Francesco I è Jorge Bergoglio, gesuita e ‘Papa nero’. Primo non europeo in un millennio, pauperista
ROMA (WSI) – Il cardinale JORGE MARIO BERGOGLIO é stato eletto Papa, si chiamerà Francesco.
Il nuovo Pontefice è dell’Argentina (l’America Latina ha il 40% degli 1,2 miliardi cattolici nel mondo). Arcivescovo di Buenos Aires, ha 77 anni, genitori italiani. E’ il primo gesuita (il Papa nero) e il primo pontefice non europeo in 1282 anni, l’ultimo fu Gregorio III dalla Siria nel 731. E’ sempre stato vicino ai poveri, andava in giro in autobus e metro, ha chiuso ricchi Palazzi e abitato in umili appartamenti. Corollario: la Curia romana e Bertone tremano. E’ comunque un rigido conservatore, rimarra’ nella tradizione di Woytiva e Ratzinger. Era già arrivato “secondo” allo scorso conclave, quando fu scelto Benedetto XI.
Il sito del quotidiano El Diario, in Spagna, scrive che Bergoglio era stato denunciato per aver collaborato con la dittatura argentina, nel caso noto nel paese latino americano come Escuela Mecánica de la Armada (ESMA), una scuola militare; Bergoglio avrebbe tolto gli ordini e poi fatto eliminare la rete di protezione per due gesuiti Francisco Jalics e Orlandio Yorio che furono torturati nella scuola e poi fatti sparire dal regime.
L’arcivescovo di Buenos Aires ha sempre respinto le accuse.
Scrive il lettore di Wall Street Italia francesco 618:
“Ho seguito sulla televisione vaticana in streaming su bing l’elezione del Papa, il suo discorso ed ho ricevuto l’indulgenza plenaria che mi ha commosso. Dopo cena ho letto i vostri commenti e pur avendo ricevuto una buona impressione dall’elezione di Papa Francesco, il post di robocop08 mi ha fatto venire in mente le profezie di Nostradamus secondo cui l’attuale papa sarebbe anche l’ultimo e lo identifica come il papa nero, per cui tutti hanno sempre pensato ad un papa africano mentre l’attuale proviene geograficamente dal sudamerica ma come ordine religioso dall’ordine nero tant’è che il generale dei gesuiti viene chiamato il papa nero, per cui se Nostradamus ha profetizzato giusto saremmo anche alla fine del papato”. (VEDI ARTICOLO A FONDO PAGINA)
Sul nuovo Pontefice, questo e’ il testo della pagina internet dell’Osservatore Romano:
Il nuovo Papa
Jorge Mario Bergoglio
Il primo Papa americano è il gesuita argentino Jorge Mario Bergoglio, 77 anni, arcivescovo di Buenos Aires. È una figura di spicco dell’intero continente e un pastore semplice e molto amato nella sua diocesi, che ha girato in lungo e in largo, anche in metropolitana e con gli autobus, nei quindici anni del suo ministero episcopale.
“La mia gente è povera e io sono uno di loro”, ha detto più di una volta per spiegare la scelta di abitare in un appartamento e di prepararsi la cena da solo. Ai suoi preti ha sempre raccomandato misericordia, coraggio apostolico e porte aperte a tutti. La cosa peggiore che possa accadere nella Chiesa, ha spiegato in alcune circostanze, “è quella che de Lubac chiama mondanità spirituale”, che significa “mettere al centro se stessi”. E quando cita la giustizia sociale, invita per prima cosa a riprendere in mano il catechismo, a riscoprire i dieci comandamenti e le beatitudini. Il suo progetto è semplice: se si segue Cristo, si capisce che “calpestare la dignità di una persona è peccato grave”.
Nonostante il carattere schivo – la sua biografia ufficiale è di poche righe, almeno fino alla nomina ad arcivescovo di Buenos Aires – è divenuto un punto di riferimento per le sue forti prese di posizione durante la drammatica crisi economica che ha sconvolto il Paese nel 2001.
Nella capitale argentina nasce il 17 dicembre 1936, figlio di emigranti piemontesi: suo padre Mario fa il ragioniere, impiegato nelle ferrovie, mentre sua madre, Regina Sivori, si occupa della casa e dell’educazione dei cinque figli.
Diplomatosi come tecnico chimico, sceglie poi la strada del sacerdozio entrando nel seminario diocesano di Villa Devoto. L’11 marzo 1958 passa al noviziato della Compagnia di Gesù. Completa gli studi umanistici in Cile e nel 1963, tornato in Argentina, si laurea in filosofia al collegio San Giuseppe a San Miguel. Fra il 1964 e il 1965 è professore di letteratura e psicologia nel collegio dell’Immacolata di Santa Fé e nel 1966 insegna le stesse materie nel collegio del Salvatore a Buenos Aires. Dal 1967 al 1970 studia teologia laureandosi sempre al collegio San Giuseppe.
Il 13 dicembre 1969 è ordinato sacerdote dall’arcivescovo Ramón José Castellano. Prosegue quindi la preparazione tra il 1970 e il 1971 ad Alcalá de Henares, in Spagna, e il 22 aprile 1973 emette la professione perpetua nei gesuiti. Di nuovo in Argentina, è maestro di novizi a Villa Barilari a San Miguel, professore presso la facoltà di teologia, consultore della provincia della Compagnia di Gesù e anche rettore del Collegio.
