito l’aumento dei prezzi delle azioni, presumibilmente questo è avvenuto sia per l’abbassamento dei tassi di sconto che per il miglioramento delle prospettive economiche; quindi probabilmente non è un caso che la risalita dei prezzi dei titoli azionari statunitensi e abbia avuto inizio nel marzo del 2009 poco dopo la decisione del FOMC di ampliare notevolmente gli acquisti dei titoli. Questo effetto è potenzialmente importante, perché i valori delle azioni influenzano sia i consumi che le decisioni di investimento.”

Ho perso la parte nella quale il Congresso ha dato alla Fed un terzo mandato, il cui obiettivo è il mercato azionario. Ma Bernanke non solo si è preso il merito per aver sostenuto il mercato azionario, ma sottolinea anche che la ripresa del mercato immobiliare è dovuta alla politica della Fed in quanto questa ha favorito dei tassi ipotecari più bassi. E lo ha fatto. Ma ricordiamoci anche che la stessa politica della Fed ha contribuito a creare la bolla immobiliare. E non mi ricordo di aver sentito degli elogi per questo a Bernanke anche se era la Fed che sosteneva tale politica.

Joan McCullough nel suo stile irriverente ci ha fornito questo pomeriggio qualche lettura obbligata su alcuni punti:

“E poi [Bernanke] scrive sulla sabbia il suo discorso dicendo che le azioni salgono quando si stampa denaro perché i tassi di sconto sono scesi e le prospettive economiche sono migliorate a seguito di queste azioni? Questo è ciò che succede alle azioni quando Bernanke alza la bandiera per dare il segnale di partenza? Sono migliorate le prospettive economiche? Incredibile.

“Fatemi tornare indietro per dare la versione reale del modo di agire di Bernanke.

“Allevia gli investitori dai bassi rischi costringendoli a cercare altrove un rendimento e al tempo stesso costringendoli ad assumersi dei maggiori rischi. Fino a quando, sempre secondo questa logica arrivano alla porta del mercato azionario. E senza pensare che stanno facendo un grande passo. Perché non hanno scelta. Ora sono esposti con le spalle al muro. Restano in attesa della prossima tornata di QE.

“Naturalmente nella prima parte del suo discorso di oggi, ne fa un caso il fatto di come i tassi più bassi abbiano lavorato fornendo un po’ di magia all’economia, anche se precisamente questo è difficile da individuare. E come tutti anche lui accusa l’intransigenza fiscale nonché le condizioni di credito restrittive delle banche che non permettono di far si che la sua magia possa essere completamente attuata”.

Il Quantitative Easing è come un distillato economico erogato goccia dopo goccia.

Fatemi capire bene. Se io ipotizzo una politica fiscale che in qualche modo possa beneficiare “i ricchi” vengo subito etichettato come un Luddite, uno senza cuore, ecc.

E’ abbastanza normale per i professori di economia di visione keynesiana deridere il lato dell’offerta dell’economia chiamandola il distillato dell’economia. Un taglio alle tasse dei ricchi si tradurrà in una migliore economia e più posti di lavoro?

Il che ci porta a questa deliziosa ironia. Mentre si aborrisce del distillato della politica economica, si apprezzano gli effetti del distillato della politica monetaria.

Bernanke fa esplicitamente una politica che aiuta i ricchi (coloro che possiedono azioni) e poi suggerisce che il risultato di rendere i ricchi più ricchi sarà l’aumento dei consumi e della domanda finale. Che in qualche modo si tradurrà nel distillato per i ragazzi e le ragazze ossia del livello di disoccupazione.

Il documento inviato dalla Fed di Dallas, di cui ci occuperemo nel prossimo paragrafo, in particolare rileva che il QE fornisce degli speciali benefit in “particolar modo all’alta direzione delle banche.” Questo equivale ad un fragoroso atto d’accusa del capitalismo clientelare dell’attuale politica. E’ difficile sostenere che non vi siano in questo particolare frangente delle conseguenze non volute!

Il documento rileva inoltre che “… vale anche la pena di chiedersi se, in una certa misura, questa [crescente disparità di reddito] potrebbe essere un’altra conseguenza non voluta di una ultra accomodante politica monetaria. Non solo il potere dei salari è in declino in molti paesi, ma l’aumento dei profitti distribuiti sono sempre più guidati dal settore finanziario [che esplicitamente beneficia del QE]. Sembra sfidare il senso comune che ad un certo punto il 40 per cento di tutti i profitti delle società americane (valore aggiunto?) provenga da questa specifica fonte.”

