SIENA (WSI) – La Procura di Firenze sta indagando sulla veridicità di un documento, datato 12 novembre 2008, che proverebbe l’esistenza di un patto di ferro sulla gestione del potere nella provincia di Siena. Gli autori sarebbero Denis Verdini, all’epoca coordinatore nazionale di Fi, incaricato da Berlusconi di gestire la nascita del Pdl, e l’onorevole del Pd Franco Ceccuzzi, futuro sindaco di Siena (che nella serata di lunedì 18 febbraio ha diffusoquesta smentita).
Successivamente anche Verdini ha smentito con una nota alle agenzie di stampa. Al centro dell’accordo c’è ancora una volta Mps. Il coordinatore del Pdl si offre di risolvere «le problematiche relative alla Banca e alla Fondazione» in cambio dei suoi uomini nei cda.
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Le elezioni amministrative del 2009 sono vicine e i due avvertono la necessità di istituire «un rapporto improntato nel reciproco rispetto, pur nella distinzione dei ruoli tra maggioranza e opposizione». Così è scritto elegantemente nel documento. In poche parole, più volgari, una vera e propria lottizzazione. Nulla di nuovo sotto il sole, se non che si tratta di un patto scritto nero su bianco. Verdini, forte dei rapporti personali con il Premier, assicura a Ceccuzzi il supporto alla maggioranza locale di centrosinistra, evitando possibili intoppi con il governo guidato da Berlusconi.
Il coordinatore del Pdl si offre anche di risolvere «le problematiche relative alla Banca e alla Fondazione del Monte dei Paschi. L’obiettivo primario è quello di garantire autonomia ed evitare ingerenze da parte delle autorità centrali». Verdini si impegna anche a intercedere presso i ministeri dello Sviluppo Economico, dei Trasporti delle Infrastrutture, del Turismo e dell’Ambiente per risolvere i problemi che riguardano le aziende della provincia senese: la crisi che ha colpito le industrie del cristallo, quella delle terme di Chianciano, del comparto pelletteria.
Verdini, in vista delle amministrative del giugno del 2009, si dà da fare persino per scovare e presentare un candidato che non sia troppo scomodo e che, soprattutto, non rovini gli equilibri esistenti, e a presentare liste rinunciando agli accordi destabilizzanti con quelle civiche. «Particolare attenzione – c’è scritto nell’accordo segreto – sarà riservato ai comuni di Radicofani, Gaiole, Chianciano Terme, Montepulciano e Poggibonsi».
Da parte sua, invece Ceccuzzi si impegna a riconoscere in Verdini l’unico interlocutore del Pdl e garantisce di confermare alla Presidenza di Antonveneta Andrea Pisaneschi. Ma il futuro sindaco senese promette anche di piazzare vice presidenti, consiglieri e revisori nei rispettivi cda delle Fondazioni, delle Banche e delle altre società controllate dal Monte dei Paschi.
Il patto prevede anche un accordo sulla spartizione delle nomine per la gestione delle società municipalizzate, dei consorzi e delle terme. Una sorta di manuale Cencelli, dove però sono solo in due a decidere e a spartirsi tutto da buoni amici, con la garanzia che nessuno controlli. I nomi dei due onorevoli sono in calce al documento, pronto per la firma che però non c’è. Probabilmente perchè è solo una copia che doveva essere mostrata a qualcuno più in alto di Verdini e Ceccuzzi per l’approvazione definitiva di uno scellerato patto che, secondo quello che stanno verificando i magistrati, sarebbe poi andato in porto.
La procura di Firenze ha ascoltato la versione dell’ex consigliere regionale Pdl, Angelo Pollina, come persona informata sui fatti. Già l’8 febbraio scorso erano stati sentiti in Procura il senatore Paolo Amato, ex Pdl, e il presidente del consiglio regionale della Toscana Alberto Monaci. Pollina fino al 2010 consigliere regionale del Pdl e anche consigliere comunale di Forza Italia a Siena. Poi è entrato in rotta di collisione ed è passato a Futuro e libertà, di cui è coordinatore regionale e candidato alla Camera in Toscana e Liguria alle imminenti elezioni politiche. Pur non avendo mai visto precedentemente quel documento, tutti avrebbero confermato ai pm l’effettiva realizzazione dei punti esposti. Pollina avrebbe dichiarato anche che, proprio in concomitanza della firma di quel patto, il Pdl senese avrebbe di fatto smesso di fare opposizione.
Al di là della veridicità del documento, alcuni dei patti dell’accordo sarebbero andati a buon fine. Non a caso, ricordando i suoi ’trascorsi’ nel Pdl, all’uscita dalla procura Pollina, come riporta l’Ansa, ha raccontato: «Facevamo politica perché credevamo di poter cambiare le cose e siamo stati fatti fuori. Chi è che ha combattuto per anni contro la sinistra? Mi pongo la domanda: forse siamo stati fatti fuori per quello? Prima c’era una battaglia, c’era opposizione. Oggi vedo quasi silenzio e un appiattirsi totale».
