NEW YORK (WSI) – Dopo la crisi dei debiti, l’incendio da spegnere al più presto porta il nome, ora, di guerra valutaria. Se ha acceso i fari su questo fronte anche uno come Bill Gross, fondatore di PIMCO, il più grande fondo obbligazionario al mondo, qualcosa vorrà pur dire.
“Non sono solo i giapponesi che stanno utilizzando la politica monetaria per indebolire la loro valuta. Anche gli americani e gli inglesi lo stanno facendo”, denuncia. E se ancora il concetto non fosse abbastanza chiaro specifica: Siamo in una guerra valutaria“.
Dal suo desk la situazione ricorda quella degli anni ’30 dello scorso secolo. “Anche allora – segnala Gross – ci fu un svalutazione competitiva: per l’Europa, ma oggi alla luce dei diversi interessi in gioco a causa dei tanti paesi che compongono la zona euro, sarà un difficile sia il tentativo di apprezzare sia quello di deprezzare la moneta unica“.
Se, infatti, per Spagna e Italia un euro più debole giocherebbe a sostegno delle loro economia; per il cuore d’Europa, la Germania, cambierebbe ben poco, visto che secondo Gross il paese sarebbe in grado di tenere il passo sui mercati mondiali “anche in assenza di una svalutazione monetaria”.
Resta da chiedersi se i diretti interessati risponderanno. Mentre il ministro delle Finanze giapponese, Taro Aso, ha respinto questa mattina le accuse internazionali di manipolazione dei cambi, qualche giorno fa a farlo è stato il commissario agli Affari economici e monetari, Olli Rehn.
Rehn ha affermato che “l’euro non è sopravvalutato, ma l’Unione europea è impegnata a evitare una guerra di valute”. La palla è ancora al centro. Nessuno dei giocatori sembra aver paura di fare autogol. Per Pimco la soluzione c’è: passa per una strategia che suggerisce di vendere dollari, mantenere in portafoglio euro e acquistare oro. Prima che sia troppo tardi.
Per contattare l’autore Twitter @Micaela Osella; micaela@wallstreetitalia.com