Non fraintendetemi NON sto sostenendo che una politica monetaria accomodante non abbia effetto sul mercato azionario e che questo poi non avrà un effetto sull’economia globale. C’è chiaramente un effetto ricchezza. E’ solo che quasi tutti (non proprio ma quasi) gli argomenti che si possono addurre per cercare di stimolare il mercato azionario sono gli stessi che si utilizzano per sostenere gli sgravi fiscali e aumentare il consumo e il benessere.

Come anticipazione della lettera della prossima settimana, Christina Romer e suo marito e collega della UC Berkeley il professore David H. Romer, hanno pubblicato un documento nella solita American Economic Review dove hanno evidenziato che i tagli fiscali e gli aumenti hanno un moltiplicatore pari a 3. (Christina Romer è stata presidente del Council of Economic Advisors di Obama sin dall’inizio del suo mandato e fino alla pubblicazione di questo documento.)

La maggior parte degli economisti e dei liberali (o quelli che sono entrambe le cose come nel caso di Krugman) prendono in giro gli effetti della ricchezza economica e dei tagli fiscali ignorando il lavoro di Romer, o cercando di dimostrare il motivo per cui non si applicano nel tentativo di eliminare i tagli fiscali di Bush. Ma poi si girano e chiedono ancora di più di ciò che è effettivamente la stessa cosa in materia di politica monetaria. Sarà molto divertente guardare le posizioni contorte che devono assumere nel tentativo di difendere le loro posizioni. Un po’ come la posizione contorta di Clint Eastwood di ieri sera. Useranno aneddoti e allegorie senza in realtà fare analisi accademica. E’ molto più facile fare una affermazione che dimostrare effettivamente la sua validità nel mondo reale.

Si noti che non sto dicendo che sia la politica fiscale che quella monetaria deve essere valutata dal bagliore dei risultati economici immediati. Le tasse devono essere valutate in base al loro effetto sull’economia e la politica monetaria deve essere giudicata su altri aspetti che rispetto alla reazione immediata dei mercati.

Ciò che si vede e ciò che non si vede

Tutto ciò ci porta alla parte più importante di questa lettera. Cominciamo con un commento su una citazione di Bastiat:

“Nella sfera economica un atto, un’abitudine, un istituzione, una legge non produce solo un effetto, ma una serie di effetti. Di questi effetti una prima parte sono immediati; appaiono simultaneamente con la causa; si vedono. Altri effetti emergono solo successivamente; non sono visibili, siamo fortunati se riusciamo almeno a prevederli.

“C’è solo una differenza tra un buono e un cattivo economista: gli effetti del cattivo economista sono visibili; invece un buon economista prende in considerazione entrambi gli effetti sia quelli che possono essere visti che quelli che devono essere invece previsti.

“Ma questa differenza è enorme, perché quasi sempre accade che quando la conseguenza immediata è favorevole, le conseguenze successive sono disastrose, e viceversa. Da ciò consegue che il cattivo economista persegue un bene piccolo che sarà seguito da un grande dolore, mentre il buon economista persegue un benessere che arriverà, con il rischio di sopportare un piccolo dolore nel presente.”

– Da un saggio di Frédéric Bastiat del 1850, “Ciò che è visibile e Ciò che è invisibile”

“Un ultra accomodante Politica monetaria e la legge delle conseguenze non intenzionali”

William R. White è attualmente il presidente della Sviluppo Economico e del comitato di revisione presso l’OCSE a Parigi. E’ stato in precedenza consigliere economico e Capo del Dipartimento monetario ed economico presso la Banca dei Regolamenti Internazionali a Basilea, Svizzera. E’ evidente che quello che scrive non è una facile lettura economica, né è un ideologo. Però quando lui scrive qualcosa bisogna porre la massima attenzione a quello che dice. (http://williamwhite.ca/content/biography)

E ultimamente ha scritto un chiaro atto d’accusa che è piuttosto pungente sulla politica monetaria della Federal Reserve, che è stato pubblicato sul sito web della Federal Reserve di Dallas: http://dallasfed.org/assets/documents/institute/wpapers/2012/0126.pdf

Fondamentalmente cerca di esaminare le conseguenze involontarie delle politiche di quantitative easing e conclude che ci sono limiti a ciò che le banche centrali possono fare e alle conseguenze negative di mantenere politiche accomodanti per troppo tempo. Nel documento egli sottolinea che:

“Le politiche monetarie di stimolo sono comunemente note come ‘keynesiane’. Tuttavia è importante notare che lo stesso Keynes non era convinto dell’efficacia del denaro facile per ripristinare una reale crescita a fronte di una profonda crisi. Questa è una delle principali intuizioni della Teoria generale.”