Il 31 luglio 1973 viene eletto provinciale dei gesuiti dell’Argentina, incarico che svolge per sei anni. Poi riprende il lavoro nel campo universitario e, tra il 1980 e il 1986, è di nuovo rettore del collegio di San Giuseppe, oltre che parroco ancora a San Miguel. Nel marzo 1986 va in Germania per ultimare la tesi dottorale; quindi i superiori lo inviano nel collegio del Salvatore a Buenos Aires e poi nella chiesa della Compagnia nella città di Cordoba, come direttore spirituale e confessore.
È il cardinale Antonio Quarracino a volerlo come suo stretto collaboratore a Buenos Aires. Così il 20 maggio 1992 Giovanni Paolo II lo nomina vescovo titolare di Auca e ausiliare di Buenos Aires. Il 27 giugno riceve nella cattedrale l’ordinazione episcopale proprio dal cardinale. Come motto sceglie Miserando atque eligendo e nello stemma inserisce il cristogramma ihs, simbolo della Compagnia di Gesù.
Concede la sua prima intervista da vescovo a un giornalino parrocchiale, “Estrellita de Belém”. È subito nominato vicario episcopale della zona Flores e il 21 dicembre 1993 gli è affidato anche il compito di vicario generale dell’arcidiocesi. Nessuna sorpresa dunque quando, il 3 giugno 1997, è promosso arcivescovo coadiutore di Buenos Aires. Passati neppure nove mesi, alla morte del cardinale Quarracino gli succede, il 28 febbraio 1998, come arcivescovo, primate di Argentina e ordinario per i fedeli di rito orientale residenti nel Paese e sprovvisti di ordinario del proprio rito.
Tre anni dopo, nel Concistoro del 21 febbraio 2001, Giovanni Paolo II lo crea cardinale, assegnandogli il titolo di san Roberto Bellarmino. Invita i fedeli a non andare a Roma per festeggiare la porpora e a destinare ai poveri i soldi del viaggio. Gran cancelliere dell’Università Cattolica Argentina, è autore dei libri Meditaciones para religiosos (1982), Reflexiones sobre la vida apostólica (1986) e Reflexiones de esperanza (1992).
Nell’ottobre 2001 è nominato relatore generale aggiunto alla decima assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi, dedicata al ministero episcopale. Un compito affidatogli all’ultimo momento in sostituzione del cardinale Edward Michael Egan, arcivescovo di New York, costretto in patria per via degli attacchi terroristici dell’11 settembre. Al Sinodo sottolinea in particolare la “missione profetica del vescovo”, il suo “essere profeta di giustizia”, il suo dovere di “predicare incessantemente” la dottrina sociale della Chiesa, ma anche di “esprimere un giudizio autentico in materia di fede e di morale”.
Intanto in America latina la sua figura diventa sempre più popolare. Nonostante ciò, non perde la sobrietà del tratto e lo stile di vita rigoroso, da qualcuno definito quasi “ascetico”. Con questo spirito nel 2002 declina la nomina a presidente della Conferenza episcopale argentina, ma tre anni dopo viene eletto e poi riconfermato per un altro triennio nel 2008. Intanto, nell’aprile 2005, partecipa al conclave in cui è eletto Benedetto XVI.
Come arcivescovo di Buenos Aires – diocesi che ha oltre tre milioni di abitanti – pensa a un progetto missionario incentrato sulla comunione e sull’evangelizzazione. Quattro gli obiettivi principali: comunità aperte e fraterne; protagonismo di un laicato consapevole; evangelizzazione rivolta a ogni abitante della città; assistenza ai poveri e ai malati. Punta a rievangelizzare Buenos Aires “tenendo conto di chi ci vive, di com’è fatta, della sua storia”. Invita preti e laici a lavorare insieme. Nel settembre 2009 lancia a livello nazionale la campagna di solidarietà per il bicentenario dell’indipendenza del Paese: duecento opere di carità da realizzare entro il 2016. E, in chiave continentale, nutre forti speranze sull’onda del messaggio della Conferenza di Aparecida nel 2007, fino a definirlo “l’Evangelii nuntiandi dell’America Latina”. Fino all’inizio della sede vacante era membro delle Congregazioni per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, per il Clero, per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica; del Pontificio Consiglio per la Famiglia e della Pontificia Commissione per l’America Latina.
