DAMASCO (WSI) – Mentre proseguono le violenze in Siria e i raid offensivi dell’esercito, le parole del viceministro degli Esteri siriano, Faisal al Miqdad, arrivano come pietre alle orecchie di Gran Bretagna e Francia. “Quei paesi sostengono direttamente e indirettamente al-Qaida nell’escalation della guerra contro la Siria”, ha denunciato l’anziano ministro in un’intervista al quotidiano di Londra, The Guardian, osservando che anche la Giordania si sta avventurando in un gioco pericoloso fornendo le armi ai gruppi ribelli dal suo territorio.
Il ragionamento è chiaro. “Ora che la Siria è stata invasa dagli europei che combattono con al-Qaeda, loro hanno paura. Volevano che i terroristi venissero qui, ma adesso hanno cambiato idea – ha spiegato al Guardian – . Possono tollerare il caos in Siria, cercando di influenzare quello che sta facendo il nostro governo, ma non potranno difendere la loro condotta all’infinito”. Faisal al Miqdad ha bollato Londra e Parigi come i nuovi colonialisti in quanto forniscono sostegno politico e militare ai combattenti che cercano di rovesciare il presidente Bashar al-Assad.
Damasco insiste sulla sua linea definendo questi combattenti terroristi di matrice jihadista. Mentre Gran Bretagna e Francia non hanno mai fatto mistero che stanno cercando di modificare i termini dell’embargo americano sulle armi alla Siria nel tentativo di aiutare i ribelli.
“C’è un grande complotto in atto contro la Siria per costringerla a cambiare le sue linee politiche nei confronti del conflitto arabo-israeliano, perché modifichi la sua posizione sulle questioni arabe, perché instauri un governo che faccia gli interessi degli Stati Uniti, del Regno Unito e della Francia”, ha proseguito come un fiume in piena Miqdad.
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Ma non ancora contento non ha finito qui la sua invettiva: qualche passaggio dopo nell’intervista si è, infatti, scagliato anche contro la Turchia, l’Arabia Saudita e il Qatar, perché agiscono nell’interesse dell’Occidente e contro Israele accusandola di ingerenza nel conflitto.