Ho intenzione di citarlo a lungo nelle prossime pagine. Spero che la cosa vi possa incuriosire quanto basti a convincervi a leggere direttamente il report. Questo non è sola pura teoria. Se il QE viene attuato per un periodo troppo lungo, poi quelli che come noi occupano dei “posti economici” dovranno fare i conti con le conseguenze. Vorrei sottolineare che ci sono circa 126 note. E vi raccomando di leggerle, in quanto ho trovato “l’extra” commento essere spesso molto illuminante. Si tratta di un documento ben scritto che supera significativamente le tipiche letture spazzatura che in questo periodo vengono spesso passate come articoli economici.

Cominciamo con la sua introduzione:

“Le banche centrali delle economie avanzate (AME) (3) si sono imbarcate in uno dei più grandi esperimenti economici di tutti i tempi – un ultra accomodante politica monetaria. A seguito della crisi economica e finanziaria iniziata nell’estate del 2007, hanno effettivamente portato in modo efficace la politica dei bassi tassi ad un valore inferiore allo zero (ZLB). Inoltre hanno intrapreso diverse azioni che non solo hanno fatto si che i loro bilanci crescessero enormemente, ma hanno anche aumentato il loro livello di rischiosità in relazione agli attivi che hanno scelto di acquistare. Le loro azioni hanno anche avuto l’effetto di aumentare la pressione verso il basso sui loro tassi di cambio nei confronti delle valute delle economie dei mercati emergenti (EME). Dal momento che quasi tutti i paesi dell’EME tendevano a resistere a questa forte pressione le loro riserve in valuta estera sono arrivate a dei livelli record, contribuendo così ad abbassare i tassi a lungo termine nei paesi dell’AME. Inoltre sono state pure soppresse le condizioni monetarie nelle economie emergenti. La dimensione e la portata globale di queste politiche discrezionali le rende uniche e senza precedenti nella storia. Anche durante la Grande Depressione del 1930, i tassi ufficiali e i tassi a lungo termine nei paesi maggiormente colpiti (come gli Stati Uniti) non sono mai stati ridotti a dei livelli così bassi (5).

“Nel periodo immediatamente successivo al fallimento di Lehman Brothers – settembre 2008, le eccezionali misure introdotte da parte delle banche centrali delle principali economie dell’AME erano giuste e hanno avuto un forte successo nel ripristinare la stabilità finanziaria. In particolare i mercati interbancari si erano completamente prosciugati e ci sono state delle forti preoccupazioni di una possibile implosione finanziaria che avrebbe potuto avere delle importanti implicazioni per l’economia reale. Tuttavia appena si è percepito che il sistema finanziario si stava stabilizzando, la giustificazione per il comportamento accomodante della banca centrale si è sempre più saldamente radicato nella convinzione che tali politiche erano mantenute per ripristinare la domanda aggregata (6) dopo la grave recessione economica del 2009. In parte questa è stata una risposta alla ortodossia prevalente, ossia che nel 1930 la politica monetaria non era stata abbastanza accomodante e che questo errore aveva materialmente contribuito ha rendere maggiormente grave la Grande Depressione negli Stati Uniti. (7)

“Tuttavia quella crisi era stata anche causata da una forte riluttanza ad utilizzare maggiori stimoli fiscali per sostenere la domanda dato i crescenti timori del mercato sulla dimensione raggiunta dal debito sovrano durante la crisi economica. Il fatto che la politica monetaria sia stata sempre più vista come ‘l’unica partita da giocare’ ha implicato che le banche centrali di alcuni paesi AME abbiano intensificato la loro politica di allentamento anche se la ripresa economica sembrava rafforzarsi durante tutto il 2010 e all’inizio del 2011. I successivi timori di una ulteriore flessione economica hanno riaperto la questione della potenziale instabilità finanziaria (8) dando così un ulteriore impulso ad un ‘ultra accomodante politica monetaria’.