(© L’Osservatore Romano 14 marzo 2013)
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L’argentino Jose Mario Bergoglio è il nuovo Papa. Si chiamerà Francesco I. Ha 76 anni, è l’arcivescovo di Buenos Aires ed è il primo Pontefice sudamericano, fa parte della Compagnia di Gesù e arrivò secondo dietro Ratzinger allo scorso conclave. E’ diventato prete ha 33 anni nel 1969 e prima di diventare gesuita ha studiato da chimico. Quando fu nominato cardinale nel 2001 ordinò ai suoi di non andare a Roma ma di dare i soldi per il viaggio in Italia ai poveri. Oppositore del lusso e degli sprechi, è di origini piemontesi ed è considerato uno dei favoriti del cardinale Martini. Vive da sempre in umiltà, infatti da quando è arcivescovo di Buenos Aires ha scelto un piccolo appartamento al posto di quello lussuoso adiacente alla cattedrale. E’ diventato molto popolare quando c’è stata la crisi economica in Argentina: un punto di orientamento rispetto alla reputazione di politici e burocrati del Paese. Nel 2000 ha chiesto alla Chiesa argentina un atto di pubblica penitenza per le colpe commesse durante gli anni della dittatura. E quando all’ultimo sinodo dei vescovi, nel 2001, gli chiesero di avere un ruolo di peso, lui rispose: “Per carità, in curia muoio”. E’ stato eletto al secondo giorno di Conclave e alla quinta votazione è arrivata la fumata bianca.
Il cardinale JORGE MARIO BERGOGLIO é stato eletto Papa, si chiamerà Francesco. Era già arrivato vicino al soglio pontificio nello scorso conclave, quando arrivò per così dire “secondo”, e poi fu invece eletto pontefice Joseph Ratzinger. E’ il primo Papa sudamericano della storia. E’ l’arcivescovo di Buenos Aires ed e’ nato il 17 dicembre del 1936 nella stessa città argentina di cui oggi è arcivescovo. E’ gesuita.
DECANO RE AD ELETTO, ACCETTI?COME VUOI ESSERE CHIAMATO? – Subito dopo l’esito del voto, il cardinale decano Giambattista Re si è rivolto al porporato scelto con la domanda sull’accettazione: “Accetti la tua elezione canonica a Sommo Pontefice? – Con quale nome vuoi essere chiamato?”. Subito dopo è avvenuta la bruciatura delle schede e la fumata bianca. Lo riporta la Radio vaticana sul suo sito. Il nuovo Papa, fa sapere, si reca nella cosiddetta “Stanza delle Lacrime” ad indossare una delle tre le vesti papali già pronte. Al suo ritorno ha luogo una breve cerimonia con una preghiera, la lettura di un passo del Vangelo che può essere il “Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa”, oppure “Pasci le mie pecorelle”, e una preghiera. In questa preghiera entrano come attori il primo dell’Ordine dei Diaconi, il primo dell’Ordine del Presbiteri, il primo dell’Ordine dei Vescovi. Segue l’atto di ossequio dei cardinali, cioé tutti i Cardinali presenti passano a manifestare il loro ossequio e la loro obbedienza al nuovo Papa. Quindi tutti insieme, cantano il “Te Deum”.Il Conclave e’ stato comunque più lungo di quello che nel 2005 elesse Papa Joseph Ratzinger. Per giungere all’elezione di Benedetto XVI, infatti occorsero quattro scrutini, svoltisi in due giorni, uno il 18 e tre il 19 aprile 2005. Non essendoci stata la fumata bianca al quarto scrutinio, quindi, la scelta del successore sta richiedendo più votazioni di quelle occorse per Ratzinger.
RATZINGER VEDRA’ IN DIRETTA L’HABEMUS PAPA – Come ha seguito tutte le fasi iniziali del Conclave, anche l’habemus papam sarà seguito da Joseph Ratzinger a Castel Gandolfo in televisione. Era stato padre Federico Lombardi oggi a dire che il papa emerito “sta seguendo il conclave”
La notizia della fumata bianca in Piazza san Pietro è stato accolta anche a Venezia dal suono delle campane a distesa dal campanile della Basilica di San Marco. Anche nelle chiese delle altre città del Veneto le campane sono state sciolte per salutare l’annunciata elezione del nuovo Pontefice. Pochi minuti dopo la fumata bianca a Milano in tutte le chiese hanno iniziato a suonare le campane. Le campane suonano anche in tte le chiese della Lombardia. La notizia della fumata bianca in Piazza san Pietro è stato accolto anche a Venezia dal suono delle campane a distesa dal campanile della Basilica di San Marco. Anche nelle chiese delle altre città del Veneto le campane sono state sciolte per salutare l’annunciata elezione del nuovo Pontefice.
RATZINGER SEGUE CONCLAVE, MA NON SARA’A 1/A MESSA – Il Papa emerito Benedetto XVI sta seguendo il conclave. Ieri ha visto in tv la Messa e i riti per l’ingresso nella Sistina e anche oggi si terrà informato, dal Palazzo di Castel Gandolfo, sull’esito delle fumate. Non sarà invece alla Messa di insediamento del nuovo Papa. E’ invece già in Vaticano – era ieri sia alla Messa che ai riti nella Sistina prima dell’Extra Omnes – il suo segretario, mons. Georg Gaenswein, Prefetto della Casa pontificia. Rimarrà tra le mura leonine per tutto il periodo del conclave, poi chiederà al nuovo Papa disposizioni circa il suo futuro. Benedetto XVI quindi prega per il nuovo pontefice e in qualche modo, spiritualmente, partecipa da lontano al conclave che eleggerà il suo successore.
