ROMA (WSI) – Conti dello stato italiano in difficoltà, anche per i debiti della pubblica amministrazione verso le aziende (debiti che sono stati ripagati in minima parte, visto che alle aziende sono stati restituiti solo 3 milioni, a fronte di un rosso di 70 miliardi).
Il conto da pagare è arrivato. D’altronde era stata la stessa Unione europea a fissare per il 16 marzo del 2013 la data entro cui i paesi membri avrebbero dovuto recepire la legge che obbliga le autorità pubbliche a pagare beni e servizi entro un lasso di tempo massimo di 60 giorni.
Una decisione che è stata presa in un contesto in cui le aziende italiane, che soffrono problemi di accesso al credito, visto che le banche rimangono riluttanti a erogare prestiti, sono a loro volta creditrici nei confronti dello stato. Come dunque aiutare le imprese, con il tessuto imprenditoriale italiano che sia sta progressivamente sfaldando, senza caricare ancora di più lo stato?
L’Ue ha optato per l’emissione di titoli pubblici speciali. Scrive Milano Finanza che “secondo quanto si apprende, anche se i dettagli verranno resi noti più avanti da Bruxelles, Paesi come l’Italia, oppressa da oltre 2.000 miliardi di euro di debito pubblico, potranno in due anni pagare i debiti della Pubblica amministrazione anche emettendo titoli pubblici di serie speciale, senza incappare nella maglie e nel rigore dei Trattati europei e ignorando il rapporto debito-Pil”. Detto questo: “si attendono precisazioni sul montante pregresso di questo enorme buco”.
In una nota congiunta, i commissari europei Olli Rehn e Antonio Tajani precisano che: “mentre il quadro normativo europeo in tema di sorveglianza di bilancio pubblico non prevede uno speciale trattamento per specifiche voci di spesa che incidono sul debito e sul deficit, il Patto di Stabilità e Crescita permette di prendere in considerazione fattori significativi in sede di valutazione della conformità del bilancio di uno Stato membro con i criteri di deficit e di debito del Patto stesso. In tale ambito, la liquidazione di debiti commerciali potrebbe rientrare tra i fattori attenuanti”.
stando a quanto ha stabilito infatti l’veva infatti fissato al 16 marzo 2013 la data entro cui i Paesi membri avrebbero dovuto recepire la normativa che obbliga le autorità pubbliche a pagare beni e servizi entro un mese o, in circostanze particolari, entro 60 giorni.