Infine, parlando del Pdl: «Con Roberto Tortoli segretario regionale avevamo i Comuni di tutta la Versilia, poi con Verdini, che ha scelto come consigliere Massimo Parisi, li abbiamo persi e il partito è stato distrutto». E la scelta di Alessandro Nannini come candidato sindaco a Siena?: «A Siena hanno riso tutti», ha risposto Pollina. ] La Procura di Firenze sta indagando sulla veridicità di un documento, datato 12 novembre 2008, che proverebbe l’esistenza di un patto di ferro sulla gestione del potere nella provincia di Siena.
Gli autori sarebbero Dennis Verdini, all’epoca coordinatore nazionale di Fi, incaricato da Berlusconi di gestire la nascita del Pdl, e l’onorevole del Pd Franco Ceccuzzi, futuro sindaco di Siena (che nella serata di lunedì 18 febbraio ha diffusoquesta smentita). Successivamente anche Verdini ha smentito con una nota alle agenzie di stampa.
Al centro dell’accordo c’è ancora una volta Mps. Il coordinatore del Pdl si offre di risolvere «le problematiche relative alla Banca e alla Fondazione» in cambio dei suoi uomini nei cda.
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Le elezioni amministrative del 2009 sono vicine e i due avvertono la necessità di istituire «un rapporto improntato nel reciproco rispetto, pur nella distinzione dei ruoli tra maggioranza e opposizione». Così è scritto elegantemente nel documento. In poche parole, più volgari, una vera e propria lottizzazione. Nulla di nuovo sotto il sole, se non che si tratta di un patto scritto nero su bianco.
Verdini, forte dei rapporti personali con il Premier, assicura a Ceccuzzi il supporto alla maggioranza locale di centrosinistra, evitando possibili intoppi con il governo guidato da Berlusconi. Il coordinatore del Pdl si offre anche di risolvere «le problematiche relative alla Banca e alla Fondazione del Monte dei Paschi. L’obiettivo primario è quello di garantire autonomia ed evitare ingerenze da parte delle autorità centrali».
Verdini si impegna anche a intercedere presso i ministeri dello Sviluppo Economico, dei Trasporti delle Infrastrutture, del Turismo e dell’Ambiente per risolvere i problemi che riguardano le aziende della provincia senese: la crisi che ha colpito le industrie del cristallo, quella delle terme di Chianciano, del comparto pelletteria. Verdini, in vista delle amministrative del giugno del 2009, si dà da fare persino per scovare e presentare un candidato che non sia troppo scomodo e che, soprattutto, non rovini gli equilibri esistenti, e a presentare liste rinunciando agli accordi destabilizzanti con quelle civiche.
«Particolare attenzione – c’è scritto nell’accordo segreto – sarà riservato ai comuni di Radicofani, Gaiole, Chianciano Terme, Montepulciano e Poggibonsi».
Da parte sua, invece Ceccuzzi si impegna a riconoscere in Verdini l’unico interlocutore del Pdl e garantisce di confermare alla Presidenza di Antonveneta Andrea Pisaneschi. Ma il futuro sindaco senese promette anche di piazzare vice presidenti, consiglieri e revisori nei rispettivi cda delle Fondazioni, delle Banche e delle altre società controllate dal Monte dei Paschi.
Il patto prevede anche un accordo sulla spartizione delle nomine per la gestione delle società municipalizzate, dei consorzi e delle terme. Una sorta di manuale Cencelli, dove però sono solo in due a decidere e a spartirsi tutto da buoni amici, con la garanzia che nessuno controlli. I nomi dei due onorevoli sono in calce al documento, pronto per la firma che però non c’è. Probabilmente perchè è solo una copia che doveva essere mostrata a qualcuno più in alto di Verdini e Ceccuzzi per l’approvazione definitiva di uno scellerato patto che, secondo quello che stanno verificando i magistrati, sarebbe poi andato in porto. La procura di Firenze ha ascoltato la versione dell’ex consigliere regionale Pdl, Angelo Pollina, come persona informata sui fatti.
Già l’8 febbraio scorso erano stati sentiti in Procura il senatore Paolo Amato, ex Pdl, e il presidente del consiglio regionale della Toscana Alberto Monaci. Pollina fino al 2010 consigliere regionale del Pdl e anche consigliere comunale di Forza Italia a Siena. Poi è entrato in rotta di collisione ed è passato a Futuro e libertà, di cui è coordinatore regionale e candidato alla Camera in Toscana e Liguria alle imminenti elezioni politiche. Pur non avendo mai visto precedentemente quel documento, tutti avrebbero confermato ai pm l’effettiva realizzazione dei punti esposti. Pollina avrebbe dichiarato anche che, proprio in concomitanza della firma di quel patto, il Pdl senese avrebbe di fatto smesso di fare opposizione.
