NEW YORK (WSI) – Una buona notizia, sicuramente, per il mondo delle lobby; un passo indietro per la battaglia lanciata dal presidente Barack Obama, sei giorni dopo il massacro della scuola del Connecticut, in cui hanno perso la vita 27 persone, di cui 20 bambini.
La strage degli innocenti, che non è sicuramente la prima negli Stati Uniti, non ferma quella parte della cultura americana che non vuole rinunciare affatto al diritto al possesso di armi. Tanto da farlo diventare, in questo caso specifico, anche un dovere.
E’ quanto sta accadendo in un piccolo centro della Georgia, Nelson, dove ben presto ogni abitante potrebbe trovarsi costretto a possedere un’arma. Il non possesso di armi diventerebbe così “illegale”.
Certo, ci sono alcune eccezioni; si può scampare all’ordine se non si è fisicamente o mentalmente idonei, o se si hanno ferme convinzioni di carattere religioso.
Fatto sta, questo il motivo che viene addotto, è che in questa cittadina la polizia circola otto ore al giorno; per le restanti 16 ore, non c’è nessuno che pattuglia l’area. Di qui, la proposta del sindaco Duane Cronic.
Una proposta che fa discutere, ma che raccoglie anche molti consensi. Come quello di Bill McNiff, abitante di Nelson: “Ritengo che la città dovrebbe rendere esecutiva l’ordinanza. Ritengo anzi che dovrebbe essere applicata in tutti gli Stati Uniti”.
Sei giorni dopo l’eccidio nella scuola in Connecticut, Barack Obama ha intrapreso un primo passo concreto annunciando la creazione di una task-forze governativa per rivedere le norme sul possesso delle armi: sarà presieduta dal suo vice, Joe Biden–