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Cambi: l’euro ha corso troppo?

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LEGNANO (WSI) – Se solamente l’altroieri intitolavamo il nostro Morning Adviser “Supereuro”, ci ritroviamo dopo appena 48 ore a utilizzare un lessico diverso, tanto per usare un eufemismo. Dopo aver sfiorato l’1,34 il cambio principe Eurodollaro ha infatti pesantemente stornato fino a retrocedere sui livelli di venerdì scorso ante breakout rialzista.

La spiegazione di questa dinamica non è così immediata; l’euro mostra ancora una notevole forza e questo è testimoniato dai livelli a cui si trova non solo contro il dollaro americano, ma anche (e soprattutto) contro lo yen piuttosto che con la sterlina e il dollaro australiano verso i quali ha mostrato, dopo due anni e oltre di costante indebolimento, importanti fasi di consolidamento e di possibile rialzo.

D’altro canto è indubbio che la moneta unica sia rappresentativa di un’area economica che vive problemi enormi che si riflettono in gran parte delle variabili macroeconomiche, che puntualmente quando tornano agli onori della ribalta, anche solo per la percezione degli operatori finanziari nei confronti di questa o quella dichiarazione, sono in grado di muovere massicci flussi di liquidità necessari per spostamenti così importanti e veloci dei tassi di cambio.

Non ultimo, a questo proposito, è stato il Capo dei Ministri delle Finanze dell’Eurozona Juncker il quale si è mostrato preoccupato rispetto al recente e crescente apprezzamento dell’euro da egli considerato “pericolosamente alto”. Ciò, inserito nell’attuale contesto caratterizzato da operatori focalizzati sul breve periodo, ha contribuito a creare la formula esplosiva per un movimento così importante ed ha accelerato le prese di profitto anche di posizionamenti strategici a favore di euro di medio periodo.

Tuttavia, e questo continua ad essere un tema fondamentale da oramai qualche mese, il mercato permane nella sua de correlazione laddove le liquidazioni di posizioni lunghe di euro non si sono allineate a quelle delle altre valute ” a più alto rendimento”, dell’azionario e delle commodities, rimasti in gran parte in fase di consolidamento dei prezzi più recenti.

Ancora protagonista invece lo yen che si è rafforzato, ormai da due giorni a questa parte, mettendo a segno il ritracciamento più importante in termini percentuali da quando è cominciato il trend rialzista dei cambi che vedono come seconda valuta la divisa nipponica.

Nonostante continuino ad arrivare dichiarazioni d’intento a favore di una maggiore debolezza di yen e di una lotta senza precedenti alla deflazione da parte dei membri del Governo, supportati verosimilmente dal prossimo nuovo Governatore della Bank of Japan, si è avuta la perecezione da parte degli investitori che i livelli attuali possano essere ritenuti, dai sopracitati policy maker, soddisfacenti nel breve periodo, sulla base dell’assunto che essi stessi vogliano rallentare questo trend caratterizzato da un momentum così accentuato.

Oggi potrebbe perciò essere un giorno cruciale per capire se questa logica si rifletterà in ulteriori vendite o se invece potrà riprendere il cammino ascesista, laddove la giornata resta abbastanza scevra di market mover di grosso rilievo.

EurUsd

Il supporto che ieri individuavamo in 1,3350 è stato ieri infranto con forza e ha portato ad approdi precisi sulla soglia psicologica di 1,33 per approfondire poi sul supporto tecnico di maggior rilievo a 1,3280 in precedenza punto di rottura del break rialzista.

Ciò non invalida l’importante percorso al rialzo in atto sul cambio da quasi due mesi, come si evince da un grafico giornaliero dove la media a 21 periodo ancora fornisce direzionalità piuttosto marcata.

Lo stesso indicatore, su un grafico con time frame a 4 ore, è stata invece perforata al ribasso fornendo così, in aggiunta al fatto che ci troviamo al di sotto del pivot point, un quadro negativo di breve periodo nel quale il preciso supporto e possibile punto di arresto delle vendite è costitutio dall’1,3250.

Possibile perciò un tentativo di risalita fino all’1,33 dove potrebbe verificarsi un pullback della media a 21 sull’orario, media che se venisse oltrepassata ci riporterebbe invece ad osservare le resistenze poste in primis a 1,3340 e in estensione a 1,3370.

UsdJpy

L’ultima volta alla quale abbiamo assistito a due candele daily negative consecutive, e questo avverrebbe se le vendite permanessero, il cambio ha poi ripreso con forza il rialzo crescendo ancora di due figure. Di per sé questo importante ritracciamento non va perciò ad invalidare il quadro bullish di medio periodo nonostante abbia fallito il raggiungimento delle aree di target nelle quali ci si aspettava potesse arrivare. La divergenza ribassista sul grafico a 4 ore che ieri evidenziavamo si è ben sviluppata andando oltre la media a 21 periodi, sempre precisa sui retest per rompere al ribasso anche l’importante supporot a 88,40. Un pullback su questo punto, ora resistenza, potrebbe perciò causare ulteriori storni verso l’87,40; un superamento invece potrebbe essere foriero di un movimento al rialzo giustificato da una buona divergenza rialzista sul grafico orario per approdi a 89.

EurJpy

La ripresa tonicità di yen e la contestuale debolezza di yen hanno contribuito a ribassi considerevoli su questo corss in grado di violare i più importanti supporti statici uno dopo l’altro. Torna perciò di grande attualità il livello di 116,30 ormai famigerato ritracciamento di Fibonacci al 50% tracciato su un grafico weekly a proiezione della grande discesa del cambio negli ultimi anni. I punti di resistenza permangono invece 117,30, 118 e 118,60 e potranno essere legati ad una rinnovata forza di euro, fermo restano uno yen ancora verosimilmente ricomprato.

GbpUsd

Aprendo un grafico daily del cable salta subito all’occhio l’estrema precisione della trendline bullish che accompagna la price action dai minimi di inizio Giugno 2012. E’ proprio di questi minuti il test di questo livello dinamico ora passante per 1,6040 che precede il più cruciale 1,60 sotto il quale ampio sarebbe lo spazio al ribasso fino a 1,5820. Potrebbero perciò, i livelli attuali, costituire un’ottima opportunità di acquisto per prime prese di profitto sulle prime resistenze a 1,6080. Il superamento di quest’ultimo comporrebbe estensioni long dino a 1,61 e 1,6180.

AudUsd

La compressione di volatilità di cui ieri accennavamo è rimasta nella price action di questo cambio, racchiuso ora all’interno di una congestione che trova nel pivot, ancora una volta, il suo preciso valore mediano. Al momento l’ottica di breve resta long per obiettivi in area 1,06, stando pronti a girarsi alla violazione al ribasso di 1,0550 per target veloci in area 1,0515.

Ger30

L’indice tedesco è finalmente uscito dalla congestione che lo ha intrappolato per quasi 20 giorni. Precisa è stata infatti la rottura del livello di 7690 per approdi, altrettanto puntuali, verso 7640. Possibile ora il pullback del livello di breakout per ritorni proprio a 7640. Nell’ottica di una possibile rinnovata volatilità, gli approfondimenti ribassisti riguarderebbero i livelli di 7600 e 7555. Sopra 7700 si ritorna invece a guardare, banalmente, il 7750.

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