New York – E’ una strategia kamikaze quella delle banche spagnole, che per porre rimedio alla fuga di capitali dalle loro casseforti stanno imponendo tassi di interesse dell’8%, una percentuale alla lunga insostenibile.
Sul sito di El Economista si legge che questa guerra in corso “minaccia di distruggere i loro margini di profitto gia’ fiacchi”. Gli istituti sono pronti a offrire un interesse piu’ alto di rendita ai risparmiatori che volessero depositare capitale presso le loro filiali.
Le banche hanno trovato un nuovo modo di aggirare le leggi per incoraggiare i clienti a comprare titoli e aprire conti correnti, ma si tratta di un atto di disperazione per combattere la fuga di capitali.
Il 14% dei capitali in fuga e’ andato a finire ad Andorra, un mercato dove operano entita’ come AndbanK, Banca Privada de Andorra (BPA), Crèdit Andorrà , Morabanc e Banc Sabadell d’Andorra (filiale della banca spagnola anonima). Nei primi otto mesi dell’anno l’emorragia e’ salita a 247.172 milioni di euro, 620 volte l’anno passato.
La Spagna e’ finita nell’occhio del ciclone della crisi del debito europea e le sue banche stanno riscontrando difficolta’ sempre maggiori nell’aumentare i livelli di capitale e reperire fondi nei mercati finanziari. Cio’ le spinge a trovare nuovi modi per attirare depositi.
Il tasso annuale pagato dagli istituti e’ in media del 4%, ma in alcuni casi estremi raggiunge il 8%. In ogni caso e’ una cifra di molto sopra quella media dell’Eurozona, pari al 2,7% nell’arco di tempo di due anni.
Restando in tema finanziario, Thomas Mayer, senior economic adviser di Deutsche Bank AG, appurato che il governo greco e’ insolvente, ha suggerito al fondo salva stati ESM di assumere il controllo degli istituti ellenici in crisi.
“Senza una svalutazione della valuta l’economia non tornera’ a crescere prima di un certo lasso di tempo. Siccome all’interno dell’area euro non ci sono speranze per Atene, bisogna offrire piu’ soldi per evitare un collasso delle finanze pubbliche e delle banche”.
Per farlo bisogna ristrutturare il debito in modo da allungare le scadenze e forse ridurre i tassi di interesse. Il programma OSI non funziona.
“Per evitare che la Grecia imploda bisogna far si che il sistema bancario torni a funzionare. E per farlo – e’ il conetto espresso dall’analista tedesco – il miglior modo e’ che l’ESM gestisca le banche greche. Cosi’ sara’ anche in grado di aiutare la Banca degli Investimenti Europea e potra’ avviare fondi strutturati”.
Prima pero’ bisogna accettare che il programma messo in atto sin qui non funziona. Da questo punto di vista, le autorita’ europee non sembrano ancora pronte.