“Ieri pomeriggio ho incontrato il Prefetto della Casa Pontifica e mi ha riferito che il Papa emerito segue con molta attenzione, con molta partecipazione spirituale, gli eventi”, ha riferito oggi il direttore della sala stampa vaticana, Padre Federico Lombardi, nel briefing con i giornalisti. Segue gli eventi ma soprattutto sta accompagnando la scelta dei cardinali nella preghiera. E’ con lui in questi giorni l’altro segretario, monsignor Alfred Xuereb. Per quanto riguarda invece la Messa di insediamento, “secondo le mie informazioni non sarà presente”, riferisce sempre padre Lombardi. Messa che sarà calendarizzata solo dopo l’elezione del Papa ma una “buona ipotesi” di data, come dice il direttore della sala stampa, potrebbe essere il 19 marzo, giorno in cui si festeggia San Giuseppe, patrono della Chiesa.
Di Benedetto XVI parla proprio mons. Gaenswein nella prefazione (pubblicata anche dall’Osservatore Romano) al libro ‘Sull’aereo di Papa Benedettò di Angela Ambrogetti. Il suo segretario parla del Papa, oggi emerito, come di un “uomo coraggioso, che non ha paura del confronto diretto. Parla liberamente e senza paura. Se c’é qualcuno che chiede qualcosa, il Santo Padre risponde sinceramente. Benedetto XVI rispetta i mass-media, ma non è ‘populista’, non cerca di dire ciò che vogliono sentire dire o vedere”. Parlando dello stesso libro, anche padre Lombardi mette in evidenza “la capacità eccezionale del Papa di presentare il suo pensiero in modo limpido e sistematico”. (ANSA)
DECANO RE AD ELETTO, ACCETTI?COME VUOI ESSERE CHIAMATO? – Subito dopo l’esito del voto, il cardinale decano Giambattista Re si è rivolto al porporato scelto con la domanda sull’accettazione: “Accetti la tua elezione canonica a Sommo Pontefice? – Con quale nome vuoi essere chiamato?”. Subito dopo è avvenuta la bruciatura delle schede e la fumata bianca. Lo riporta la Radio vaticana sul suo sito. Il nuovo Papa, fa sapere, si reca nella cosiddetta “Stanza delle Lacrime” ad indossare una delle tre le vesti papali già pronte. Al suo ritorno ha luogo una breve cerimonia con una preghiera, la lettura di un passo del Vangelo che può essere il “Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa”, oppure “Pasci le mie pecorelle”, e una preghiera. In questa preghiera entrano come attori il primo dell’Ordine dei Diaconi, il primo dell’Ordine del Presbiteri, il primo dell’Ordine dei Vescovi. Segue l’atto di ossequio dei cardinali, cioé tutti i Cardinali presenti passano a manifestare il loro ossequio e la loro obbedienza al nuovo Papa. Quindi tutti insieme, cantano il “Te Deum”.Il Conclave e’ stato comunque più lungo di quello che nel 2005 elesse Papa Joseph Ratzinger. Per giungere all’elezione di Benedetto XVI, infatti occorsero quattro scrutini, svoltisi in due giorni, uno il 18 e tre il 19 aprile 2005. Non essendoci stata la fumata bianca al quarto scrutinio, quindi, la scelta del successore sta richiedendo più votazioni di quelle occorse per Ratzinger.
RATZINGER VEDRA’ IN DIRETTA L’HABEMUS PAPA – Come ha seguito tutte le fasi iniziali del Conclave, anche l’habemus papam sarà seguito da Joseph Ratzinger a Castel Gandolfo in televisione. Era stato padre Federico Lombardi oggi a dire che il papa emerito “sta seguendo il conclave”
La notizia della fumata bianca in Piazza san Pietro è stato accolta anche a Venezia dal suono delle campane a distesa dal campanile della Basilica di San Marco. Anche nelle chiese delle altre città del Veneto le campane sono state sciolte per salutare l’annunciata elezione del nuovo Pontefice. Pochi minuti dopo la fumata bianca a Milano in tutte le chiese hanno iniziato a suonare le campane. Le campane suonano anche in tte le chiese della Lombardia. La notizia della fumata bianca in Piazza san Pietro è stato accolto anche a Venezia dal suono delle campane a distesa dal campanile della Basilica di San Marco. Anche nelle chiese delle altre città del Veneto le campane sono state sciolte per salutare l’annunciata elezione del nuovo Pontefice.
RATZINGER SEGUE CONCLAVE, MA NON SARA’A 1/A MESSA – Il Papa emerito Benedetto XVI sta seguendo il conclave. Ieri ha visto in tv la Messa e i riti per l’ingresso nella Sistina e anche oggi si terrà informato, dal Palazzo di Castel Gandolfo, sull’esito delle fumate. Non sarà invece alla Messa di insediamento del nuovo Papa. E’ invece già in Vaticano – era ieri sia alla Messa che ai riti nella Sistina prima dell’Extra Omnes – il suo segretario, mons. Georg Gaenswein, Prefetto della Casa pontificia. Rimarrà tra le mura leonine per tutto il periodo del conclave, poi chiederà al nuovo Papa disposizioni circa il suo futuro. Benedetto XVI quindi prega per il nuovo pontefice e in qualche modo, spiritualmente, partecipa da lontano al conclave che eleggerà il suo successore.
