NEW YORK (WSI) – La Grecia sara’ il primo paese a uscire dall’area euro: succedera’ nel 2013, mentre l’anno dopo sara’ la volta della Spagna. Ne e’ convinto l’economista Charles Robertson di Renaissance Capital.
Se la previsione non e’ certo delle piu’ ottimiste, c’e’ chi si e’ spinto ancora piu’ oltre: si tratta del gestore di fondi speculativi Kyle Bass, secondo cui il destino dell’Europa e’ gia’ segnato. Tanto che “solo una guerra potra’ risolvere i problemi strutturali” dell’Eurozona.
A riportare le sue dichiarazioni shock e’ Reuters. La recessione determinata dalo scoppio della crisi del debito non avra’ un lieto fine. “Finira’ con una guerra” mondiale”, ha avvertito Bass, fondatore di Hayman Capital Management, con sede a Dallas, in Texas.
“Non so dire bene chi combattera’ chi, ma sono sicuro che nei prossimi anni assisteremo allo scoppio di rivoluzioni e guerre, e non certo piccole”, ha detto durante una conferenza stampa ieri.
Bass ha scomesso forte sul default dei paesi dell’area euro piu’ in difficolta’ finanziarie, come la Grecia, stimando che le autorita’ della regione non faranno nulla per sbloccare la fase di stallo che dura da ormai tre anni.
Atene e’ gia’ stata scenario di proteste violente, ma per ora si sono limitate ai confini nazionali. Molti analisti si chiedono come mai altri in Europa non siano scesi in strada e come mai le proteste non siano degenerate in violenze, dopo la perdita di posti di lavoro, l’incremento del peso fiscale, la riduzione delle spese pubbliche e altre disposizioni drammatiche intraprese dai governi di Spagna, Italia, Portogallo e Grecia. La disoccupazione ad Atene e Madrid ha raggiunto il 25%, coinvolgendo un quarto della popolazione.
L’opinione a dir poco apocalittica di Bass si fonda su calcoli precisi e non su strambalate premonizioni. Il debito nei mercati credizi internazionali ha raggiunto il 340% della produttività globale e “il mondo – ha sottolineato l’esperto – non ha mai vissuto periodi di pace quando e’ stato costretto a fare i conti con un tale fardello”.
Prendendo il caso Spagna, si scopre che il sistema del Welfare ha un defict di 3 miliardi di euro e che in futuro il governo potrebbe non avere piu’ i soldi per pagare le pensioni.
Alla fine del 2012 nella sua rubrica “Amaca”, Michele Serra aveva condannato le falle del sistema produttivo, denunciando modelli di consumo e di organizzaione del lavoro sballati. L’unica via di uscita’ e’ riuscire a gettare le basi piantando “i semi della società futura e di una nuova economia”, per usare le parole del comico e analista politico di lungo corso.