Roma – Fa discutere il progetto di un’arma Wiki, stampabile e disponibile attraverso Internet, un’ idea non priva di follia che potrebbe raffreddare molti degli entusiasmi per la nuova generazione dei «makers». Sono i noti artigiani costruttori della cultura digitale, comunemente acclamati come i protagonisti della terza rivoluzione industriale, armati di stampanti 3d riportano al mondo concreto il principio delle idee condivise ed elaborate a distanza.
Tra le moltissime e interessanti innovazioni nel campo dell’informatica, dell’edilizia, del design, pensate e progettate in rete, quindi dalla rete fruibili come oggetti tangibili, sta creando qualche imbarazzo il progetto “Wiki Weapon”, che lo studente texano Cody Wilson ha lanciato attraverso il sito della sua associazione Defense Distributed. Lo studente sta condividendo la sua idea progettuale con chiunque volesse lavorarci per perfezionarla, attraverso un file scaricabile dal sito si trovano tutte le informazioni per la realizzazione di un prototipo che dovrebbe permettere, con una speciale stampante 3d, di potersi fare un’ arma in casa.
Il progetto Wiki Weapon naturalmente non ha un’effettiva possibilità di essere esportato come qualsiasi altra brillante idea partorita dai Makers. In Italia, ad esempio, oltre ad essere assolutamente illegale costruirsi armi in casa, lo sarebbe pure suggerire i piani realizzativi per farlo. Wiki Weapon, più che un progetto della generazione web 3.0, rischierebbe di essere trattato alla stregua di quei manuali che insegnano a fabbricar bombe o altri ordigni per attentati terroristici o guerriglia urbana. In un’ottica strettamente “americana” il progetto potrebbe avere una sua vocazione più politica, oltre che realmente finalizzata a costruire pistole e mitragliette da scambiarsi tra internauti. Un suo scopo potrebbe essere quello di ribadire le posizioni a favore del famoso secondo emendamento della Costituzione americana, che dal 1789, garantisce il diritto di possedere armi.
Nel suo sito web Cody Wilson scrive chiaramente che l’intenzione che muove il progetto è quella di richiamare l’attenzione dei governi su ciò che potrebbe accadere se, un giorno, qualsiasi cittadino potesse poter disporre nell’ immediato di un’arma “scaricandosela” da Internet. La pagina delle Faq (domande frequenti ) solleva questioni del tipo: “Perché stampare armi pericolose, quando si può acquistare a buon mercato di affidabili?” “Dove è possibile trovare i proiettili?”. Questi e altri quesiti che sembrano messi apposta per suscitare le reazioni da parte degli utenti, che sembrano in realtà divisi tra i pochi perplessi e i molti entusiasti. Non mancano infatti quelli che acclamano al progetto e addirittura suggeriscono materiali speciali per modellare con la stampante laser le parti dell’ arma più sottoposte a stress. Altri che immaginano che una pistola al 100% in plastica sarebbe al massimo un’ arma usa e getta e capace di sparare solo qualche colpo, come una macchina fotografica da pochi soldi.
Al momento, comunque vada da questo progetto, allo stato attuale della tecnologia domestica, non uscirà nessun prototipo. Per realizzare l’ arma occorre una costosa stampante 3d che costa 20.000 dollari. La compagnia Stratasys, che si occupa di stampa tridimensionale (e sta a sua volta lavorando a un progetto analogo, ma su scala industriale per delle importanti industrie d’armi) quando ha saputo dell’iniziativa “casalinga”, ha ritirato la stampante che Cody Wilson aveva noleggiato per costruire le sue armi fai da te, non giudicando ancora maturi i tempi per il bricolage di pistole e mitragliette. I nativi digitali ancora non sembrerebbero abbastanza cresciuti per l’ “umanesimo” proposto dal giovane texano che sognerebbe la libera distribuzione delle armi in file sharing, come se si trattasse di film o musica.
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