Legnano – Ieri il mercato ha dato segni di grande nervosismo, che tradotto in termini un po’ più tecnici, vuol dire volatilità e nella fattispecie assenza di direzionalità. Se nella mattina, infatti, i livelli grafici più importanti avevano sostanzialmente tenuto e i prezzi si erano come addormentati, da metà giornata lo scenario è completamente cambiato a partire dal dato negativo sulle Vendite al Dettaglio dell’Eurozona uscito a -1,2% rispetto ad attese piatte del -0.1%.
A quel punto l’eurodollaro ha incominciato a violare il primo supporto di breve posto a 1,3078, livello su cui è andato a consolidarsi per parte del pomeriggio fino a tentare una risalita di alcuni pips e poi stornare in serata e durante la sessione asiatica.
A contribuire a generare nervosismo e quindi liquidazione di posizioni e riposizionamenti, ci hanno pensato gli ADP Americani inferiori anch’essi alle attese, a cui hanno fatto però da controaltare le release sull’Indice ISM non manifatturiero e gli ordinativi delle fabbriche (USA) invece positivi.
Tutto ciò si è naturalmente riflesso sulle scelte di breve degli operatori ed in particolare sugli indici americani, uno su tutti l’SPX500, che dopo averci fatto assistere ad un repentino calo della quotazione da 1410 a 1410 in poco più di un’ora, si è poi riportato oltre i 1415 per poi concludere in area 1407, costituendo perciò l’emblema che è regnato ieri nei mercati.
Questo da un lato è motivato dai market mover che catturano notevolmente l’attenzione degli operatori, che si concentrano su orizzonti temporali di breve; dall’altro, il fiscal cliff continua a generare panico ed ottimismo a seconda dei rumours che si susseguono su possibili accordi e da quelle che poi diventatno succesive smentite.
In ultimo, il mercato si sta in qualche modo preparando a un fine settimana che dal punto di vista macro si presenta come tra i più caldi e che vede la successione di: decisione sui tassi della Bank of England, decisione sui tassi dell’Eurozona con relativa conferenza stampa di Mario Draghi – che potrebbe pronunciarsi sulla questione Grecia dopo l’ultima tranche di aiuti, su Cipro, e sul sostegno alle Banche Spagnole – e i Non Farm Payrolls Americani che da sempre costituiscono la news per antonomasia.
Questo a livello operativo ci induce ad evitare ingressi in posizione sulle release, dal momento che la volatilità di breve può generare cattura di stop loss e una cattiva esecuzione (slippage) legata alla liquidità che potrebbe venire a mancare per certi livelli di prezzo.
I posizionamenti inoltre devono essere posti in essere su punti tecnici importanti e con l’obbligo di tenere stop loss in macchina nel caso i prezzi incomincino a fluttuare in maniera “imprevedibile”.
EurUsd
La moneta unica, toccato ieri mattina quasi perfettamente il massimo precedente del 17 ottobre scorso (1.3125 contro 1.3140), ha incominciato un movimento correttivo. Dal punto di vista di un grafico giornaliero il calo del cambio eurodollaro potrebbe giungere sino all’importante livello di supporto di 1.3025, che oltre a essere indicato dal massimo precedenti è il punto di transito della parte bassa del canale di regressione lineare considerando la salita del cambio sino da metà novembre. Rotto questo livello Fibonacci indica uno storno ulteriore sino a 1.2950.
UsdJpy
La tendenza positiva del cambio UsdJpy, degli ultimi due giorni, ha fatto in modo di riportare i prezzi molto vicini ad un interessante punto di rottura. Parliamo di 82.70, livello indicato dalla trendline che congiunge i precedenti massimi calanti e che se rotta dovrebbe portare ad una continuazione del trend primario positivo. Un grafico orario rende bene questo concento di lateralizzazione molto simile ad una figura a bandiera. Nell’immediato, affinché questo scenario si realizzi, deve tenere il supporto di 82.35.
EurJpy
Massimi su massimi per il cambio eur/jpy che ieri ha sfiorato 108 per mostrare poi un rapido calo. La tendenza in atto da metà mese scorso sembra non essere in pericolo, anche se sembra aver perso un po’ di forza. I due livelli che calamitano maggiormente la nostra attenzione sono appunto 108, per una continuazione a rialzo, e l’area di supporto compresa tra 107 e 106,90.
GbpUsd
Il cable (GbpUsd) sembra vicino ad incominciare una correzione piuttosto forte. Poco al di sotto del livello attuale, 1.6085, si trova a passare infatti il supporto statico che da due giorni esatti accompagna il nostro trading. Una rottura a ribasso di questo livello apre, nel breve, la porta ad un movimento sino a 1.6050, punto di transito attuale della media di lungo (200) sui grafico orario, nonché livello grafico ricorrente osservando il periodo compreso fra il 23 novembre scorso ed inizio dicembre
AudUsd
Nonostante la grande volatilità, questo cambio come sempre si presenta tecnico nei livelli che ci offre. Dopo l’ottima salita che tuttavia non è andata oltre l’1.0500, il prezzo ha seguito le correlazioni ed è sceso in maniera importante nel primo pomeriggio, violando la media a 21 sull’orario (prima buona resistenza) ed arrestandosi su quelle a 100 e 200 nel medesimo time frame. Molto utile poteva essere anche la media 21 sul 4 ore che non è mai stata superata alla chiusura del lasso temporale. Ad ogni modo il cambio ha poi ben performato in serata riportandosi sulla precisa resistenza di 1,0485 che continua ad essere il riferimento all’insù. I supporti di breve restano invece 1,0455 ed 1,0440.
XauUsd
L’oro non poteva che essere estremamente volatile, all’interno di un contesto come quello di ieri e ha messo a segno nuovi minimi sotto i precedenti livelli di 1690. Il down trend sembra ora essere molto accentuato a favore di quello che resta un supporto molto importante del medio periodo, posto a 1672. Tentativi di correzione appaiono piuttosto verosimili in area 1694, seguito da 1700.
UsOil
Dopo l’ottimo approdo in area 90 e il rimbalzo al ribasso, resta molto volatile la price action del petrolio ed è sufficiente osservare le candele su un 4 ore per rendersene conto. Torna di grande attualita ora il supporto a 87,45, che se violato potrebbe ricondurci in area 85,20, mentre delel correzioni si potrebbero apprezzare a 88 dollari il barile.
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