ROMA (WSI) – L’incontro è durato due ore. Il sindaco Matteo Renzi è arrivato a Palazzo Chigi poco prima di pranzo. Un faccia a faccia rimasto segreto fino all’ultimo minuto e chiesto proprio dal premier uscente. «Un incontro previsto da tempo, ben prima del voto», durante il quale c’è stato ovviamente uno «scambio di vedute e opinioni sulla situazione politica attuale», dicono da Palazzo Chigi. Poche parole all’uscita dall’incontro: «Uscirà una nota»; ancora è stata una visita «istituzionale», dice rispondendo ai cronisti che lo tempestavano di domande.
Poi si è avviato verso la sede nazionale dell’Anci, dove i sindaci da tutta Italia sperano di giungere ad una svolta che sblocchi il patto di stabilità.
Renzi prepara la strategia di attacco alla direzione nazionale del Pd, dunque conferma: «Parteciperò».
I MALUMORI NEL PD – L’incontro non è passato inosservato nè è stato troppo gradito da diversi nel Pd vista anche la tempistica: alla vigilia della direzione alla quale Renzi prenderà parte e nella quale il segretario Bersani si prepara a chiedere pieno mandato in vista delle consultazioni con il capo dello Stato su una piattaforma da proporre in Parlamento in caso riceva il mandato.
«O lo ha ricevuto – attacca il sindaco di Bari Michele Emiliano – per ragioni legate all’amministrazione di Firenze oppure è un incontro improprio». Libero di vedere il premier, attacca anche Marina Sereni, ma «non è Monti che affida l’incarico al prossimo presidente del Consiglio».
LA NOTA DEL SINDACO – Un incontro previsto da tempo e che «era stato ipotizzato per discutere delle varie questioni ancora aperte tra il Governo e la città di Firenze, in particolare del Nuovo Teatro dell’Opera e delle difficoltà che si trovano ad affrontare gli Enti locali a causa del Patto di stabilità», si legge più tardi in una nota diffusa dal Comune di Firenze sull’incontro fra Renzi e Monti.
«L’incontro – si spiega ancora – era previsto da tempo: il sindaco e il premier ne hanno parlato in occasione del concerto dell’Orchestra del Maggio musicale fiorentino, che si è tenuto il 4 febbraio scorso in Vaticano, in onore di Benedetto XVI e del presidente della Repubblica italiana Giorgio Napolitano per l’84/o anniversario dei Patti Lateranensi».
L’INCONTRO SALTATO CON I FEDELISSIMI – Renzi avrebbe dovuto incontrare, in un hotel a Firenze, i circa cinquanta parlamentari a lui vicini e appena eletti. E invece neo deputati e senatori provenienti da tutta Italia hanno dovuto farsi rimborsare i biglietti del treno.
Il motivo? Renzi ha preferito rinviare il vertice a data da destinarsi, perché l’appuntamento avrebbe rischiato di essere interpretato come una riunione di «corrente», una strategia che il Rottamatore ha sempre classificato «da eterni perdenti».
Quindi, cancellato l’incontro fiorentino, il sindaco è salito su un Frecciarossa alla volta di Roma dove è fissato anche un vertice ristretto con un gruppetto di fedelissimi. Il sindaco vuole mettere a punto una strategia «soft» anti Bersani, perché il segretario va messo «davanti a un disastro elettorale di cui è responsabile», anche se «mai e poi mai sarà pugnalato alle spalle».
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