“Dal punto di vista keynesiano questo si basa essenzialmente su un modello che definisce i fattori determinanti della domanda aggregata e tutto questo sembra che renda chiaramente opportuno il cercare di sostenere il livello di spesa. Dopo la recessione del 2009 le economie dei paesi AME sembrava stessero operando ben al di sotto del loro potenziale e le pressioni inflazionistiche erano rimaste contenute. In effetti diversi autori hanno usato la plausibile versione della regola di Taylor per affermare che il reale tasso di politica monetaria necessario per ristabilire un equilibrio di piena occupazione (e prevenire la deflazione) sia stato significativamente negativo. Questi risultati sono stati utilizzati per giustificare l’uso di misure monetarie non convenzionali quando i tassi ufficiali nominali hanno raggiunto un livello pari a zero (ZLB).

“C’è tuttavia un diverso punto di vista che si concentra sul fatto di come tali politiche esercitate per un lungo periodo di tempo possono anche portare a conseguenze indesiderate. Questa scuola di pensiero torna indietro al periodo pre guerra, quando molti teorici (9) del ciclo economico avevano concentrato l’analisi sugli effetti cumulativi del credito creato dalle banche sul lato dell’offerta dell’economia. In particolare il pensiero della scuola austriaca guidata da von Mises e Hayek, aveva posto l’attenzione sugli effetti che avrebbero portato delle espansioni di credito guidate, le quali avrebbero poi generato una cattiva e costosa allocazione delle risorse reali (“investimenti sbagliati”) che avrebbe poi portato ad una crisi. Sulla base della sua esperienza durante la crisi giapponese degli anni 1990, Koo (2003) ha sottolineato che un eccesso di investimenti aziendali e di debito societario avrebbe comunque portato allo stesso risultato.

“I ricercatori della Banca dei regolamenti internazionali hanno suggerito che uno spettro molto più ampio di credito guidato dagli ‘squilibri (10)’ finanziari e reali potrebbe potenzialmente portare a processi di espansione e frenata che potrebbero minacciare sia la stabilità dei prezzi che la stabilità finanziaria (11). Questo modo di pensare le crisi economiche e finanziarie da parte del BIS, trattandole come delle rotture sistemiche che si possono generare in un qualsiasi punto in un sistema fortemente messo a dura prova ha degli aspetti molto comuni con gli elementi forniti dal lavoro interdisciplinare sui complessi sistemi adattivi. Questo lavoro indica che tali sistemi che sono costruiti a seguito di processi cumulativi, possono avere dinamiche altamente imprevedibili e in grado di dimostrare dei processi non lineari (12). Le intuizioni di George Soros che riflettono decenni di attiva partecipazione nel mercato sono di simile natura. (13) ”

E poi White anticipa la sua conclusione:

“Una delle ragioni per credere che questo stimolo monetario opera attraverso i canali tradizionali (‘flussi’), potrebbe essere il fatto che ora è meno efficace nello stimolare la domanda aggregata rispetto al passato. Inoltre effetti cumulativi (‘stock’) forniscono meccanismi di feedback negativo che nel corso del tempo indeboliscono sia l’offerta che la domanda. E’ anche vero che le politiche monetarie ultra accomodanti possono anche eventualmente minacciare la salute delle istituzioni finanziarie e il funzionamento dei mercati finanziari, minacciano ‘l’indipendenza’ delle banche centrali e possono incoraggiare dei comportamenti imprudenti da parte dei governi. Non si desidera nessuna di queste conseguenze non intenzionali. Dal momento che la politica monetaria non rappresenta ‘un pasto gratis’, i governi devono pertanto utilizzare molto più vigorosamente le leve della politica che ancora controllano per sostenere una crescita forte, sostenibile ed equilibrata a livello globale. ”

White anticipa anche l’obiezione che le politiche monetarie ultra accomodanti hanno nella fase iniziale chiaramente avuto un effetto positivo.

