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Libia: Pentagono invia due navi da guerra, attacchi anti-Usa in Yemen

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Roma – Il consolato americano a Berlino, nel quartiere di Dahlem, è stato sgomberato in modo parziale. Lo riferisce l’agenzia Dpa. Secondo i vigili del fuoco – scrive lo Spiegel online – tre persone hanno lamentato improvvisamente problemi respiratori e ricevono cure mediche. A causare l’incidente forse una spedizione sospetta. “Prendiamo il caso molto sul serio”, ha spiegato un portavoce dei pompieri, presenti sul posto con 50 uomini.

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New York – Centinaia di manifestanti che protestavano contro il film “The innocence of Muslims” hanno preso d’assalto questa mattina l’ambasciata degli Stati Uniti a Sanaa, in Yemen. Negli scontri ha perso la vita una persona e ci sono stati cinque feriti, secondo l’Agence France Press.

La polizia ha sparato in aria per tentare di disperdere i manifestanti, ma questi ultimi sono entrati nel recinto dell’ambasciata e hanno appiccato il fuoco a dei veicoli che vi erano parcheggiati

Dopo l’attacco al consolato statunitense di Bengasi che è costato la vita all’ambasciatore Chris Stevens e ad altri tre americani, il Pentagono ha deciso di inviare due navi da guerra verso le coste libiche. “Due navi stanno muovendo verso la Libia, ma semplicemente come misura preventiva”, ha confermato una fonte. Le due unità, secondo quanto riferito dalla stampa locale, sarebbero la USS Laboon e la USS McFaul, armate con missili Tomahawk.

Droni statunitensi di sorveglianza dovrebbero iniziare a sorvolare Bengasi e altre località nell’est della Libia per stanare accampamenti jihadisti e obiettivi che potrebbero essere collegati all’attacco contro il personale del Dipartimento di stato americano in Libia. Lo ha indicato un’autorevole fonte statunitense alla Cnn.

Il piano prevede che gli aerei senza pilota raccolgano elementi di intelligence e li trasferiscano ai leader libici, di modo che le forze del Paese africano colpiscano gli obiettivi selezionati.

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Il governo degli Stati Uniti ha fatto sapere alla CNN che l’attacco in Libia contro il consolato americano era pianificato in anticipo e che i terroristi hanno usato le manifestazioni di protesta come diversivo e il film sulla vita di Maometto come pretesto. L’ambasciatore americano e tre membri della delegazione diplomatica Usa in Libia sono stati uccisi durante l’attacco condotto questa notte a Bengasi.

I quattro sono stati colpiti in auto da razzi mentre tentavano di fuggire dall’assalto al consolato lanciato come protesta contro un film Usa ritenuto blasfemo, dietro al quale ci sarebbe anche il pastore integralista della Florida Terry Jones, colui che fece bruciare il corano.

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New York (12 settembre) – L’ambasciatore americano e tre membri della delegazione diplomatica Usa in Libia sono stati uccisi durante un attacco condotto questa notte al consolato statunitense a Bengasi. I quattro sono stati colpiti in auto da razzi mentre tentavano di fuggire dall’assalto al consolato lanciato come protesta contro un film Usa ritenuto blasfemo, dietro al quale ci sarebbe anche il pastore integralista della Florida Terry Jones che fece bruciare il corano.

Secondo il Wall Street Journal sarebbe stato infatti Terry Jones, le cui azioni avevano gia’ scatenato proteste in Pakistan e altri paesi musulmani, a promuovere il film.

Lo riferiscono autorità libiche a France 24, Bbc, Reuters e Al Arabiya. Secondo alcuni siti qaidisti, tuttavia, l’assalto e’ “una reazione della milizia Ansar Al-Sharia alla conferma della morte del numero 2 di Al Qaida.

Al Jazeera ritiene che J. Christopher Stevens sia morto intossicato a seguito dell’inalazione dei fumi provocati dall’incendio divampato al consolato statunitense di Bengasi, dopo l’attacco di ieri notte. L’ultima volta che un ambasciatore Usa e’ stato ucciso sul lavoro era il 1979 in Afghanistan.

C’e’ chi dice di avere motivo di credere che non siano state le manifestazioni contro un film di serie B su Maometto girato da un israelo-americano a provocare la morte dell’ambasciatore, bensi’ un attacco militare mirato. Testimoni riferiscono che il ‘diplomatico e’ stato colpito da un razzo’. Le rivendicazioni di alcuni siti di al Qaeda – di cui pero’ non ci si puo’ fidare – farebbero propendere per quest’ultima teoria.

Si spera che l’indagine appena avviata possa chiarire il corso degli eventi dell’altra notte. Hillary Clinton, segretario di Stato Usa ha parlato di un incendio occorso al consolato e di un attacco condotto da un ristretto gruppo di persone che non ha niente a che vedere con il popolo e il governo libico.

IL TRAILER DEL FILM:

Violente proteste si sono scatenate a Bengasi per via dela proiezione di un film sulla vita e gli amori di Maometto girato in Usa e considerato blasfemo. Il lungometraggio, girato da un uomo di origini israelio-americane, non e’ che un piccolo film mal recitato che rappresenta il profeta Maometto in modo molto provocatorio e che gia’ nel trailer si capisce essere chiaramente anti Islam.

La pellicola che ha scatenato lo sdegno del popolo libico nel giorno dell’anniversario dell’11 settembre 2001 si intitola “Innonce of Muslims” (Innocenza dei musulmani). Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, il regista Sam Bacile, ora nascosto in un luogo segreto, avrebbe dichiarato alla stampa che “l’Islam e’ un cancro”.

Gli Stati Uniti hanno inviato una squadra anti terrorismo supplementare di marine americani in Libia, con l’obiettivo di proteggere anche l’ambasciata Usa a Tripoli. Il presidente Barack Obama ha definito gli omicidi un “oltraggio”.

“Ho incaricato direttamente la mia amministrazione di fornire tutte le risorse necessarie a sostenere la sicurezza del nostro personale in Libia e aumentare la sicurezza in tutte le missioni”, si legge in un comunicato del presidente. “Gli Stati Uniti respingono i tentativi di denigrare le credenze religiose altrui, ma si oppongono in maniera inequivocabile alla violenza senza senso che uccide impiegati pubblici”.
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Dopo gli eventi di ieri e’ stato chiuso anche il consolato Usa al Cairo, in Egitto. Dove sono iniziate le prime proteste. Nella notte una folla imbufalita ha messo a ferro e fuoco il consolato americano a Bengasi. La scintilla della violenza e’ stata offerta dal film, prodotto da un gruppo di copti residenti negli Stati Uniti.

Secondo quanto riferisce un testimone ci sarebbero stati nella notte “violenti scontri tra l’esercito libico e milizie armate davanti al consolato degli Stati Uniti”. Le strade circostanti sono state bloccate e le forze di sicurezza hanno circondato l’edificio. Quello che ospita la rappresentanza Usa nella citta’ della Libia orientale e’ un grande compound situato a poche centinaia di metri di distanza da ristoranti e caffe’.

Nel pomeriggio c’era stata un’altra protesta contro il film al Cairo, dove fra i tremila manifestanti alcuni si erano staccati dal corteo, ed erano riusciti a tirare giu’ la bandiera a stelle e strisce dall’ambasciata americana e a sostituirla con un vessillo inneggiante ad Allah.