Milano – Che la Banca Popolare di Milano avesse un’ossatura sovradimensionata rispetto al proprio business non è una novità, ma è facile immaginare lo stupore del presidente Andrea Bonomi e dell’amministratore delegato Piero Montani quando hanno scoperto che le «strutture» all’interno di Piazza Meda sono 374 e non 252, come peraltro recitava il piano industriale.
In sostanza ci sono 122 poltrone che non erano state censite dalla vecchia gestione, la stessa che per anni ha chiuso gli occhi sulle cosiddette «carriere politiche».
A scoprire le caselle fantasma è stata la neo-responsabile della ex direzione «Organizzazione», Maria Luisa Arscott. Quanto al piano industriale e i 700 esuberi contestati, dopo lo stop alle trattative oggi alcune sigle riuniscono il direttivo; ma gli occhi sono puntati su domani, quando i sindacati Bpm sottoporranno i problemi rimasti irrisolti alle assemblee dei dipendenti.
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