“La forza di questi argomenti potrebbe sembrare che porti alla conclusione che il continuare con una politica monetaria ultra accomodante sia completamente una pessima idea. Tuttavia un valido argomento contro è quello che tali politiche evitano un disastro economico nel breve termine, e in effetti queste azioni ‘guadagnano tempo’ per perseguire altre politiche che possono avere degli esiti più desiderabili. Tra queste politiche potrebbero essere suggerite (18) nelle economie AME un coordinamento più internazionale della politica e maggiori investimenti fissi (pubblici e privati). Queste politiche contribuirebbero ad una maggiore domanda aggregata a livello globale. Questo è ciò che chiedeva Keynes. Oltre ad una effettiva riduzione del debito accompagnato da riforme strutturali atte a correggere gli “squilibri” ed aumentare la crescita potenziale, renderebbe i rimanenti debiti maggiormente gestibili. Questo chiede Hayek. Anzi si potrebbe suggerire che devono essere perseguite con determinazione una combinazione di tutte queste politiche, se vogliamo avere qualche speranza di raggiungere ‘una crescita forte, sostenibile ed equilibrata’ come il G-20 desidera. Noi non viviamo in un ‘altro’ mondo.

“Il pericolo naturalmente rimane e una politica monetaria ultra accomodante sarà erroneamente giudicata sufficiente per conseguire tali obiettivi. In tal caso l’aver ‘acquistato tempo’ renderà in realtà le cose ancora peggiori (19). In questo caso in base agli argomenti presentati in questo articolo questo logicamente implicherebbe che la politica monetaria dovrebbe essere restrittiva indipendentemente dallo stato attuale dell’economia, in quanto i benefici a lungo termine attesi da delle politiche monetarie ultra accommodanti sono controbilanciate dai costi previsti nel lungo termine. Senza dubbio questo sarebbe molto doloroso ma (per definizione) meno doloroso rispetto all’alternativa del non farlo. John Kenneth Galbraith ha raggiunto un enigma simile praticamente qualche anno fa quando ha detto:

“La politica” non è l’arte del possibile. E’ solo la scelta tra lo sgradevole e il disastro.

“Questo potrebbe indicare dove sono ora dirette le banche centrali degli AME [economie dei mercati avanzati], in mancanza di un comportamento vigoroso da parte dei governi fatto di politiche alternative come suggerito in precedenza.”

White si lancia poi in una lunga litania di conseguenze indesiderate e indesiderabili a seguito del mantenimento di una politica monetaria troppo accommodante per un lungo periodo, alcune delle quali si possono ora vedere chiaramente in via di sviluppo. Egli osserva in particolare i problemi con il sistema bancario ombra e gli effetti dei bassi tassi di interesse sulle imprese di assicurazione (e io aggiungo sulle pensioni!).

“Quali sono le implicazioni di ultra accomodante politica monetaria per i governi? Una risposta tecnica è che queste potrebbero influenzare la struttura delle scadenze del debito pubblico. Con una curva dei rendimenti inclinata positivamente, i governi potrebbero essere tentati nel fare sempre più affidamento sui finanziamenti nel breve termine. Ciò li lascerebbe aperti a dei significativi rischi di rifinanziamento quando i tassi di interesse alla fine ricominceranno a salire. In effetti se la struttura delle scadenze si posiziona abbastanza sul breve, dei tassi più elevati per combattere la pressione inflazionistica potrebbe causare un ampliamento del disavanzo pubblico sufficiente a sollevare dei timori di dominanza fiscale. Con il limite che una stretta monetaria potrebbe aumentare le aspettative di inflazione piuttosto che abbassarle”.

“Tuttavia un effetto ancora più rilevante sui governi è che questa falsa fiducia favorisce la sostenibilità della loro posizione fiscale … Koo, Martin Wolf del Financial Times ed altri hanno indubbiamente ragione nel suggerire che un debito guidato dal collasso del settore privato dovrebbe di norma essere compensato da uno stimolo del settore pubblico. Tuttavia ciò che non può essere dimenticato è la rapidità con la quale può essere persa la fiducia da parte del mercato e il fatto che la situazione giapponese è altamente insolita per una serie di ragioni.”

Se negli Stati Uniti i tassi di interesse dovessero salire a dei livelli più normali, il disavanzo esploderebbe dati gli attuali livelli di spesa corrente e le politiche fiscali, distruggendo qualsiasi soluzione politica venga raggiunta l’anno prossimo.

Non vi è alcun semplice modo per uscire dalle attuali politiche e più si aspetterà maggiori saranno le difficoltà. Questo è vero negli Stati Uniti, in Europa e in Giappone. E’ parte integrante dell’Endgame. E questa è la maggior sfida in termini di tempo soprattutto negli Stati Uniti, mentre ci stiamo avvicinando alle prossime elezioni. Cercherò di delineare i principali indicatori economici la prossima settimana.

