ROMA (WSI) – Alla fine, dopo ore serrate di trattative, un compromesso è arrivato. Si tratta della proposta presentata dal presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy, relativa al bilancio del periodo 2014-2020, con cui è stato stabilito che il tetto complessivo della spesa dovrà essere di 960 miliardi per gli impegni e di 908,4 miliardi per i pagamenti effettivi, ovvero l’effettiva liquidità che verrà messa a disposizione per le politiche europee fra il 2014 ed il 2020.
Un miliardo e mezzo sarà stanziato per le regioni meno sviluppate dell’Italia. Contro la disoccupazione giovanile nei paesi in cui supera il 25% – dunque Italia compresa – sono stati messi a disposizione per il periodo 2014-2020 sei miliardi di euro.
La cifra complessiva di 960 miliardi per gli impegni è inferiore di 11,9 miliardi a quella che era stata proposta da Van Rompuy nel consiglio di novembre, che si era concluso con un fallimento.
Il taglio è stato reso necessario a causa delle pressioni dei rigoristi, in primis Germania e Regno Unito, tanto che il premier britannico David Cameron era per un ammontare dei pagamenti a 900 miliardi di euro (la bozza parla invece appunto di pagamenti effettivi di 908 miliardi circa).
Una proposta che è stata accolta con diverse proposte dai paesi “beneficiari netti”, allarmati dal rischio di veder tagliati bruscamente i finanziamenti che ricevono dall”Unione europea. L’Italia ha cosi’ ottenuto risparmi per 500 milioni.
In occasione dell’incontro dei capi di stato e di governo è emerso l’asse Francia-Italia. Il presidente francese François Hollande ha subito messo le mani in avanti, invitando a non “dimenticare l’agricoltura e ignorare la crescita”. E il presidente del Consiglio italiano, Mario Monti, da parte sua, ha avvertito che si sarebbe battuto per un accordo improntato all’equità e alla crescita.