New York – Buone notizie per l’economia degli Stati Uniti. Nel terzo trimestre del 2012, il prodotto interno lordo Usa è cresciuto a un ritmo annuale +3,1%, superiore a quanto reso noto in precedenza e meglio delle attese del consensus. E’ quanto riporta il Dipartimento del Commercio Usa.
Gli analisti avevano previsto un rialzo tra +2,7%, come nella prima revisione dell’indicatore, e +2,8%. Da segnalare che, su base trimestrale, il Pil americano viene comunicato tre volte: diffuso prima il dato preliminare, a cui segue una prima revisione e una terza, che è quella finale.
A incidere positivamente sull’indicatore è stato il rialzo, in primo in tre anni, delle spese dei governi statali e locali, i maggiori consumi e il minore deficit commerciale rispetto a quanto inizialmente atteso.
In particolare, le spese dei consumatori hanno registrato un incremento annuo +1,6%, rispetto a +1,4% comunicato nella prima revisione e +1,5% nel secondo trimestre. La crescita è stata invece frenata dagli investimenti delle aziende, in particolar modo in attrezzature e software, scesi -2,6%, al ritmo più forte dal secondo trimestre del 2009. Molto bene invece gli investimenti residenziali, balzati a un tasso annuo +13,5% nel terzo trimestre.
Il punto, tuttavia, è che la media dei 79 economisti intervistati da Bloomberg nel periodo compreso tra il 7 e il 12 dicembre prevede che il Pil Usa tornerà a rallentare in questo trimestre, il quarto, segnando una crescita di appena +1,4%. La cautela nelle previsioni si spiega con l’incertezza relativa al precipizio fiscale, ovvero al mix di aumenti tasse e tagli alle spese del valore superiore a 600 miliardi di euro che colpirà l’economia Usa a gennaio, nel caso in cui il presidente Usa Barack Obama e i Repubblicani del Congresso non dovessero riuscire a trovare un accordo.