ROMA (WSI) – L’export italiano “soffre del modello di specializzazione delle imprese, simile a quello cinese, che punta su settori ‘low-tech’ per la scarsa capacità di innovazione delle aziende”. E’ uno dei passaggi più significativi del rapporto sugli squilibri macroeconomici della Commissione Ue. Che denuncia anche “barriere normative e clima sfavorevole al business”.
Che fare per invertire la rotta
La Commissione chiede all’Italia di “modernizzare il settore dell’istruzione, migliorare con decisione l’ambiente in cui operano le imprese e l’efficienza della pubblica amministrazione“.
Opera incompiuta
L’economia italiana ha nell’alto debito dello Stato, nella perdita di competitività internazionale e nella sua fiacca produttività i suoi maggiori problemi, secondo l’analisi del rapporto sugli squilibri macroeconomici che la Commissione europea ha pubblicato oggi per 13 paesi dell’Ue.
“Sebbene alcune importanti misure siano state prese negli anni scorsi per affrontare questi squilibri, la loro piena attuazione resta una sfida, e c’è ancora margine per ulteriori azioni in molte aree. Nel frattempo, la prolungata crisi ha indebolito la capacità del settore bancario italiano di sostenere gli aggiustamenti economici necessari”, si legge nelle conclusioni del rapporto dedicate all’Italia.
Banche sane ma…
Secondo il rapporto, “le debolezze strutturali presenti da lungo tempo hanno ridotto la capacità dell’Italia di sopportare e assorbire gli shock economici“, nonostante il fatto che il Paese sia entrato nella crisi “con i bilanci del settore privato piuttosto forti e un settore bancario sano”.
La crisi stessa, però, ha messo in luce quelle debolezze strutturali, mentre il Pil si è contratto del 7% in termini reali dalla metà del 2008. E se la Commissione prevede che questa lunga recessione tocchi il fondo a metà 2013, “a condizione che i mercati finanziari siano stabilizzati e che sia ripristinata la fiducia degli investitori”, le condizioni finanziarie dell’Italia “restano fragili” e le prospettive di crescita “fiacche”.
Rischio contagio
“ Il debito elevato resta un grave problema dell’Italia, che è sempre vulnerabile ai repentini cambiamenti dei mercati e permane quindi il rischio di contagio al resto della zona Euro se si dovesse intensificare nuovamente la pressione sul debito italiano”, scrive il report della Commissione Ue.