LISBONA (WSI) – Dopo il secco no della corte costituzionale portoghese al programma di austerita’ e tagli alla spesa, la crisi del debito minaccia di tornare a infiammarsi nell’area euro.
L’esecutivo del primo ministro Pedro Passos Coelho dovra’ trovare un modo per trovare i risparmi che servono per riuscire a rispettare le condizioni del piano di aiuti esterni da 78 miliardi di euro.
Il ministro tedesco delle Finanze Wolfgang Schaeuble intanto chiede nuove misure di rigore all’esecutivo del Portogallo. Con ogni probabilita’ per il governo questo vorra’ dire imporre altri tagli in materia di sicurezza sociale, educazione e sanita’.
Passos Coelho ha detto ieri notte che la decisione della corte rappresenta un serio rischio e un ostacolo al progresso del Portogallo nel rispettare gli impegni presi con l’Europa, ma che il governo fara’ “tutto il possibile per evitare un secondo programma di salvataggio”.
Non si e’ fatto attendere il monito della Commissione Ue dopo la sentenza dei giudici: Lisbona rispetti gli impegni presi, “non ci si puo’ permettere di rendere vani i tanti sacrifici dei portoghesi“, mettendo a repentaglio il piano di finanziamenti internazionali.
Il primo ministro per ora ha scelto la strada dei nuovi pesanti tagli alla spesa pubblica. D’altronde bisogna trovare alternative e farlo in fretta.
Secondo fonti vicine al governo il premier avrebbe ventilato la possibilita’ di pagare lo stipendio di un mese a pensionati e funzionari pubblici in titoli del Tesoro.
Alle condizioni attuali, il deficit lusitano chiuderebbe l’anno al 6,3% del Pil rispetto al 5,5% concordato da Bruxelles. Stando cosi’ le cose, gli investitori internazionali potrebbero rifiutarsi di accordare nuovi aiuti a un paese gia’ strozzato dalla recessione.
Gli obiettivi del 2012 non sono stati centrati nonostante gli sforzi e sacrifici della gente, che hanno provocato una vera e propria tragedia sociale nel paese situato lungo la costa occidentale della penisola iberica.
Una soluzione pare a portata di mano: bypassare le misure incostituzionali pagando i funzionari pubblici in titoli pubblici e non euro permetterebbe di risparmiare 1,1 miliardi in spese pubbliche, riducendo il deficit di bilancio statale in maniera considerevole.