Roma (WSI) – L’accordo c’è, ma non si vede: sul tetto ai bonus dei banchieri l’Ecofin ha festeggiato l’accordo politico, ma il Parlamento si è rammaricato per l’accordo che non c’è. La riunione dei ministri finanziari avrebbe dovuto dare il via libera definitivo alla norme che impongono un tetto ai super bonus dei banchieri; ma la verità è che quell’intesa non c’è.
La posizione nettamente contraria della Gran Bretagna, che da sempre si oppone a nuovi limiti all’operato delle banche, ha fatto saltare il banco. Londra ha strappato più tempo per trovare un compromesso che riesca a tirarla fuori dalla tagliola europea sugli stipendi dei banchieri della sua City.
Adesso dovranno essere ridiscussi i dettagli dietro i quali in molti, Parlamento europeo compreso, sospettano vi sia la volontà di andare incontro all’intransigenza dei britannici.
Ora sarà il Coreper (il Consiglio a livello di ambasciatori, ndr) ad occuparsi della finalizzazione del testo entro fine marzo. In ogni caso la nuova legislazione può contare già sulla maggioranza qualificata, come dimostrato nell’Ecofin di ieri anche se c’è chi, come Germania e Italia, preferirebbe vedere l’unanimità e quindi aspettare che Londra si convinca a firmare.
Da parte sua la Gran Bretagna non scopre tutte le carte: ieri ha solo avvertito di avere problemi con questo testo perché ”potrebbe avere un effetto perverso sul sistema bancario, scoraggiando la responsabilità del settore bancario piuttosto che promuoverla”.
Come segnalato dal Financial Timesl’attuale norma avrebbe implicazioni pesanti per banche come Barclays e Standard Chartered, i cui bankers a Londra sarebbero soggetti a norme più severe dei loro colleghi di New York e Singapore.