Milano – Non era mai successo: Mediaset paga il crollo degli spot e chiude i conti in rosso. Nel terzo trimestre la perdita è di 88 milioni, nei nove mesi è di 45,4 milioni. Per fine anno «in assenza di significativi miglioramenti del mercato pubblicitario – segnala una nota del gruppo televisivo che fa capo alla famiglia di Silvio Berlusconi – si stima un risultato netto consolidato in linea con quello registrato nei primi nove mesi». Ovvero, in rosso.
Di fronte a tale prospettiva, il presidente Fedele Confalonieri e il vicepresidente esecutivo Pier Silvio Berlusconi corrono ai ripari. Potendo far poco sul fronte dei ricavi – se non sperare che il vento cambi – puntano sui costi. Varando un piano ancora più severo per il loro contenimento. Dopo aver già raggiunto – con due anni di anticipo sulla tabella di marcia – risparmi per 200 milioni, che a fine anno saranno 250, nel giro di tre anni contano di ridurre gli oneri di altri 200 milioni, portando la «spending review» di Cologno Monzese a un totale di 450 milioni.
Austerity piena, insomma: negli anni dell’espansione, con l’apertura di nuovi canali sul digitale terrestre, della pay tv si sono create inefficienze e duplicazioni di strutture che, dopo una prima pulizia, verranno ulteriormente razionalizzate. Niente sarà risparmiato, promettono dal Biscione. Anche i rinnovi dei contratti di star e starlette saranno oggetti di trattative serrate. L’allarme rosso è suonato. Per dire: nei nove mesi i ricavi sono calati a 2,65 miliardi contro i 3,04 dello stesso periodo di un anno fa, -12%. Il Mol scende da 1,26 miliardi a 944 milioni di euro.
Il punto è che non c’è più pubblicità, in Spagna come in Italia. Nei primi nove mesi Mediaset ha visto calare gli spot del 14,7%, la Rai del 17,2%. Solo Sky e La7 potevano dirsi soddisfatte con i rispettivi +7,7 e +7,2%. Potevano. Perché già a settembre la doccia è diventata fredda per tutti. Secondo i dati forniti da Nielsen il mercato tv in generale ha visto una contrazione pubblicitaria del 24,2%. La Rai perde il 29,7% degli investimenti, Mediaset il 23,3%. Ma anche Sky vede scivolare via il 24,3%, La7 il 14%. Vacche magre per tutti, insomma. In attesa di stringere la cinghia un po’ di più, in casa Mediaset aspettano Natale e fanno i conti. I ricavi degli spot in Italia si fermano a 1,65 miliardi , il fatturato della pay, ossia di Premium, resta inchiodato a 382,4 milioni, e comunque, osservano da Mediaset, «in controtendenza rispetto all’andamento negativo della pay tv per il calo costante dei consumi delle famiglie».
In Spagna, stesso film. Giù i ricavi, da 731,6 a 629,8 milioni: -14%. A livello di gruppo le azioni di risparmio fin qui intraprese portano l’indebitamento finanziario netto a calare da 1,775 a 1,636 miliardi di euro. Proprio il calo del debito è ora la priorità. Per questo «è troppo presto», spiega agli analisti il direttore finanziario Marco Giordani per dire se Mediaset distribuirà dividendi agli azionisti. Secondo Giordani il focus è «sul rafforzamento della struttura patrimoniale ed è influenzato dal momento della raccolta pubblicitaria e dal contesto finanziario». Nessuna novità sulle ventilate ipotesi di partnership tra Mediaset e altri gruppi esteri nella pay tv: «Non c’è niente in concreta negoziazione e nulla accadrà nel breve termine».
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