New York – La notizia è stata resa nota solo qualche ora fa dallo stesso Pentagono: lo scorso 1° novembre, a qualche giorno dalle elezioni presidenziali, due caccia iraniani hanno aperto il fuoco contro un US Predatore drone, un drone americano, non armato. L’attacco si è verificato nel Golfo, ma il velivolo Usa non è stato colpito.
“Hanno intercettato l’aereo e hanno aperto il fuoco alcune volte”, ha detto il portavoce del Pentagono, George Little. I due caccia iraniani, modello Su-25 Frogfoot hanno attaccato almeno due volte. “Presumiamo che hanno attaccato per abbattere” il drone, ha aggiunto Little, precisando che il drone americano “non è mai entrato nei cieli iraniani” e che l’attacco si è verificato nelle acque internazionali.
Il drone stava svolgendo operazioni “di sorveglianza di routine”. Little ha affermato che “gli Stati Uniti hanno comunicato agli iraniani la volontà di continuare a condurre queste operazioni di controllo nelle acque internazionali del Golfo, in linea con il loro impegno ad assicurare la sicurezza della regione”.
Ancora, gli Stati Uniti hanno lanciato un chiaro avvertimento: “Disponiamo di una vasta gamma di opzioni, militari e diplomatiche, al fine di proteggere i nostri asset militari e le nostre forse nella regione, e agiremo di conseguenza se necessario”.