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L’uomo piu’ potente nell’economia mondiale

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New York – Ben Bernanke, ormai giunto al crepuscolo della sua carriera, potrebbe essere insignito dello scettro dell’uomo piu’ potente nei mercati finanziari internazionali. Se non fosse per il presidente della banca centrale europea Mario Draghi, che con le sue mosse e dichiarazioni forti ha dimostrato di saper andare contro la legge dei falchi della fortezza della Bundesbank, la banca centrale di Germania.

Anche i presidenti della Banca del Giappone e di quella d’Inghilterra potrebbero essere presi in considerazione in una eventuale classifica delle persone piu’ potenti nell’economia mondiale. Cosi’ come di diritto dovrebbe esserlo il dirigente numero uno di Goldman Sachs, che insieme a una ristretta cerchia di investitori di primo piano come Warren Buffett, o il ministro saudita del Petrolio, esercitano giocoforza una grande influenza sui mercati.

Ma se si guarda a quello che a tutti gli effetti sono in grado di fare, allora il trono spetta a Mario Draghi. Nelle ultime settimane i poteri della Bce si sono ampliati, eccome. Oltre ai tassi di interesse e al controllo dei mercati dell’area, l’istituto di Francoforte puo’ dettare le politiche fiscali e di spese pubbliche ai singoli stati membri in quello che resta – nonostante le sue indubbie difficolta’ – il maggiore blocco unito del mondo, l’Eurozona.

“Il nuovo piano di acquisti di titoli di Stato della Bce è giustificato, necessario e efficace”. Con questo concetto l’uomo piu’ potente al mondo si presentera’ oggi a Berlino, dove terrà una inconsueta quanto attesa audizione al Bundestag, il Parlamento federale tedesco.

Aspettando di conoscere quali saranno le argomentazioni a cui farà ricorso, è possibile ipotizzarne alcuni punti chiave in base ai suoi recenti interventi. A cominciare da quello svolto meno di un mese fa proprio a Berlino, ad un convegno organizzato dall’associazione degli industriali tedeschi.

Intanto l’audizione stessa è preceduta da una specie di “giallo” sulle motivazioni che hanno spinto il Bundestag a cambiarne improvvisamente il programma, venerdì scorso, annunciando che sarebbe avvenuta a porte chiuse. Precedentemente era prevista la trasmissione anche su internet. Dalla presidenza del Parlamento teutonico spiegano che è stata una decisione dei gruppi parlamentari. Interpellati sulla questione, i vari gruppi o non rispondono, o dicono che è stato deciso da altri.

Però diversi parlamentari anticipano interventi che fanno presagire un dibattito acceso. E non solo verso le strategie della Bce, ma sulla linea che in questi mesi di crisi è stata tenuta anche dal governo della cancelliera Angela Merkel. Un vero peccato quindi che si sia deciso di non trasmettere tutto.

Draghi torna a Berlino dopo che nelle ultime settimane è stato molto attivo nello spendersi in prima persona a spiegare, soprattutto ai tedeschi, le ragioni che hanno spinto l’istituzione ad allestire un meccanismo di possibile difesa, a favore dei paesi dell’area euro i cui titoli di Stato sono sotto pressione: il piano battezzato Omt.