“Ieri pomeriggio ho incontrato il Prefetto della Casa Pontifica e mi ha riferito che il Papa emerito segue con molta attenzione, con molta partecipazione spirituale, gli eventi”, ha riferito oggi il direttore della sala stampa vaticana, Padre Federico Lombardi, nel briefing con i giornalisti. Segue gli eventi ma soprattutto sta accompagnando la scelta dei cardinali nella preghiera. E’ con lui in questi giorni l’altro segretario, monsignor Alfred Xuereb. Per quanto riguarda invece la Messa di insediamento, “secondo le mie informazioni non sarà presente”, riferisce sempre padre Lombardi. Messa che sarà calendarizzata solo dopo l’elezione del Papa ma una “buona ipotesi” di data, come dice il direttore della sala stampa, potrebbe essere il 19 marzo, giorno in cui si festeggia San Giuseppe, patrono della Chiesa.
Di Benedetto XVI parla proprio mons. Gaenswein nella prefazione (pubblicata anche dall’Osservatore Romano) al libro ‘Sull’aereo di Papa Benedettò di Angela Ambrogetti. Il suo segretario parla del Papa, oggi emerito, come di un “uomo coraggioso, che non ha paura del confronto diretto. Parla liberamente e senza paura. Se c’é qualcuno che chiede qualcosa, il Santo Padre risponde sinceramente. Benedetto XVI rispetta i mass-media, ma non è ‘populista’, non cerca di dire ciò che vogliono sentire dire o vedere”. Parlando dello stesso libro, anche padre Lombardi mette in evidenza “la capacità eccezionale del Papa di presentare il suo pensiero in modo limpido e sistematico”. (ANSA)
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Fumata bianca a San Pietro. Risoluzione rapidissima del Conclave, nel giro dei prossimi 30 minuti il nuovo Pontefice apparira’ al balcone. Un boato della Piazza San Pietro ha accolto la fumata bianca. La folla si sta accalcando sotto al sagrato della basilica di San Pietro.
Mentre prosegue ad uscire copioso il fumo bianco dal comignolo della Cappella Sistina e’ stato eletto il 266.mo successore di San Pietro. Le campane della basilica di San Pietro hanno preso a suonare a festa mentre la piazza, gia’ gremita dal pomeriggio, prosegue a riempirsi.
La fumata bianca dal comignolo della Cappella Sistina dove i cardinali sono riuniti da ieri ha segnalato che il nuovo papa è stato eletto. Il pontefice è stato eletto al quinto scrutinio dopo le fumate nere di ieri sera e di questa mattina.
SEGUI QUI L’AFFACCIO AL BALCONE DEL NUOVO PAPA SULLA TV VATICANA:
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Le campane della basilica di San Pietro suonano a festa per annunciare il nuovo papa.
Un boato della Piazza San Pietro ha accolto la fumata bianca. La folla impazzita si sta accalcando sotto al sagrato della basilica di San Pietro, è un tripudio di cori e foto.
Il Conclave in corso comunque e’ già più lungo di quello che nel 2005 elesse Papa Joseph Ratzinger. Per giungere all’elezione di Benedetto XVI, infatti occorsero quattro scrutini, svoltisi in due giorni, uno il 18 e tre il 19 aprile 2005. Non essendoci stata la fumata bianca al quarto scrutinio, quindi, la scelta del successore sta richiedendo più votazioni di quelle occorse per Ratzinger.
La notizia della fumata bianca in Piazza san Pietro è stato accolto anche a Venezia dal suono delle campane a distesa dal campanile della Basilica di San Marco. Anche nelle chiese delle altre città del Veneto le campane sono state sciolte per salutare l’annunciata elezione del nuovo Pontefice. Pochi minuti dopo la fumata bianca a Milano in tutte le chiese hanno iniziato a suonare le campane. Le campane suonano anche in tte le chiese della Lombardia. La notizia della fumata bianca in Piazza san Pietro è stato accolto anche a Venezia dal suono delle campane a distesa dal campanile della Basilica di San Marco. Anche nelle chiese delle altre città del Veneto le campane sono state sciolte per salutare l’annunciata elezione del nuovo Pontefice.
RATZINGER SEGUE CONCLAVE, MA NON SARA’A 1/A MESSA – Il Papa emerito Benedetto XVI sta seguendo il conclave. Ieri ha visto in tv la Messa e i riti per l’ingresso nella Sistina e anche oggi si terrà informato, dal Palazzo di Castel Gandolfo, sull’esito delle fumate. Non sarà invece alla Messa di insediamento del nuovo Papa. E’ invece già in Vaticano – era ieri sia alla Messa che ai riti nella Sistina prima dell’Extra Omnes – il suo segretario, mons. Georg Gaenswein, Prefetto della Casa pontificia. Rimarrà tra le mura leonine per tutto il periodo del conclave, poi chiederà al nuovo Papa disposizioni circa il suo futuro. Benedetto XVI quindi prega per il nuovo pontefice e in qualche modo, spiritualmente, partecipa da lontano al conclave che eleggerà il suo successore.
