NEW YORK (WSI) – Chiusura in territorio positivo per Wall Street. Il Dow Jones sale dello 0,31% a 13.432,98 punti, il Nasdaq avanza dello 0,04% a 3.101,66 punti, mentre lo S&P 500 mette a segno un progresso dello 0,5% a 1.466,23 punti. Proprio lo S&P 500 ha chiuso ai massimi degli ultimi cinque anni, ovvero a livelli pre-crisi e pre-Lehman Brothers: era dal 31 dicembre 2007 che non toccava livelli così elevati.
Gli indici azionari reggono grazie al buon dato relativo all’occupazione Usa, che ha messo in evidenza a dicembre una creazione di nuovi posti di lavoro +155.000 unità e un tasso di disoccupazione in lieve aumento al 7,8% dal 7,7% precedente, comunque al minimo dal dicembre del 2008.
“Credo che il quadro macroeconomico stia migliorando”, ha commentato Francois Savary, responsabile investimenti presso Rey Asset Management SA a Ginevra – Dopo il compromesso sul fiscal cliff, ci sono segnali che indicano che l’economia americana rallenterà, ma non fino a scivolare in recessione. Detto questo, ci potrebbe essere un po’ di volatilità sui mercati nelle prossime settimane”.
Da segnalare che lo S&P 500 è salito questa settimana +4,2%, registrando il guadagno più sostenuto dal 2 dicembre del 2011; nella giornata di ieri, prima che arrivasse la gelata Fed, l’indice è avanzato fino a un punto dal livello di chiusura massimo in cinque anni. Nel 2012, lo S&P 500 ha segnato un balzo +13%, realizzando il guadagno più forte in tre anni.
Occhio alla nota positiva da parte di RBC Dominion Securities sull’azionario Usa; “a prescindere da cosa si potrà pensare riguardo all’accordo sul fiscal cliff concluso a Washington, sicuramente è stato rimosso un elemento di incertezza, fattore che risulta positivo per i prezzi dei titoli”, hanno scritto gli analisti guidati da Myles Zyblock.
Bene Citigroup, dopo che Goldman Sachs ha incluso il titolo nella sua conviction-buy list. Secondo gli analisti di Goldman, il nuovo amministratore delegato Michael Corbat permetterà alla banca di realizzare maggiori ritorni e di veder crescere la propria efficienza.
PerkinElemer, società di diagnostica e ricerca, in rialzo dopo che Morgan Stanley ha rivisto al rialzo il titolo da “equal weight” a “overweight”.
I mercati resistono nonostante la preoccupazione successiva alle minute della Fed, che hanno messo in evidenza come molti membri del braccio di politica monetaria del Fomc chiedano l’interruzione degli acquisti di titoli con cui finora la Banca centrale americana ha inondato di liquidità i suoi mercati. L’obiettivo è di mettere fine entro il 2013 al terzo round di quantitative easing, attualmente da 85 miliardi di dollari al mese.
Risentono dei verbali della Fed più i titoli di stato Usa: ovviamente si teme che la Fed toglierà ossigeno a un mercato che molti economisti definiscono da bolla, dopo la lunga fase rialzista. Ora i bond sono presi di mira e i tassi salgono all’1,933%, al massimo da maggio.
ALTRI MERCATI – In ambito valutario, l’ euro -0,05% a $1,3040; dollaro/yen +0,85% a JPY 87,97; euro/yen +0,78% a JPY 114,72.
Sul fronte delle commodities, commodities, i futures, i futures sul petrolio -0,24% a $92,70 al barile, mentre oro -1,73% a $1.645,60, al minimo dallo scorso 21 dicembre.
Effetto Fed sulle quotazioni dell’oro, che in generale sono destinate alla sesta settimana consecutiva di cali, il periodo più lungo di ribassi – su base settimanale – dal 2004. L’outlook – è poco confortante.
Intervistato da Bloomberg Wang Xiaoli, responsabile strategist sugli investimenti presso CITICS Futures, in Cina, ricorda che “gran parte dei rialzi segnati dall’oro è stata alimentata dalla politica monetaria accomodante (della Fed) e una sua eventuale fine danneggerebbe i guadagni”. In ogni caso, “è ancora troppo presto parlare di fine dei rialzi, dal momento che questi prezzi così bassi potrebbero attrarre ora i buyer del mercato fisico, che sono rimasti in gran parte assenti”.
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