Al di là della veridicità del documento, alcuni dei patti dell’accordo sarebbero andati a buon fine. Non a caso, ricordando i suoi ‘trascorsi’ nel Pdl, all’uscita dalla procura Pollina, come riporta l’Ansa, ha raccontato: «Facevamo politica perché credevamo di poter cambiare le cose e siamo stati fatti fuori. Chi è che ha combattuto per anni contro la sinistra? Mi pongo la domanda: forse siamo stati fatti fuori per quello? Prima c’era una battaglia, c’era opposizione. Oggi vedo quasi silenzio e un appiattirsi totale». Infine, parlando del Pdl: «Con Roberto Tortoli segretario regionale avevamo i Comuni di tutta la Versilia, poi con Verdini, che ha scelto come consigliere Massimo Parisi, li abbiamo persi e il partito è stato distrutto». E la scelta di Alessandro Nannini come candidato sindaco a Siena?: «A Siena hanno riso tutti», ha risposto Pollina.
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SIENA (WSI) – Perquisizioni disposte dalla procura di Siena sono in corso da parte del nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza a carico dell’ex presidente della Banca Monte dei Paschi Giuseppe Mussari e dell’ex direttore generale della Antonio Vigni. Le perquisizioni a carico di Mussari e Vigni – da quanto si è appreso – riguardano le abitazioni private dei due.
Perquisizioni da parte della Guardia di Finanza sono in corso anche nella sede di Mps a Siena, nell’ufficio dell’ex vicedirettore generale Davide Rossi.
La situazione difficile in cui si trova la banca Mps, che resta comunque un “caso isolato”, “non è solo questione di gestione bancaria ma anche di attività criminale”. Lo ha affermato il presidente della Bce Mario Draghi davanti all’Europarlamento.
Il pm di Siena Antonino Nastasi, fra i titolari dell’inchiesta su Mps, è da poco arrivato in procura a Firenze dove, con i colleghi del capoluogo toscano Luca Turco e Giuseppina Mione, ascolterà come persona informata sui fatti Angelo Pollina, ex consigliere regionale Pdl, ex capogruppo in Comune a Siena e attuale coordinatore regionale di Fli. I magistrati fiorentini sono i titolari dell’indagine chiusa a dicembre sulla banca Credito cooperativo fiorentino, che è stata presieduta fino al 2010 dal coordinatore regionale del Pdl Denis Verdini.
Prima di salire negli uffici dei magistrati, Pollina è stato fermato dai giornalisti. Parlando delle vicende senesi e delle nomine del Pdl negli organismi della Fondazione Mps Pollina ha detto: “Nel 2009 io proposi persone competenti, Anita Bruni Francesconi e Simone De Santi” per la deputazione amministratrice e per quella generale. “Lui non lo presero proprio, ed entrò Enrico Bosi – ha continuato Pollina – lei la fecero dimettere e al suo posto entrò Gian Paolo Brini”. “Brini e Bosi – ha detto Pollina – sanno leggere una delibera? Hanno fatto i controlli necessari?”.
“Per me – ha continuato Pollina – la politica deve indicare persone competenti per fare il bene comune e il bene personale”. Poi parlando della gestione del Pdl Pollina ha detto: “Con Roberto Tortoli segretario regionale avevamo i comuni di tutta la Versilia, poi con Verdini, che ha scelto come consigliere Massimo Parisi, li abbiamo persi e il partito è stato distrutto”. Infine, rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano un commento alla scelta di Alessandro Nannini come candidato sindaco a Siena Pollina ha risposto: “A Siena hanno riso tutti”.
”Dall’esame dei documenti emergono elementi sulla base dei quali appare opportuno comunicare alla Procura di Siena che potrebbe essere configurabile il reato di manipolazione del mercato”. E’ quanto scrive la Consob in documento trasmesso alla Procura di Siena di cui riferisce La Repubblica. La Commissione denuncia in particolare la ”configurabilita’ dell’illecito di manipolazione del mercato con riguardo a condotte tenute da esponenti di Banca Monte Paschi di Siena nella strutturazione di un’operazione di rafforzamento patrimoniale per l’acquisizione di Banca Antonveneta e alle informazioni circa il patrimonio di vigilanza e i coefficienti patrimoniali di Banca Mps esposte nella relazione semestrale al 30 giugno 2008”.
L’iniziativa della Consob, che ha elaborato due documenti (una Relazione per la Commissione una Nota tecnica), nasce da un incontro del 7 dicembre 2012 durante il quale il pm Antonio Nastasi ha chiesto che la Commissione formulasse proprie valutazioni. La Consob, inoltre, ricostruendo gli interventi effettuati dal 28 marzo 2008 fino al 31 gennaio 2013, rivendica di aver agito sempre nell’ottica della ”trasparenza e correttezza degli intermediari nella prestazione dei servizi di investimento nei confronti della clientela, di trasparenza dell’informazione finanziaria e di abusi di mercato”. E l’attivita’ di controllo si e’ sempre svolta ”nell’ambito degli usuali rapporti di collaborazione” con Bankitalia. Infine, solo nell’ultimo anno, tra il 26 gennaio 2012 e il 14 gennaio 2013 la Consob ha trasmesso a Siena ”quattordici note informative contenenti documentazione, approfondimenti tecnici e segnalazione di fatti di rilevanza penale su materie di competenza”. (ANSA)