“Ieri pomeriggio ho incontrato il Prefetto della Casa Pontifica e mi ha riferito che il Papa emerito segue con molta attenzione, con molta partecipazione spirituale, gli eventi”, ha riferito oggi il direttore della sala stampa vaticana, Padre Federico Lombardi, nel briefing con i giornalisti. Segue gli eventi ma soprattutto sta accompagnando la scelta dei cardinali nella preghiera. E’ con lui in questi giorni l’altro segretario, monsignor Alfred Xuereb. Per quanto riguarda invece la Messa di insediamento, “secondo le mie informazioni non sarà presente”, riferisce sempre padre Lombardi. Messa che sarà calendarizzata solo dopo l’elezione del Papa ma una “buona ipotesi” di data, come dice il direttore della sala stampa, potrebbe essere il 19 marzo, giorno in cui si festeggia San Giuseppe, patrono della Chiesa.
[ARTICLEIMAGE] Di Benedetto XVI parla proprio mons. Gaenswein nella prefazione (pubblicata anche dall’Osservatore Romano) al libro ‘Sull’aereo di Papa Benedettò di Angela Ambrogetti. Il suo segretario parla del Papa, oggi emerito, come di un “uomo coraggioso, che non ha paura del confronto diretto. Parla liberamente e senza paura. Se c’é qualcuno che chiede qualcosa, il Santo Padre risponde sinceramente. Benedetto XVI rispetta i mass-media, ma non è ‘populista’, non cerca di dire ciò che vogliono sentire dire o vedere”. Parlando dello stesso libro, anche padre Lombardi mette in evidenza “la capacità eccezionale del Papa di presentare il suo pensiero in modo limpido e sistematico”.
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Da Wikiquote
Jorge Mario Bergoglio
Papa Francesco (1936 – vivente), Papa.
Quello che avrei detto al concistoro, di Stefania Falasca in 30Giorni, novembre 2007.
Nella Chiesa l’armonia la fa lo Spirito Santo.
Solo lo Spirito può suscitare la diversità, la pluralità, la molteplicità e allo stesso tempo fare l’unità. Perché quando siamo noi a voler fare la diversità facciamo gli scismi e quando siamo noi a voler fare l’unità facciamo l’uniformità, l’omologazione.
Il restare, il rimanere fedeli implica un’uscita. Proprio se si rimane nel Signore si esce da sé stessi. Paradossalmente proprio perché si rimane, proprio se si è fedeli si cambia. Non si rimane fedeli, come i tradizionalisti o i fondamentalisti, alla lettera. La fedeltà è sempre un cambiamento, un fiorire, una crescita.
Il coraggio apostolico è seminare. Seminare la Parola. Renderla a quel lui e a quella lei per i quali è data. Dare loro la bellezza del Vangelo, lo stupore dell’incontro con Gesù… e lasciare che sia lo Spirito Santo a fare il resto.
Uscire da sé stessi è uscire anche dal recinto dell’orto dei propri convincimenti considerati inamovibili se questi rischiano di diventare un ostacolo, se chiudono l’orizzonte che è di Dio.
I preti clericalizzano i laici e i laici ci pregano di essere clericalizzati.
Come indurisce il cuore la coscienza isolata!
Le nostre certezze possono diventare un muro, un carcere che imprigiona lo Spirito Santo.
Colui che isola la sua coscienza dal cammino del popolo di Dio non conosce l’allegria dello Spirito Santo che sostiene la speranza.
Guardare la nostra gente non per come dovrebbe essere ma per com’è e vedere cosa è necessario.
In un mondo che non riusciamo a interessare con le parole che noi diciamo, solo la Sua presenza che ci ama e che ci salva può interessare. Il fervore apostolico si rinnova perché testimoni di Colui che ci ha amato per primo.
Non siamo padroni dei doni del Signore, di Gianni Valente in 30Giorni, agosto 2009.
Se la Chiesa segue il suo Signore, esce da sé stessa, con coraggio e misericordia: non rimane chiusa nella propria autoreferenzialità.
Il Signore opera un cambiamento in colui che gli è fedele, gli fa alzare lo sguardo da sé stesso. Questa è la missione, questa è la testimonianza.
I sacramenti sono gesti del Signore. Non sono prestazioni o territori di conquista di preti o vescovi.
I sacramenti sono per la vita degli uomini e delle donne così come sono.
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aggiornamento – 14 marzo 2013
ROMA (WSI) – Un boato si è levato dalla piazza gremita di San Pietro, e il mondo dei cattolici è esploso in un urlo di gioia nel vedere la fumata bianca, quando già ci si apprestava a rassegnarsi ad aspettare un altro giorno per vedere affacciarsi sul balcone della basilica di San Pietro il nuovo papa. Ma la Chiesa ha sorpreso i fedeli quando, verso la tarda serata di ieri, è stato eletto il nuovo pontefice.
Prima la fumata bianca, poi l’attesa di un’ora circa, le urla alternate alla trepidazione di conoscere il volto del successore di Benedetto XVI, e l’annuncio: “Habemus papam!”.
