Milano – Anche Nicole Minetti è indagata per peculato nell’inchiesta della procura di Milano sulle spese dei consiglieri regionali lombardi con i soldi pubblici. A suo carico ci sono anche consumazioni da circa 800 euro all’hotel Principe di Savoia.
Ammontano a diverse migliaia di euro le spese sostenute da Nicole Minetti. Secondo le indagini la consigliera regionale, già imputata per il caso Ruby, avrebbe usato i soldi pubblici per prendere taxi molte volte e pagare cene in ristoranti di lusso di Milano. Inoltre, stando all’ inchiesta, Minetti malgrado avesse già a disposizione un Ipad in dotazione ai consiglieri regionali, ne avrebbe acquistato un altro da 750 euro. Tra le spese anche “400 euro” per “sei coperti” al ristorante ‘Giannino’, e 16 euro per acquistare il libro ‘Mignottocrazia’ di Paolo Guzzanti.
Per Nicole Minetti l’interrogatorio è stato fissato per mercoledì prossimo, 19 dicembre. Da quanto si è saputo, l’ex showgirl avrebbe intenzione di presentarsi davanti ai pm per rispondere e per difendersi dall’accusa.
Anche l’ormai ex consigliere regionale lombardo Renzo Bossi, detto ‘il trota’, figura, da quanto si è saputo, tra gli indagati nell’inchiesta della procura di Milano sulle spese illecite effettuate coi soldi dei rimborsi regionali. Anche per lui l’accusa è quella di peculato.
CONTROLLI ANCHE SU ALTRI GRUPPI – La gdf di Milano sta acquisendo in Regione Lombardia con un decreto di esibizione i documenti relativi alle spese di altri Gruppi consiliari, tra cui Pd, Idv e Sel, nell’ambito dell’inchiesta sulle spese dei consiglieri regionali lombardi.
I finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria, su ordine del procuratore aggiunto Alfredo Robledo e dei pm Paolo Filippini e Antonio D’Alessio, stanno notificando i decreti di esibizione a tutti gli altri gruppi consiliari (esclusi quelli di Pdl e Lega) tra cui anche quelli dell’Udc, del gruppo misto e della lista Pensionati. Con questa attività gli investigatori puntano a raccogliere tutta la documentazione relativa alle spese dei gruppi per accertare eventuali comportamenti illeciti. Due mesi fa, invece, la Gdf aveva acquisito le carte dei rendiconti dei gruppi di Pdl e Lega ed avrebbe poi accertato spese illegali. Da qui l’invio di inviti a comparire per 22 persone, in un’inchiesta che al momento vede una quarantina di indagati, tra cui anche il capogruppo del Pdl, Paolo Valentini, e quello del Carroccio, Stefano Galli.
La richiesta di documentazione è stata fatta ai gruppi di Pd, Idv, Sel, Partito Pensionati, Udc e gruppo misto. In pratica, dunque, a tutti i gruppi rappresentati in Consiglio regionale oltre a Pdl e Lega Nord già coinvolti nell’inchiesta della Procura di Milano. La richiesta riguarda copia conforme della documentazione riguardo spese per attività di comunicazione, rappresentanza collaborazione/consulenza o comunque dichiarati utili per l’espletamento del mandato consigliare nel periodo compreso fra il 2008 e il 2012.
“Batman non c’é in Lombardia”: lo ha detto Roberto Formigoni rispondendo ai giornalisti sulla inchiesta sui rimborsi. “Credo proprio – ha aggiunto – che i nostri gruppi abbiano rispettato fino in fondo le regole”.
Arrivando al Pirellone a un convegno nell’ambito delle celebrazione dell’editto di Milano, Formigoni ha tenuto ad osservare “due cose” sull’inchiesta sui rimborsi. “La prima – ha detto – è che mi stupisce che siano soltanto alcuni gruppi, visto che le regole sono uguali per tutti”. “La seconda cosa – ha concluso il governatore – è che in Lombardia le regole sono molto chiare, nette e del tutto diverse da quelle vigenti in altre Regioni: credo proprio che i nostri gruppi abbiamo rispettato fino in fondo le regole”.
INCHIESTA SUI RIMBORSI ILLEGALI – Una quarantina di consiglieri regionali lombardi sono indagati in un’inchiesta della procura di Milano sull’utilizzo dei rimborsi dei gruppi consiliari. L’indagine, coordinata dal procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo e condotta dalla Gdf milanese, vede, da quanto si è saputo, al momento indagati consiglieri del Pdl e della Lega Nord.
Nell’inchiesta sono indagati i capigruppo in Regione Lombardia del Pdl e della Lega Nord, Paolo Valentini e Stefano Galli. Gli investigatori della Gdf avrebbero accertato un utilizzo illecito dei rimborsi regionali dei gruppi consiliari. In particolare l’indagine riguarderebbe spese fatte al di fuori dell’attività politica con soldi pubblici.
Tra gli oggetti acquistati con soldi pubblici, finiti sotto la lente della Procura di Milano, ci sono anche munizioni da caccia per 750 euro che sarebbero stati acquistate da un consigliere lombardo leghista.
Alcuni consiglieri lombardi avrebbero speso soldi pubblici per degustazioni, cocktail e acquisti di carne in macelleria, oltre a videogiochi, cappuccini e brioche.
Lo scorso 10 ottobre i finanzieri del Nucleo di polizia tributaria, su ordine del procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo e di pm Paolo Filippini e Antonio D’Alessio, erano andati in Regione Lombardia con un decreto di esibizione di documenti e avevano acquisito i rendiconti dei gruppi consiliari lombardi di Pdl e Lega dal 2008 al marzo del 2011.
Sul decreto in quella occasione erano indicati i nomi di tre indagati per peculato e truffa aggravata: il leghista ed ex presidente del Consiglio regionale, Davide Boni, già indagato in un’altra inchiesta per corruzione; l’ex vice presidente del Consiglio regionale ed ex assessore Franco Nicoli Cristiani (Pdl), anche lui accusato di corruzione in un’altra inchiesta; e l’ex assessore regionale Massimo Buscemi del Pdl.
Sotto la lente di ingrandimento degli investigatori, da quanto si è saputo, sono finite soprattutto le spese di comunicazione e di rappresentanza, ritenute sospette, dei gruppi consiliari del Pdl e della Lega e in particolare i finanzieri avrebbero accertato spese, per cene e viaggi, illecite. Da quanto si è saputo, inoltre, gli investigatori passeranno comunque al setaccio anche le spese con i rimborsi regionali di altri gruppi consiliari, come quello del Pd. Al momento, comunque, l’inchiesta vede una quarantina di indagati tra consiglieri del Pdl e del Carroccio. (ANSA)