ROMA (WSI) – Adesso non si può proprio più nascondere la realtà dei fatti. Il miracolo tedesco si è spezzato. Le previsioni economiche delineate da Frau Merkel e la sua squadra di governo hanno messo a fuoco che la crisi del debito è arrivata a lambire i land in Germania. Le stime governative hanno previsto che la crescita dell’economia si fermerà quest’anno a un +0,4%. In quei numeri riecheggiano le indicazioni del presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi.
Con quel “La crisi della Eurozona sta cominciando a interessare anche l’economia tedesca”, il numero uno della Bce aveva delineato la situazione. Ma nessuno si aspettava che la crescita del Pil nel Paese si sarebbe fermata a una crescita dello 0,7% nel 2012 dopo il +3% del 2011 e il +4,2% del 2010.
Ma oggi ricredersi è facile, complice anche i timori su un rallentamento della Cina: le vittime saranno loro, le esportazioni tedesche, che dovrebbero subireuna nuova frenata nei prossimi mesi. La domanda che inquieta di più gli economisti è comunque un’altra: cosa succederà quando la Germania si fermerà?.
Alcuni sostengono che per l’Europa si aprirà una nuova stagione di tensioni. “Finiremo per alimentare un’altra volta il circolo vizioso di pericoli crescenti per la stabilità finanziaria, dal momento che il sistema bancario europeo resta ancora sotto capitalizzato”, è la chiave di lettura che danno gli esperti di mercato.
Come dire i passi avanti compiuti nel 2012 – come l’introduzione del meccanismo di stabilità (ESM), la proposta di un’unione bancaria e il nuovo patto fiscale – potrebbero essere in pericolo.