Si chiama Jorge Mario Bergoglio, è il primo pontefice non europeo in 1282 anni: e questa è senza dubbio la prima importante novità: per la prima volta nella storia, il papa è sudamericano, argentino per l’esattezza (genitori italiani) e provenienti da quella grande area, l’America Latina, che riunisce il 40% degli 1,2 miliardi di cattolici nel mondo. Non proprio un papa giovane, ha 77 anni, nato il 17 dicembre del 1936 ed è arcivescovo di Buenos Aires.
Altra novità: è anche il primo papa gesuita (il Papa nero), mai eletto in precedenza nella storia, ed è noto per aver condotto una vita morigerata nelle vesti di arcivescovo. Era già arrivato “secondo” allo scorso conclave.
La domanda che ora tutti si pongono, però, è la seguente: con Francesco I (altra novità: non c’è stato mai in precedenza un papa che avesse preso ispirazione dal nome di S. Francesco), la Chiesa si appresta a una rivoluzione?
La risposta, nonostante le novità che sono emerse con la sua elezione, non è proprio affermativa. “In New Pope, a Choice Both Historic and Conventional”, scrive il New York Times. Così come la maggior parte in Argentina, il nuovo papa è un tifoso di calcio, e il suo team favorito è la squadra di San Lorenzo. Noto per il sostegno dato ai poveri del suo paese, ha rinunciato a un palazzo per vivere in un piccolo appartamento e ha scelto di ricorrere ai trasporti pubblici, invece di essere scorazzato da un proprio chauffeur”. Ha anche, precisa il quotidiano newyorchese, cucinato i propri pasti”.
Questo, il volto umano di Francesco I, un arcivescovo ora papa, che come San Francesco ha rinunciato alla ricchezza offertagli dalla propria posizione, per scegliere un’esistenza improntata all’umilità e alla tensione verso gli altri, verso i meno fortunati. Uno schiaffo morale ai fasti della Chiesa.
“Ma il cardinale Bergoglio è anche una scelta convenzionale, un conservatore teologico di origine italiana che ha sostenuto in modo vigoroso le posizione del Vaticano sull’aborto, il matrimonio tra gay, e altre grandi questioni, creando spesso conflitti con la presidenza argentina di orientamento politico di sinistra”.
Diversi gli scontri con la presidente Cristina Fernández de Kirchner, anche sull’adozione di figli da parte di coppie gay. Nel 2010, il nuovo papa ha descritto il sostegno del governo alla proposta di legalizzare il matrimonio tra omosessuali e per l’adozione come “una guerra contro Dio” e una “manovra del diavolo”. Tanto che Kirchner rispose: “La posizione di Bergoglio è del Medioevo”.
Inoltre, Francesco I ha mostrato una minore energia durante gli anni ’70, ai tempi della dittatura militare dell’Argentina; è stato accusato di essere ben a conoscenza degli abusi perpetrati sul popolo e dei desaparecidos, delle 30.000 vittime che sono scompatse, torturate o uccise dal regime.
Nel 2001, Bergoglio ha sorpreso lo staff del Muñiz Hospital di Buenos Aires, quando ha chiesto una brocca d’acqua, che ha utilizzato per lavare i piedi di 12 pazienti che si trovavano nell’ospedale per complicazioni causate dal virus responsabile dell’Aids. Ai giornalisti riuniti, ha detto che “la società dimentica i malati e i poveri”. E, più recentemente, nel settembre del 2012, ha rimproverato i preti argentini che si erano rifiutati di battezzare i bambini di madri non sposate. “No all’ipocrisia”, disse.
Ma tra i media internazionali c’è anche chi afferma, in riferimento agli scandali che hanno macchiato il volto della Chiesa, che ora è il momento di un papa che sia un Gesù Cristo con un MBA, ovvero con un master. Queste sono almeno le parole proferito dal teologo della Georgetown University, reverendo Thomas Reese, in una intervista a Radio Vaticana.
Il compito di Francesco I dovrà essere quello di rimettere in regola le finanze vaticane, voltando finalmente pagina dopo i recenti scandali. Il suo predecessore, Benedetto XVI; è visto come un grande leader spirituale. Ma molti esperti lo hanno descritto incapace di gestire con efficienza gli affari di ogni giorno, elemento che ha portato disordini nella Curia. Dunque, quello di cui la Chiesa ora ha bisogno, non è solo di un fine intelletuali, ma di un pastore che ispiri fiducia e di qualcuno che abbia qualità di gestione degli affari.
– Vatileaks: svelato il contenuto del dossier.
– Vatileaks: uno dei corvi, “E’ il momento di tornare a parlare”.
– Vaticano, Conclave mai così aperto: ma Scola parte favorito.
– Vaticano: comprato palazzo con sauna gay a zero tasse.
– Ior, il Vaticano minaccia di sciogliere la banca.
– Vaticano: Papa sconvolto da dossier segreto su lobby gay.
– Ior: un tedesco alla guida della banca del Vaticano.
– Il Vaticano e la ricchezza immobiliare nascosta, creata coi milioni di Mussolini.
– Lavatrice Vaticano: violate norme antiriciclaggio.
