ROMA (WSI) – La Cina torna a fare paura. Se nel 2012 gli economisti temevano un rallentamento dell’economia della potenza asiatica più forte del previsto, adesso evidenziano i pericoli secondo cui potrebbe ancora deragliare. Con i prezzi degli immobili alle stelle, il rallentamento della crescita del Prodotto interno lordo e il ricorso al mercato del credito, c’è chi si è messo in allerta.
Secondo l’ultima indagine mensile condotta da Bank of America Merrill Lynch il numero di gestori di fondi che ha una posizione di sovrappeso sulle azioni dei Paesi emergenti si ridotta dal 43% al 34% nel mese di marzo proprio a causa del ritorno dei timori su una brusca flessione in Cina. In particolare la percentuale di chi ritiene plausibile una frenata è salita dal 10% al 18% in questo mese.
Lo spaccato emerso dal sondaggio di Bank of America Merrill Lynch si ritrova anche in uno studio pubblicato dalla casa di investimento giapponese, Nomura, secondo cui l’economia cinese sta evidenziando gli stessi sintomi che hanno innescato la crisi finanziaria del 2008.
Nel report il broker cita il rapido accumulo della leverage finanziaria, unito al calo della crescita economica potenziale e il livello dei prezzi degli immobili elevato.
Non è un caso se dopo un inizio anno positivo, la Borsa cinese ha registrato un calo di oltre il 6% nell’ultimo mese. Per gli analisti tecnici la fase ribassista non è ancora finita: si aspettano infatti una correzione ulteriore fino al 15% per l’indice Shanghai Composite nei prossimi due mesi.