California, Chicago, New York e un po’ di “confusione dovuta all’età”

Ho fatto un’intervista con King World News la settimana scorsa che ha avuto molto successo. Potete ascoltarla su www.kingworldnews.com/Mauldin

Parlerò al Casey Investment Summit a Carlsbad, in California, a settembre dal 7-9 e poi a Palo Alto il 12-13 settembre ad una conferenza sugli investimenti sponsorizzata da Altegris Investments.

Sarò a Chicago il 19 settembre, dove parlerò al Financial Forum Network RDA Investor Il Forum si terrà al Marriott Chicago Oak Brook. L’evento è sponsorizzato da Steve Blumenthal e dai miei amici di CMG. Se desiderate partecipare si prega di inviare una mail a Linda Cianci Linda@cmgwealth.com.

E poi parlerò il 1 ottobre a New York, al 8th Annual Value Investing Congress. Sarò assieme ad una serie di relatori veramente in gamba, tra cui Bill Ackman e David Einhorn. Sono stato in grado di garantire uno sconto agli “amici”, se volete partecipare avrete uno sconto di $1.500 sul normale prezzo di iscrizione. Per usufruire di questo sconto è necessario iscriversi entro il 7 settembre su www.ValueInvestingCongress.com/Mauldin con il seguente codice di sconto N12JM.

Rispetto a quando ho iniziato a scrivere questa lettera, nel corso dell’ultimo anno si stanno allungando sempre di più i tempi. Questo è avvenuto con la mia decisione di smettere di bere. Ho alcune teorie sul perché sia così ma questa è una storia per un altra lettera. Qualunque sia il mio programma di scrittura mi alzo sempre per camminare (abbastanza svelto) almeno 2-3 ore per sgranchirmi le gambe e per pensare.

Questa notte mi sono alzato e ho camminato molto più del solito, nel pensare alla politica della Fed e nel meditare su cosa scrivere. Mentre camminavo circa verso le 3 o giù di lì, ho notato una macchina che si è avvicinata me e luci rosse hanno iniziato a lampeggiare. Ci tengo a sottolineare che attualmente vivo (fino a quando dura il mio contratto di locazione) a Highland Park, una città che si trova all’interno di Dallas nota anche come The Bubble. Qui non succedono molto cose ed è abbastanza sicura, ma la polizia può sembrare un po’ troppo zelante o almeno questa è stata la mia esperienza. Infatti credo che non abbiano molto da fare.

Quindi questo ufficiale scende e mi punta una torcia contro e mi chiede se sto bene. Non essendo certo di come possa prendere la risposta, dico di sì. “Posso aiutarla?” È stata la domanda successiva, con una chiara sfumatura che lasciava intendere “Ma che cosa sta facendo qui alle 3 del mattino?”

“Stavo camminando pensando alla politica della Fed. Questa notte devo scrivere su questo argomento.”

Oh. Io non credo che quella era la risposta che si aspettava.

“E sicuro di stare bene?” Mi ha chiesto. Ho dovuto di nuovo assicurarlo che stavo proprio bene.

“Non sta facendo nulla di male ma a volte si incontrano delle persone anziane che sono po’ confuse. L’ho vista questa sera lungo la strada e volevo solo assicurami che tutto era a posto.”

Alcune volte io posso essere descritto come uno un po’ confuso. Forse. Il cercare di capire questi discorsi e le conseguenze per la politica sono questioni che mettono a dura prova le anime degli uomini.

Ma gli anziani? Sul serio? Non ho neanche 63 anni! Quale parte anziana di me stava camminando? Stavo camminando avendo una chiara direzione su dove stavo andando. Ero a pochi isolati da casa mia.

E con questo forse dovrei premere il pulsante di invio. Gli anziani sono davvero confusi. Io sono al top della mia partita.

Il tuo analista che continua ad essere primo nella sua partita e che cerca di portarti con lui ogni settimana,

John Mauldin

SULL’AUTORE: John Mauldin – www.johnmauldin.com – è un esperto finanziario, autore di best-seller, tra cui l’ultimo Endgame. Ogni settimana, oltre 1 milione di lettori scelgono Mauldin per la sua visione su Wall Street, il mercato globale e la storia economica. La newsletter “Thoughts from the Frontline” fornisce agli investitori in modo gratuito, informazioni imparziali e di orientamento.

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