IL DISCORSO DEL NUOVO PAPA
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Non pochi si aspettavano un “papa nero”, soprattutto tra chi segue le profezie di Malachia e di Nostradamus. Eppure nemmeno l’elezione di Francesco, l’argentino Jorge Mario Bergoglio, ha allontanato le ombre di chi crede che possa essere “l’ultimo pontefice della Chiesa Cattolica”. Questo perché non pochi hanno fatto notare come Papa Francesco sia il primo papa gesuita, un cambiamento senza precedenti. E allora quali sono i legami con la profezia, che parla di “un papa nero come l’ultimo pontefice”? Ad essere chiamato “papa nero” è proprio il superiore generale della Compagnia di Gesù, per il colore della tonaca che indossa e in quanto eletto a vita (proprio come il pontefice). Così, un po’ per speculazione, per scherzo o semplice curiosità, sui social network la profezia dell’ultimo papa è già rimbalzata nuovamente tra i post degli utenti, tra i risultati di tendenza su Twitter.
LE PROFEZIE DI MALACHIA, NOSTRADAMUS E IL NUOVO PAPA – Papa Francesco ha già scherzato con i fedeli, quando, al momento della sua elezione ha spiegato di “essere stato scelto dalla fine del mondo”. “Non per la fine del mondo”, si legge in rete tra i diversi commenti, ironici. Così diversi lettori – complottisti e creduloni in primis – hanno subito richiamato alla memoria le profezie di Malachia, che già spopolavano in Rete al momento delle dimissioni shock di Benedetto XVI, il primo a lasciare il pontificato ancora in vita nell’era moderna. Tra leggende e dicerie, sul web si ricorda la profezia di Nostradamus sull’ultimo papa nero, prima della fine del mondo. Una “previsione apocalittica” che si è andate mescolando con le profezie di Malachia. Intorno al 1140 fu il vescovo irlandese (poi San Malachia di Armagh) a profetizzare le successioni papali. Ovvero, una lista di 112 brevi frasi in latino, ritenute come una sorta di premonizione. Una lista con la quale si vorrebbe descrivere tutti i pontefici (compresi alcuni antipapi), a partire da Papa Celestino II (eletto nel 1143) fino a quello definito come “l’ultimo pontefice della Chiesa Cattolica”. Definito appunto “Petrus Romanus”: alla sua morte non sono pochi credenti e creduloni che ritengono possa avvenire l’avvento del “giudizio universale”. C’è chi si richiama al testo del pronostico, in cui si spiega come “la Santa Romana Chiesa verrà perseguitata, come Pietro II – nessuno ha utilizzato questo nome dopo il primo papa, ndr – ‘pascerà il suo gregge tra molte tribolazioni’ e come sarà il terribile giudice a giudicare il suo popolo”. Una serie di previsioni – molte delle quali, secondo l’interpretazione dei complottisti, davvero avvenute – che arrivano fino al tempo in cui Pietro sarebbe ritornato sulla terra, per riprendere le chiavi della Chiesa.
PAPA FRANCESCO: E’ LUI IL PAPA NERO? – Così, le profezie e premonizioni sono andate mescolandosi, tanto che Bergoglio, il “papa dell’altro mondo” – come si è autodefinito ieri il pontefice Francesco – viene interpretato, essendo gesuita, come il papa nero. Per chi crede nelle profezie, “l’ennesima coincidenza”: altro che colore della pelle, come tutti ritenevano. Il papa nero, quello della fine del mondo, sarebbe il gesuita Francesco, dato che il capo dei gesuiti è chiamato proprio così. Il motivo? Indossa una tonaca di colore nero. Un semplice caso, per chi allontana le ombre e non ritiene credibili le ricostruzioni premonitorie. Ma non per tutti, come dimostra il successo in rete. Eppure, per un certo periodo, c’era chi credeva come potesse essere lo stesso Benedetto XVI l’ultimo papa della teoria di Malachia. Ma per alcuni sarebbe andata persa una delle trascrizioni delle profezie dello stesso Malachia, (il “Caput nigrum”), tanto che Benedetto XVI è stato retrocesso a penultimo Papa, quello descritto da San Malachia come il Gloria olivae, mentre Papa Francesco I è diventato di conseguenza l’ultimo Papa. Quello che per alcuni coincide con la fine del mondo, o con quella di Roma.
PAPA FRANCESCO: I COMMENTI SUI SOCIAL – Sui social network, in particolare su Twitter, i commenti si sprecano, tra chi fa semplice ironia o chi sembra crederci davvero. “Bergoglio è gesuita. Se qualcuno attendeva il ” papa nero” della profezia, eccolo per davvero”, condividono molti utenti. E poi c’è chi, con un gioco di parole, spiega: “Secondo la profezia, l’ultimo papa lo faranno nero”. Senza contare chi, invece, fa sarcasmo sui sondaggisti: “Tra elezioni politiche e quella del papa, un periodo “nero”. Altro che Malachia e pontefice della fine del mondo”. A parlare di dicerie e “solite stupidaggini” tanti altri fedeli, che invece sottolineano come “si tratti di un papa umile”. Sul colore “nero” c’è chi attribuisce anche connotati politici, richiamando le ombre sul suo passato, con le accuse di complicità e silenzio durante gli anni della dittatura argentina.