Zurigo – Per UBS si avvicina il momento in cui Atene abbandonerà l’Eurozona. “Il nostro scenario di base prevede, con una probabilità superiore al 50%, che la Grecia l’anno prossimo uscirà” dall’euro, afferma il capoeconomista Daniel Kalt in un’intervista pubblicata oggi dalla “Basler Zeitung”.
Il paese continua infatti ad avere troppi debiti – oltre 150% del PIL – e dipende completamente dal resto dell’Europa, che ogni tre mesi deve intervenire in aiuto. “Il problema non è per nulla risolto, continua a sussistere”, sostiene Kalt. La troika di esperti dell’Ue, della Banca centrale europea e del Fondo monetario internazionale devono chiudere entrambi gli occhi per far sì che il denaro continui ad affluire. “Questo però non continuerà più a lungo”.
L’uscita della Grecia dall’Eurozona accrescerebbe nuovamente la pressione sul franco. “Ciò potrebbe significare che la Banca nazionale svizzera sarà chiamata ad acquistare euro per diverse decine di miliardi, come ha già fatto in primavera”.
Kalt considera per contro minima la probabilità che l’unione monetaria fallisca completamente. Più probabile a suo avviso è che in cinque o dieci anni l’Eurozona si riduca in modo ordinato. “Ad esempio si toglie dapprima il Portogallo, poi la Spagna e così di seguito”.
L’economista ha anche messo in guardia le aziende svizzere dallo spostare la produzione in Germania. Al momento il paese è infatti attraente, ma se l’euro dovesse riprendersi o se tornasse il marco vi sarebbe un forte rafforzamento della valuta: il vantaggio iniziale andrebbe quindi perso.
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