Società

L’unica soluzione per abbassare le tasse

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ROMA (WSI) – Le improvvise dimissioni del Papa hanno interrotto il più grande spettacolo mediatico del mondo che andava in onda su tutti i canali televisivi e radiofonici italiani ormai da quasi due mesi.

All’inizio si guardavano i vari talk show nell’intento di percepire e ipotizzare il prossimo futuro del paese con uno spirito di angoscia (la caduta del Governo Monti), successivamente si è passati allo stupore ed amarezza (la perdita delle primarie di Matteo Renzi e la ricandidatura di Berlusconi & Company), adesso invece il tutto viene metabolizzato con un ridondante senso di nausea ed anche vergogna, nella piena consapevolezza che ora Beppe Grillo non è più il solo comico a far politica.

Ogni giorno tutti si scannano uno contro l’altro tirando in causa le nefandezze delle precedenti legislature e ammonendo che votare per questo o per quello può creare grande imbarazzo e preoccupazione per l’Europa, la BCE, Washington ed i mercati finanziari. Tuttavia su un fronte sembrano tutti coesi ed allineati ovvero abbassare la pressione fiscale, ciascuno proponendo la propria strategia o medicina.

Chi parla di svendere parte del patrimonio pubblico, chi vuole fare la lotta serrata all’evasione, chi vuole togliere privilegi alla classe parlamentare, chi vuole fare accordi con la Svizzera, chi vuole tassare i grandi patrimoni per allegerire il carico fiscale delle classi più deboli.

Ognuno decanta la bontà e l’efficacia del fare questo piuttosto che quello. Nella maggior parte dei casi si assiste a folkloristiche esternazioni prosaiche che fanno molto leva sullo spirito di rivalsa che ha il loro elettorato nei confronti di chi ha detenuto e detiene ancora il potere.

Pertanto vai con il taglio delle province, vai con la revoca dei vitalizi, vai con l’abbattimento dei compensi elettorali, vai con il numero dei parlamentari. Come se tutte queste grandi innovazioni cambiassero veramente il quadro economico del paese.

Tanto per dare qualche numero se azzeraste tutti gli emolumenti del personale e gli oneri di mantenimento degli organi costituzionali (Camera, Senato e Quirinale) forse arrivate ad appena 3.5 miliardi di euro risparmiati su un bilancio complessivo annuo di oltre 780 miliardi !

Sicuramente sono tutte formulazioni che chiunque condivide e vorrebbe votare, ma che sul piano quantitativo non mutano il conto profitti e perdite della nostra nazione, e quindi la pressione fiscale complessiva.

Ci si guarda bene invece a rivelare l’unica soluzione che si dovrebbe intraprendere per abbassare le tasse, l’omertà conclamata di tutte le forze politiche fa capire che per ragioni di consenso elettorale nessuno si farà mai carico di esternarle.

Se volete veramente abbassare vigorosamente e sensibilmente la pressione fiscale italiana allora dovete diminuire il livello dei servizi dello stato, sia sul piano quantitativo che qualitativo.

Vivendo all’estero da italiano tutto questo è più che comprensibile e sensato se confrontato con lo stile di vita ed il livelli essenziali del welfare di qualsiasi altro paese.

Che se ne dica, ma l’italiano medio sta ancora benissimo ed è protetto oltre ogni limite sul fronte dell’indigenza economica, dell’assistenza sanitaria, del trasporto pubblico e di tutti gli altri servizi di base che denigriamo ogni giorno, ma che esistono non dimenticatelo mai e sono fruibili a tutti con costi che gravano sulla fiscalità diffusa.

Le prossime elezioni faranno solo ulteriore confusione politica e soprattutto non serviranno a nulla, a prescindere da chiunque vinca. L’Italia negli ultimi 20 anni non è stata capace di creare nessuna nuova classe dirigente da sostituirsi a quella attuale da rottamare.

Pertanto solo un soggetto esterno con una cultura di governance stile Sig.ra Rottermayer, può arrivare in Italia a dirvi finalmente, the party is over, introducendo tutti quei cambiamenti migliorativi che trasformeranno finalmente il paese. Questo rappresenta un compromesso che metterà in stand-by per un periodo indefinito il concetto di democrazia in Italia, ma sono disposto a fare questa concessione pur di vedere il mio paese cambiare in meglio dopo un’intera epoca di conservatorismo medioevale.

Queste affermazioni non troveranno consenso e gradimento tra molti lettori, tuttavia vi invito a soffermarvi su questo episodio: recentemente il Ministro dell’Istruzione tedesca, Annette Schavan, ha dovuto dare le proprie dimissioni in quanto si è scoperto che aveva copiato la sua tesi di ricerca durante il periodo di dottorato.

Pensate che questo possa succedere oggi anche in Italia ? Solo con un severo periodo di rieducazione ed un maestro di vecchio stampo (herr direktor) forse potremmo anche noi arrivare ad imitare il nostro educatore. Tutto il resto è pura illusione e propaganda all’italiana.

Il contenuto di questo articolo, pubblicato da Eugenio Benetazzo – che ringraziamo – esprime il pensiero dell’ autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.

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