GINEVRA (WSI) – Nel caso in cui una banca tedesca effettui una transazione finanziaria – la vendita di un titolo azionario, ad esempio – con una compagnia di assicurazione situata in Spagna, la tassa sulle transazioni finanziarie (TTF) si applichera’ automaticamente in entrambi gli Stati.
I due stati fanno parte infatti del gruppo degli undici – Germania, Austria, Belgio, Spagna, Estonia, Francia, Grecia, Italia, Portogallo, Slovenia, Slovacchia – che hanno accettato i principi di una tassazione delle operazioni di mercato, i cui aspetti tecnici sono stati presentati ieri nel tardo pomeriggio.
Un altro esempio: se una banca francese entra in una operazione finanziaria con una banca svizzera. Il TTF potra’ essere infatti versato dai due istituti coinvolti, ma in Francia, perche’ la Svizzera non ha accettato di partecipare all’iniziativa. Come si vede, la tassa non risparmiera’ nessuno, nemmeno la City e la piazza di Zurigo.
(In fase di scrittura)
Paesi come Svizzera e Regno Unito potranno contestare la tassa, ma in alcuni casi come quello sopra descritto non potranno scamparla. La Tobin Tax si applichera’ secondo il principio di residenza: ovvero dovra’ essere versata al momento esatto in cui una delle due parti in causa ha sede in uno degli stati firmatari.
L’Associazione svizzera dei banchieri non ha voluto lasciare dichiarazioni ieri, al momento dell’annuncio della validita’ della tassa. In Usa il Tesoro, ma anche le altre societa’ finanziaria, contestano l’iniziativa degli Undici e vogliono persino portarli in Tribunale.
La tassa, che sara’ dello 0,1% per i titoli azionari e dello 0,01% per gli strumenti derivati, e’ stata approvata dall’UE nel quadro della “cooperazione rafforzata”, ovvero secondo il principio per il quale un gruppo di almeno nove stati puo’ prendere e mettere in atto una decisione, alla quale altri stati possono aggiungersi in un secondo momento.
COMPORTAMENTO IRRESPONSABILE
“La proposta e’ senza dubbio equa e tecnicamente solida”, ha precisato il commissario Ue Semeta. La tassa permettera’ di rafforzare il mercato unico e di moderare il comportamento irresponsabile di certi operatori di mercato”.
Semeta ha aggiunto che la tassa cosistuisce un contributo equo dell’industria finanziariara alle ricette dei governi pubblici. In totale, 5 mila istituti saranno colpiti dal TTF. Essa generera’ tra i 30 e i 35 miliardi di euro l’anno, secondo le stime della Commissione.
E non ci saranno problemi di decolizzazione delle attivita’? Assolutamente no, secondo Algirdas Semeta. “La Tobin Tax non avra’ un effetto negativo, perche’ nel loro insieme gli undici paesi rappresentano un mercato troppo grande per essere lasciato da parte dai maggiori istituti finanziari”.
Prossima tappa dell’iter legislativo: i principi prefissati saranno esaminati dalle autorita’ degli undici stati che hanno firmato l’intessa e che potranno concretizzare la Tobin Tax da qui al 2014.