ROMA (WSI) – Solo qualche mese fa, durante la campagna elettorale per le amministrative in Sicilia, il settimanale tedesco Der Spiegel aveva titolato “La nuotata da dittatore di Beppe Grillo”. Il portavoce del Movimento 5 Stelle, da parte sua, nel 2006 aveva soprannominato il magazine “Der Stronzen”, dopo che quest’ultimo aveva pubblicato un articolo pieno di luoghi comuni sugli italiani mammoni e maschilisti.
I toni a mezzo stampa e a via blog (nel caso di Grillo) si sono attenuati negli ultimi tempi e anche lo Spiegel ha dovuto riconoscere il successo del Movimento “nato dal basso” fondato da Grillo e Casaleggio, dopo lo scetticismo espresso a ottobre.
Dietro il successo del Movimento c’e’ la crisi e il malcontento degli italiani verso l’austerita’. Non tutti vedono il partito come una minaccia, ma come un fenomeno da comprendere e interpretare. Sondaggi, temi, referendum passati e votati online sul blog di Grillo hanno creato con gli anni una base solida, che ha strappato consensi ai movimenti sociali, impersonificando battaglie come quella contro la Tav e contro la privatizzazione dell’acqua.
La parola d’ordine, insomma e’ partecipazione e protesta di una generazione mancata, piena di disoccupati. Anche il settimanale tedesco se ne e’ accorto e in un articolo fa una distinzione tra Grillo e i suoi followers.
Il comico, come si legge nella traduzione pubblicata su Blitz Quotidiano, viene descritto come una figura “uscita da una fontana barocca di Gian Lorenzo Bernini, con una voce che è diventata rauca a furia di urlare […] i soliti slogan populisti: ‘I politici sono parassiti – dovremmo mandarli tutti a casa’”. Mentre i “grillini” appaiono come “giovani piuttosto sinceri che si vedono come un portavoce della gente, dei cittadini. Questi politici alle prime armi non sbraitano e farneticano come Grillo, il fondatore del loro movimento”. Qualcuno ha scritto sul blog di Grillo, rivolto al leader del Movimento: “Ora che sono in Parlamento, lasciali lavorare, fatti da parte”. “Il nostro megafono”, così lo chiama la sua gente. “Ma molti di loro già non lo sopportano più”, riferisce lo Spiegel.
Il Parlamento che si andrà a formare è il più “inesperto della storia della Repubblica italiana”, ma anche “quello con più donne”, nota lo Spiegel. Donna e inesperta è Silvana De Nicolò, che accetta di essere intervistata dal settimanale tedesco. Davanti a un caffè, “spiega un po’ ingenuamente la sua piattaforma politica […] riduzione del numero dei parlamentari […] tagliando le indennità mensili e […] abolendo i rimborsi elettorali ai partiti. Tuttavia, lei e i suoi colleghi del Movimento 5 Stelle evitano di proporre idee concrete per risolvere la crisi economica. Il partito è spesso criticato per le sue “Grilloeconomics” […] Come intendono finanziare l’introduzione di un reddito minimo garantito mensile di 1000 euro? La loro proposta è quella di ridurre le pensioni e gli stipendi del settore pubblico – una proposta avventurosa”.
Ingenuità ed evasività che però non eliminano il dato di fatto che i “grillini” sono, secondo lo Spiegel, la voce di una generazione impoverita dalla crisi del debito pubblico italiano, curata con politiche di tasse e austerità. Meno lavoro, salari più bassi, pensioni che saranno – se saranno – la metà di quelle dei padri e dei nonni.
“I Grillini ora devono dimostrare che il loro Paese non è solo corrotto, indifferente e infiltrato dalla mafia. In ultima analisi, potrebbero migliorare l’immagine dell’Italia agli occhi del mondo. Sono l’ultimo esempio di una rivolta della generazione perduta, quella massa di gente della “periferia dell’Europa” che ha meno di 40 anni, disperata, disoccupata e che ha ben poco da perdere”. Una generazione perduta che in Spagna si è “Indignata”, in Grecia è scesa in piazza, ha portato il partito di sinistra Syriza a un passo dal governo, ma ha fatto entrare i neonazisti di Alba Dorata in Parlamento.
Una generazione emarginata e arrabbiata – ammette lo Spiegel – per le politiche di austerità imposte da un’Europa a trazione tedesca. Quella Germania guidata da una Merkel sorda alle critiche che non arrivano solo da italiani, spagnoli, greci e francesi, ma anche dagli economisti di scuola anglosassone.
A questa “Lost Generation” Grillo e i suoi seguaci sono tenuti a dare una risposta. Scrive lo Spiegel: “Nonostante il suo nome, il Movimento 5 Stelle ha da tempo cessato di essere un movimento. È diventato un partito politico dal quale ci si aspetta che si assuma le sue responsabilità e faccia proposte per la formazione di un governo”.