Parigi – La Francia ha preso le dovute “precauzioni di una sicurezza particolare” per proteggere le sue ambasciate nel mondo, dopo la pubblicazione di nuove caricature di Maometto sul settimanale satirico Charlie Hebdo: lo ha confermato il ministro degli Esteri di Parigi, Laurent Fabius, a France Info.
“Ho dato istruzioni perché in tutti i paesi in cui potrebbero esserci problemi si prendano le precauzioni di una sicurezza particolare”, ha dichiarato il ministro dicendosi “preoccupato”.
Ma le nuove caricature del profeta Maometto pubblicate dal settimanale satirico francese in edicola da oggi rischiano di infiammare ancora di più le relazioni con il mondo arabo. I disegni che secondo il sito de Le Figaro mostrano il Profeta in posizioni ‘ose”, non figurano in prima pagina ma nella quarta di copertina.
In piena ondata di violenze contro gli Usa per il film anti-Islam, la pubblicazione di questi disegni preoccupa la polizia francese, che ha deciso di proteggere la sede del giornale a Parigi, già incendiata in passato. Intervenendo alla tv I-tele, il direttore di Charlie Hebdo, Charb, ha detto di non essere preoccupato per le conseguenze di questa pubblicazione.
Il Primo ministro francese Jean-Marc Ayrault si schiera a difesa della “libertà d’espressione” e “tiene ad affermare la sua disapprovazione per qualsiasi eccesso” in questo contesto, appellandosi allo “spirito di responsabilità di ciascuno”. Il rettore della Grande Moschea di Parigi, Dalil Boubakeur, ha lanciato un “appello alla calma”.
AL QAIDA MAGHREB, UCCIDERE AMBASCIATORI USA – Al Qaida nel Maghreb islamico (Aqmi) ha rivolto un appello ai suoi seguaci a “seguire l’esempio” dell’attacco al consolato Usa a Bengasi e a uccidere tutti gli ambasciatori americani nell’area. Lo rivela il centro americano di monitoraggio dei siti islamisti IntelCenter. Nel suo messaggio, Al Qaida nel Maghreb islamico (Aqmi) definisce l’uccisione dell’ambasciatore Stevens in Libia “il più bel regalo” per tutti gli estremisti islamici in occasione dell’anniversario dell’11 settembre. Il gruppo rivolge un appello ad attaccare le ambasciate americane negli altri paesi del Maghreb (Tunisia, Algeria, Marocco e Mauritania) e a uccidere gli ambasciatori. “Rivolgiamo un appello ai giovani musulmani a seguire l’esempio dei leoni di Bengasi, a tirare giù le loro bandiere e a bruciarle prima di uccidere i loro ambasciatori, i rappresentanti americani, o di cacciarli”. Al Qaida nel Maghreb islamico è frutto della fusione del ramo saudita e di quello di Al Qiada del gruppo terroristico.
Afghanistan– Una ragazza afghana di 22 anni coperta da un burqa si e’ fatta esplodere con la sua auto nei pressi dell’aeroporto di Kabul causando la morte di 12 persone, fra cui otto sudafricani, un cittadino del Kirghizistan e tre afghani. L’attacco è stato immediatamente rivendicato dal movimento Hezb-i-Islami di Gulbuddin Hekmatyar, uno dei tre gruppi armati, insieme ai talebani ed alla Rete Haqqani, che si oppongono al governo del presidente Hamid Karzai. In un comunicato inviato ai media il portavoce del gruppo, Haroon Zarghoon, ha rivelato che il kamikaze era una ragazza di 22 anni di nome Fatima che aveva una carica di 200 kg di esplosivo nell’auto con cui si è schiantata contro il furgone su cui si trovavano le vittime. Abbiamo ucciso, si precisa inoltre, “16 agenti dell’intelligence Usa” con un attentato collegato in modo esplicito alla diffusione del video riguardante un film prodotto negli Usa che insulta il Profeta Maometto. Un portavoce della polizia afghana ha indicato che la donna kamikaze è entrata in azione verso le 6,45 lungo la strada che collega la piazza Massoud all’aeroporto internazionale di Kabul, all’altezza di una stazione di servizio e di uno dei tanti edifici costruiti nella zona per la celebrazione di matrimoni. Media locali hanno sostenuto che il veicolo preso di mira apparteneva alla società ACS, operante nel settore del trasporto aereo e che spesso è utilizzata dall’ambasciata degli Stati Uniti a Kabul per il trasporto di persone. Testimoni oculari hanno riferito che fra le vittime, i cui cadaveri sono rimasti a lungo sul posto, “molte avevano capelli biondi”. Al riguardo il governo del Sudafrica ha ufficialmente confermato che “otto nostri connazionali che lavoravano per una compagnia aerea privata sono stati uccisi nell’attentato realizzato oggi a Kabul”. Da parte, infine, sua il capo della polizia della capitale, M.A. Salangi ha precisato che fra le vittime, oltre agli otto sudafricani, “vi sono anche un cittadino del Kirghizistan e tre afghani”.
FILM ANTI-ISLAM: BANGLADESH BLOCCA ACCESSO YOUTUBE Il Bangladesh ha bloccato l’accesso a YouTube in seguito alle massicce proteste contro il film anti Islam prodotto negli Usa e diffuso sul popolare sito di video sharing. Lo riferisce il quotidiano The Daily Star citando una fonte governativa. La Commissione per la regolamentazione delle telecomunicazioni (Brtc) ha attuato il blocco ieri sera dopo che il motore di ricerca Google, che è il proprietario, si era rifiutato di rimuovere le pagine contenenti il video del film “L’innocenza dei Mussulmani” in cui si insulta Maometto. Un funzionario governativo ha motivato la decisione con il fatto che la legge bengalese impedisce la diffusione di contenuti che offendono i sentimenti religiosi. La presidente Sheikh Hasina aveva denunciato il film e chiesto al governo americano il ritiro dalla circolazione.
CENTINAIA DAVANTI AMBASCIATA USA A BANGKOK Centinaia di persone hanno manifestato davanti all’ambasciata Usa a Bangkok in segno di protesta contro il film anti-islam. Circa 400 persone secondo la polizia si sono raccolte davanti alla sede diplomatica americana, protetta da 300 poliziotti, al grido di “Allah Akbar” (Allah è grande) e “Abbasso l’America”. Ieri l’ambasciata Usa aveva annunciato la chiusura dei suoi uffici oggi in previsioni della manifestazioni. Gli organizzatori, che non vogliono essere identificati in nessun gruppo specifico, hanno tentato di dissuadere i giornalisti dal parlare con i partecipanti.
KASHMIR INDIANO PARALIZZATO DA PROTESTE , RESTA ALTA LA TENSIONE Diverse marce di protesta e uno sciopero generale ha paralizzato oggi il Kashmir indiano, la regione himalayana a maggioranza mussulmana, dove la tensione continua a rimanere alta per il film anti Islam prodotto negli Stati Uniti e diffuso su YouTube. Centinaia di manifestanti sono sfilati per le strade del capoluogo di Srinagar dando alle fiamme bandiere a stelle e strisce e immagini del presidente Barack Obama. Secondo i media locali, le dimostrazioni si sono tenute in sette città della vallata. Ci sono stati scontri con le forze dell’ordine e atti vandalici contro veicoli della polizia. I gruppi islamici hanno inoltre proclamato per oggi una serrata dei negozi e uffici per protestare contro il film blasfemo in cui si mette in ridicolo il profeta Maometto. La protesta è stata appoggiata anche dai gruppi separatisti.