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Giappone si prepara allo scontro militare con la Cina

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NEW YORK (WSI) – Il conflitto tra le due maggiori potenze asiatiche non e’ piu’ iscritto in un domani troppo lontano. A giudicare dai documenti governativi il Giappone sta esplorando tutte le ipotesi sul tavolo per non farsi trovare impreparato allo scontro militare frontale con la Cina.

La task force del Partito Liberale Democratico nipponica, tornato da poco al potere dopo una breve parentesi di centro sinistra, ha annunciato ieri che aumentera’ le risorse per la Difesa di oltre 100 miliardi di yen (circa 1,15 miliardi di dollari). Tre dei cinque scenari individuati dal ministero della Difesa prevedono lo scontro tra le forze militari giapponesi e l’esercitio cinese del People’s Liberation Army (PLA).

Tra gli scenari militari esplorati figurano anche il contingente missilistico nordcoreano e quello russo, ma i primi tre sono tutti sulla crisi sino-giapponese relativa alle isole contese di Disoyu e Senkaku nel mare orientale cinese.

Il secondo scenario prevede una guerra lanciata dall’esercito cinese a ovest del Taiwan per impossessarsi delle isole di Ishigaki e Miyako (come vengono chiamate in giapponese).

Il terzo e probabilmente anche il piu’ controverso si concentra sulla reazione del Giappone a un’invasione cinese del Taiwan da qui al 2021 (la data e’ stata scelta perche’ coincide con il 100esimo anniversario della creazione del Partito Comunista Cinese).

Per portare a compimento il loro scopo, si legge nei documenti giapponesi, le truppe di Pechino utilizzerebbero con ogni probabilita’ una strategia militare gia’ vista in passato e si servirebbero di mezzi anfibi, forze speciali e missili balistici, per concludere il raid con un assedio eseguito dalle truppe di terra.

Quest’ultimo scenario fa pensare che le ostitlita’ vedrebbero coinvolti in prima persona unicamente le forze di Cina e Taiwan. Ma non e’ cosi’: la Cina attaccherebbe anche le basi militari di Usa e Giappone situate a Okinawa, lanciando missili balistici a lungo raggio, come il DF-21D e DF-31, per minacciare le portaerei della regione e quindi intimidire le forze Usa, nel caso in cui Washington tentasse di intervenire nel conflitto.

A quel punto il Giappone sarebbe chiamato direttamente in causa e correrebbe in soccorso del Taiwan. Secondo quanto riferito dalle fonti giapponesi, come riporta il sito The Diplomat, l’incremento del budget della Difesa giapponese annunciato verra’ utilizzato per finanziare la ricerca e sviluppo di nuovi sistemi radar e per costi di carburante e manutenzione della flotta aerea.

Questo e’ solo il primo passo, ce ne saranno altri nei prossimi mesi. A marzo 2012 le risorse a cui l’esercito giapponese poteva attingere erano pari ad appena 4.690 miliardi di yen (61 miliardi di dollari). Il fatto che Tokyo dedichi solo l’1% del Pil alla Difesa lascia ampio spazio di manovra per un’espansione delle spese militari.