Siena (WSI) – La Germania e’ solo l’ultimo dei grandi paesi al mondo a vedere ridotte le stime di crescita. Con l’appeal dei Treasuries Usa in calo, i bond governativi australiani dovrebbero fare meglio per il terzo anno consecutivo anche l’anno prossimo.
Il maggiore fondo obbligazionario al mondo, Pimco, ha pertanto suggerito di rifugiarsi nei titoli pubblici del paese del Sud Pacifico prima che il contagio dei tassi di crescita sotto la media si diffondano anche in Australia.
Secondo le stime di 19 economisti interpellati da Bloomberg, chi investe nei titoli a 10 anni registrera’ un ritorno del 3,7% l’anno prossimo se il rendimento rimarra’ invariato all’attuale livello di 3,36%.
Tassi di interesse: l’approssimarsi di un accordo sul fiscal cliff negli Stati Uniti ha contribuito ieri al rialzo dei listini azionari dell’area Euro e al calo degli spread. Lo spread italiano si è portato in prossimità dei 300 pb, sui livelli di inizio dicembre. Questa mattina gli spread sono stabili e le borse sono partite in leggero rialzo.
Il commissario agli Affari economici e monetari Rehn ha dichiarato che in Spagna il rischio di uno stress fiscale si è ridotto, ma rimane ancora elevato, precisando che il paese deve implementare le misure di bilancio. Allo stesso tempo Rehn ha precisato di non essere candidato alla presidenza dell’Eurogruppo. Ricordiamo che non è stato ancora deciso di chi sostituirà Juncker alla guida dell’Eurogruppo.
Sul tema Francia, Praet responsabile del dipartimento economico della Bce, in un’intervista a Le Figaro ha dichiarato che se il paese attenderà un attacco dei mercati per iniziare ad implementare le riforme, sarà poi più difficile riguadagnarne la fiducia.
La riduzione della tassazione sulle imprese è un buon inizio, ma l’impatto positivo è limitato dal fatto che sono state aumentate altre tasse. Sul fronte Grecia segnaliamo che l’agenzia di rating S&P ha aumentato il giudizio sul debito del paese dopo la conclusione del programma di buy-back. Il rating è stato aumentato da “selective default” a B- con outlook stabile.
L’outlook stabile viene giustificato dalla determinazione che i membri dell’area Euro hanno mostrato nel supportare il paese e dall’impegno del governo greco nel processo di aggiustamento fiscale e strutturale. Sul fronte macro oggi è attesa la fiducia degli imprenditori tedeschi (IFO) che a dicembre potrebbe essere aumentata per il secondo mese in base al consenso di Bloomberg. Nella giornata di ieri le banche centrali di Ungheria, Svezia e Turchia hanno tagliato di 25 pb i propri tassi di riferimento in buona misura al fine di supportare la crescita. Più in particolare la Turchia ha portato il tasso di riferimento al minimo storico del 5,5%, giustificando la decisione in chiave preventiva contro gli effetti potenzialmente negativi sul cambio derivanti da un’accelerazione dei capitali in ingresso.
Negli Usa l’indice S&P500 ha consolidato un nuovo livello record da circa due mesi, supportato questa volta soprattutto dal comparto tecnologico ed energetico. Gli operatori percepiscono come molto vicino l’accordo sul fiscal cliff, dopo la riduzione delle distanze delle proposte di repubblicani e democratici. Dal lato macro l’indice della fiducia dei costruttori di dicembre ha segnato un nuovo record dal 2006, confermando il recupero del comparto che ha caratterizzato il 2012. Sul fronte emergente da segnalare la buona performance ieri del mercato azionario brasiliano, tornato ai massimi da ottobre.
Valute: euro vs dollaro sui massimi da maggio, sopra area 1,32, spinto dal clima positivo sull’andamento dei negoziati negli Usa. Il livello di supporto si colloca ad 1,318 mentre quello di resistenza 1,328. Prosegue il deprezzamento dello yen con il cross verso euro sui massimi dall’agosto 2011. Segnaliamo che domani è in programma la riunione della BoJ da cui potrebbero arrivare ulteriori misure accomodanti o dichiarazioni che potrebbero far scontare al mercato nuove misure ad inizio 2013. L’euro/yen oggi trova il livello di resistenza a 112, i supporti a 110 e 111. Sul dollaro/yen la resistenza si colloca a 84,40, il supporto principale presso 83,40-60.
Materie prime: ieri la giornata è stata caratterizzata da marcati ribassi dei metalli preziosi nonostante il deprezzamento del dollaro che tipicamente tende invece a favorirli. La motivazione potrebbe risiedere nelle attese di un prossimo accordo tra repubblicani e democratici che potrebbe rendere meno interessante nel breve l’acquisto di oro in termini di bene rifugio. L’oro ha perso oltre l’1,5% arrivando a toccare temporaneamente i minimi da oltre 3 mesi. Nonostante il calo ieri si è registrato il nuovo record dell’oro detenuto dagli Etf mondiali.
Tra gli energetici, positivo il petrolio anch’esso favorito dalle attese relative al fiscal cliff. Andamento misto per i metalli industriali al Lme, in calo la maggior parte delle agricole. Un’eccezione è costituita dal succo d’arancia, sui massimi da 7 mesi sulla speculazione di danni al raccolto in Florida.
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