MILANO (WSI) – Borsa Milano in rialzo, sostenuta soprattutto dal forte balzo di Monte dei Paschi di Siena, che ha incamerato un guadagno oltre +12%. Ftse Mib chiude con +0,30% sopra 16.950 punti.
Gli operatori, inizialmente gelati dal contenuto delle minute della Fed, sono stati confortati nel pomeriggio dal rapporto sull’occupazione Usa di dicembre, che ha messo in evidenza una creazione di nuovi posti di lavoro +155.000 unità, meglio delle attese, e un tasso di disoccupazione al 7,8%, minimo in 4 anni, ovvero dal dicembre del 2008. Sono di fatto le notizie arrivate dagli Stati Uniti che hanno sostenuto il Ftse Mib, questa settimana, a partire dall’accordo sul fiscal cliff, fino ad arrivare alle indicazioni macro di oggi.
Ma sempre dagli Stati Uniti è arrivata una notizia che, sullo sfondo, potrebbe frenare nei prossimi giorni – e lo ha già fatto stamattina – il trend dei mercati. Si tratta delle minute della Fed, che hanno indicato come molti membri del braccio di politica monetaria del Fomc chiedano l’interruzione degli acquisti di titoli con cui finora la Banca centrale americana ha inondato di liquidità i suoi mercati. Il desiderio è di mettere fine entro il 2013 al terzo round di quantitative easing, attualmente da 85 miliardi di dollari al mese.
Dal fronte europeo, sono arrivate in mattinata alcune notizie di rilievo: intanto il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schaeuble punterebbe a varare in Germania tagli per cinque-sei miliardi di euro, al fine di azzerare il deficit dello stato federale nel 2014. Dal fronte economico, focus sempre sulla germania e in particolare sulle vendite al dettaglio, che a novembre hanno segnato un rialzo +1,2%.
In Italia, si guarda al dato sull’inflazione, che ha messo in evidenza un rialzo del carrello della spesa al 4,3%, contro il 3,5% del 2011. In generale, stando a quanto riportato dalle stime preliminari dell’Istat, il tasso di inflazione medio annuo per l’anno trascorso è stato pari al 3%, in accelerazione rispetto al 2,8% registrato per il 2011. La crisi continua ad attanagliare i cittadini italiani vessati dalle tasse e a fronte di prezzi più alti. Certo, su base annua nel solo mese di dicembre l’inflazione ha rallentato il passo, ma su base mensile è salita.
Reso noto inoltre anche il dato sul Pmi dell’Eurozona, che ha confermato la fase di contrazione dell’economia, restando sotto quota 50 punti base. Focus anche sull’inflazione dell’Eurozona che è rimasta stabile a dicembre.
I timori sulle prossime eventuali mosse della Fed non hanno ostacolato la voglia di buy che ha interessato la borsa di Tokyo; nel suo primo giorno di contrattazioni del 2013 – nei giorni precedenti era rimasta chiusa infatti per festività – l’azionario nipponico ha brindato in ritardo all’accordo americano sul fiscal cliff, balzando +2,8% e tornando così ai livelli precedenti lo tsunami che si è abbattuto contro il paese l’11 marzo del 2011. Di fatto, l’indice Nikkei è balzato a 10.688,11 punti ma durante le contrattazioni intraday è salito fino a +3,2%.
In flessione invece l’azionario asiatico escluso il Giappone, che ha ridotto i guadagni della settimana, che rimangono comunque i più sostenuti in più di un mese. L’indice di riferimento MSCI Asia Pacific Excluding Japan Index -0,7% nella seduta odierna, riduce rialzi settimanali a +1,91%.
BTP – Spread Italia-Germania a 10 anni ai nuovi minimi da fine 2010, è sceso fino a 271 punti base. Nel finale ha chiuso -1,75% a 277,23 punti base.
ALL’INTERNO DEL FTSE MIB – Focus sul titolo Fiat, che segna un rialzo +1,72%, tornando sotto la lente degli operatori a seguito della notizia sulle vendite della 500 negli Stati Uniti, balzate solo a dicembre +59% e +121% nell’intero 2012, a 43.772 unità. “Le vendite di Fiat 500 negli Stati Uniti, in Canada e in Messico hanno superato le 50.000 unita’ nel 2012”, recita la nota di Chrysler. Forti volumi di scambio sul titolo Mps, che è balzato oltre +12% beneficiando dei nuovi minimi testati dallo spread Italia; al momento le quotazioni +11,74%; altre banche in ripresa, come Banca Popolare di Milano +4,64%, Banco Popolare +1,45%, Intesa SanPaolo +0,66%, Ubi Banca +0,60%, Unicredit +0,41%; tra i titoli negativi Ansaldo -1,44%, Pirelli -0,72%, Telecom Italia -1,11%, Stm -1,32%,
ALTRI MERCATI – In ambito valutario, l’euro -0,05% a $1,3039; dollaro/yen +1,13% a JPY 88,22; euro/yen +0,78% a JPY 114,72.
Sul fronte delle commodities, commodities, i futures, i futures sul petrolio -0,16% a $92,77 al barile, mentre oro -1,62% a $1.647,50, al minimo dallo scorso 21 dicembre.
Effetto Fed sulle quotazioni dell’oro, che in generale sono destinate alla sesta settimana consecutiva di cali, il periodo più lungo di ribassi – su base settimanale – dal 2004. L’outlook – è poco confortante. Intervistato da Bloomberg Wang Xiaoli, responsabile strategist sugli investimenti presso CITICS Futures, in Cina, ricorda che “gran parte dei rialzi segnati dall’oro sono stati alimentati dalla politica monetaria accomodante (della Fed) e una sua eventuale fine danneggerebbe i guadagni”. In ogni caso, “è ancora troppo presto parlare di fine dei rialzi, dal momento che questi prezzi così bassi potrebbero attrarre ora i buyer del mercato fisico, che sono rimasti in gran parte assenti”.
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