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Wall Street incerta, Roubini scettico sull’immobiliare

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New York – Wall Street incerta, si mette in evidenza la debolezza dei titoli tecnologici. Il Dow Jones perde lo 0,27% a 13.135,01 punti, il Nasdaq cede lo 0,70% a 2.971,33 punti mentre lo S&P 500 lascia sul terreno lo 0,41% a 1.413,61 punti. Lo S&P 500 è in crescita +12,5% nel 2012. Di norma, l’indice ha guadagnato a dicembre, a partire dal 1928 – stando ai dati compilati da Bloomberg – +1,5% in media. Da allora, il mese di è confermato il secondo migliore dopo luglio.

Rientrato l’entusiamo per la performance della borsa di Shanghai, che ha registrato la migliore prova giornaliera degli ultimi tre anni. Ad alimentare gli acquisti e’ stato l’indice PMI dell’attivita’ manifatturiera, che ha dato segnali di ripresa per la seconda maggiore economia al mondo. Per lo piu’ positive anche le performance delle borse europee.

In Usa, ancora in stallo i colloqui sul baratro fiscale. L’incontro alla Casa Bianca tra il presidente Barack Obama e lo speaker della Camera John Boehner aveva illuso i mercati ieri. E’ ancora lontana l’intesa per scongiurare la contemporanea scadenza di una serie di sgravi fisali e lo scatto di aumenti delle tasse per un valore complessivo di 607 miliardi di dollari.

Dal fronte economico, positivo il dato relativo alla produzione industriale, che a novembre è cresciuta al ritmo più forte in due anni, sulla scia della ripresa del settore manifatturiero dalle conseguenze provocate dal passaggio dell’uragano Sandy.

Di fatto, la produzione è salita a novembre +1,1%, contro il +0,3% atteso dagli analisti e a seguito -0,7% di ottobre. “Il settore manifatturiero si conferma una nota positiva per gli Stati Uniti – ha commentato Robert Dye, responsabile economista presso Comerica a Dallas – Una volta che avremo superato le preoccupazioni di breve termine legate al fiscal cliff, sarà il settore manifatturiero la vera storia per la crescita Usa”.

Reso noto anche l’indice dei prezzi al consumo, termometro più rappresentativo dell’andamento dell’inflazione, sceso a novembre -0,3%. Si è trattato della prima flessione in sei mesi, condizionata dal calo dei costi energetici.

Apple sotto i riflettori. I costi delle opzioni sui titoli, misurati rispetto alle concorrenti, sono saliti infatti, stando a quanto riporta Bloomberg, al record degli ultimi quattro anni, riflettendo le preoccupazioni degli investitori sul futuro del colosso. Le quotazioni di Apple sono scese -25% a $529,69 dal record testato a settembre.

Ubs intanto ha espresso un parere negativo sul titolo, tagliando il target price a $700 da $800. Ridotte anche le stime sugli utili per il 2013 e il 2014.

Il trading sulle opzioni, commenta John Goltermann, gestore presso Obermeyer Asset Management ad Aspen, in Colorado, “riflette come i partecipanti al mercato siano diventati più scettici riguardo alla continuità del successo di Apple. Il mercato si interroga sulla capacità di innovazione del gigante dell’iPhone e su come i margini saranno protetti”.

Tra gli altri titoli, da monitorare nella sessione odierna Adobe Systems, dopo che la società di software ha riportato utili e vendite migliori delle attese.

Sugli altri mercati, in ambito valutario, in vista delle elezioni presidenziali e dopo gli annunci di nuovi piani di stimolo, lo yen giapponese si e’ indebolito per il quarto giorno di fila nei confronti dell’euro. La moneta unica, dopo aver superato la soglia di $1,31, dopo aver superato la soglia di $1,31, fa +0,14% a $1,3094. Dollaro/yen 0,28% a JPY 83,40. Euro/yen -0,08% a JPY 109,27. Occhio al supporto della divisa unica.

Sul fronte delle commodities, commodities, i futures sul petrolio sul petrolio +0,43% a $86,26 al barile, mentre quotazioni oro +0,09% a $1.698,30. Quanto ai Treasuries, i rendimenti sul benchmark decennale sono in calo all’1,702%.

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