Legnano – Settimana partita all’insegna di un’incertezza rinnovata sui marcati. Ieri si è cominciato a rendere pubblica la decisione della Cina (presa lo scorso 6 settembre) di effettuare operazioni di compravendita di petrolio utilizzando lo yuan e sena passare dal dollaro, il che, per quello che potrebbe significare a livello teorico nel lungo periodo, non ha prodotto effetti destabilizzanti sui mercati, che rimangono sostanzialmente sopra i livelli di supporto di medio periodo, pur avendo approfondito i ribassi.
La pubblicazione dell’IFO tedesco a 101.4, contro il 102.5 di attese degli operatori non ha certo aiutato la fiducia degli investitori che hanno continuato ad acquistare il dollaro americano, pur non riuscendo a fargli superare le resistenze di breve.
Se diamo uno sguardo al DJ FXCM Dollar Index infatti, abbiamo avuto il raggiungimento di 9,850 per poi ripiegare fino a 9,815, delineando così un andamento fortemente laterale durante gli ultimi giorni di contrattazione, indice di forte incertezza del mercato e dell’incapacità di far prendere una direzionalità precisa ai prezzi. Oggi sarà la volta della fiducia dei consumatori americani, in pubblicazione alle ore 16, attesa a 63.2 contro un precedente di 60.6 e potrebbe rappresentare un forte market mover, in grado di agire sui processi di propensione al rischio o di avversione ad esso, catene che, come abbiamo già avuto modo di vedere, risultano essere ancora verificabili soprattutto ora che le politiche monetarie sono dettate e che si deve trovare qualcosa in grado di far partire movimenti di breve termine, per l’appunto, i dati macro, soprattutto quando rivolti ad indici di fiducia o che riguardano il mercato del lavoro.
Oggi Mario Draghi incontrerà anche la federazione degli industriali tedeschi e dovrà spiegare loro quale sia la linea di demarcazione tra politica monetaria e politica di bilancio (ossia fornire aiuti diretti a Stati in difficoltà).
Prevista per oggi anche l’asta di titoli di stato italiani, dove si cercherà di collocare tra i 3 ed i 4 miliardi di euro di CTZ (scadenza settembre 2014) e tra i 750 milioni ed il miliardo e mezzo di BTP (scadenza settembre 2016/2021) e la buona riuscita di essa potrebbe portare ad una frenata temporanea di quella che potrebbe essere una nuova giornata di ribassi.
EurUsd
La moneta unica europea ha fermato i suoi ribassi intorno a 1.2900 ed ora, pur rimanendo all’intreno di un quadro ribassista di medio periodo ha mostrato correzioni in grado di non spingersi oltre 1.2950, livello molto vicino a 1.2975, punto di resistenza dato dalla copresenza di punti statici precedenti, e livelli dinamici dati dalla parte alta della bandiera ribassista all’interno della quale si stanno muovendo i prezzi da ieri pomeriggio, dal passaggio della EMA100 e dalla trendline discendente tracciata da doppio massimo di settimana scorsa. Un superamento di questo livello potrebbe portare a rivedere 1.3000, dove bisognerà fare attenzione a false rotture rialziste nel primo quarto di figura successivo. Un ritorno in area 1.2900 potrebbe far ripuntare quell’1.2860 visto ieri.
UsdJpy
Il UsdJpy, secondo copione, è andato a rompere a ribasso l’importante livello di 78.00, pur senza raggiungere in prima battuta il livello di 77.50. La discesa appare ordinata e si sta mantenendo sotto la media mobile a 21 periodi, che ci fornisce i primi punti di resistenza dinamica, allargabili fino alla figura rotta ieri. 77.50 rimane un potenziale obiettivo che in caso di avversione al rischio potrebbe essere visto in giornata. Lo Speculative Sentiment Index, che ieri ha suggerito potenziali estensioni a ribasso, rimane fortemente sbilanciato sul lato long di mercato, segnalando che oltre il 94% dei trader retail è ancora lungo di dollari, quindi attenzione ad ulteriori, potenziali, accelerazioni verso i supporti a causa degli stop dei rialzisti che potrebbero essere colpiti dal mercato.
EurJpy
Nuova salita dello yen anche nei confronti della moneta unica europea, dove non è stato raggiunto il livello psicologico e tondo di 100 yen per ogni euro, ma dove la strada potrebbe essere ancora quella di un ribasso per il raggiungimento dell’obiettivo visto ieri. L’area tra 100.80/90 è quella che non deve essere superata per far sì che non vi sia un cambiamento di scenario.
GbpUsd
Il cable ieri ha mostrato una price action abbastanza confusa, confermando i momenti di attesa che si stanno vivendo su questo cambio. Lo sbilancio dei retail rimane sul lato corto di mercato, ma la lontananza da quell’1.6300 che si è tentato di rompere sul finire di settimana scorsa fa sì che questo dato risulti meno significativo rispetto a quanto visto sul cugino UsdJpy. Possibilità di rimanere in fase laterale tra 1.6200 (sbarramento per 1.6170) e 1.6270.
AudUsd
Per quanto riguarda il dollaro australiano i livelli da proporre risultano essere uguali a quelli di ieri, vista la poca volatilità mostrata dal mercato nella giornata di ieri. Per quanto concerne orizzonti temporali più brevi, 1.0400 e 1.0450 risultano essere i punti principali per assistere ad accelerazioni (se rotti) o che potrebbero continuare a contenere il movimento di lieve correzione visto ieri, dando luogo ad una fase laterale. I confini posti a 1.0525 e 1.0375 rimangono i livelli da sfruttare per operatività pensate da grafici a 4 ore in su.
XAU/USD
Molto bella l’ampia fase laterale che sta vivendo l’oro, che mostra possibilità di ripiegare nuovamente verso i minimi di ieri, che diventano un fortissimo supporto statico per evitare di assistere a discese verso 1,745.00, scenario che vede resistenze poste sotto 1,770.00 e che se rotte aprirebbero a 1,780.00.
USOil
Molto bello lo swing visto sul petrolio, che ha segnato un doppio minimo in area 91 figura ed ora si trova a scambiare sotto 92.50, livello statico importante dato da un massimo relativo del 20 settembre. In cao di andamento negativo delle borse europee, potremmo assistere al tentativo di rottura ribassista di quella che potrebbe essere una figura d’inversione del trend di breve periodo che abbiamo visto, figura da sfruttare soltanto in caso di rottura rialzista di 92.50 e di 93.15 per chi è più conservativo (EMA100).
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