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“Risk off”: cosa ci dicono il Bund e il Dax di Francoforte

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LEGNANO (WSI) – Mettendo insieme pochi ma validi elementi di analisi diviene verosimile in questi giorni tornare ad utilizzare espressioni come “risk off”, fino ad alcuni mesi fa estremamente abusata nel momento in cui il mercato ci mostrava chiaramente dinamiche di avversione e propensione al rischio che si estrinsecavano in univoci e correlati movimenti di flussi di liquidità verso attività finanziarie ritenute ideali nell’uno o nell’altro caso.

Un primo elemento che portiamo al nostro breve ragionamento richiama uno dei benchmark più importanti di mercato e cioè il Bund tedesco la cui ultima asta ha visto un piazzamento di 3,349 miliardi di euro con un rendimento sceso al minimo storico dell’1,28% dall 1,36% dell’asta di marzo e con il prezzo (il cui andamento è evidentemente correlato inverso con il tasso di rendimento) che pericolosamente si è avvicinato al massimo relativo a 146,50 e a quello storico a 146,90.

Un prezzo così elevato e perciò un rendimento così irrisorio e che appiattisce ancor di più la curva dei tassi nella parte del lungo periodo, considerando l’orizzonte temporale di 10 anni, è il termometro di come gli investitori cerchino ancora porti sicuri per parcheggiare la propria liquidità laddove altre classi di asset finanziari non forniscono determinate garanzie da shock sistemici.

Se a ciò aggiungiamo il recente downgrade della Germania, finora “impeccabile” per solidità dei propri conti e per capacità di generare crescita perfino durante questa crisi, da parte dell’agenzia di rating Egan Jones(la prima che declassò gli Stati Uniti) allora un breve cerchio si chiude.

Il secondo tassello è rappresentato dal ribasso dell’azionario, con proprio il Dax in testa che, dopo il crollo di mercoledì perlopiù legato a possibili rumor proprio su possibili tagli di rating creditizio, ha ieri incrementato le vendite che hanno rotto l’importantissimo livello statico di 7,560 per poi andare ad incagliarsi per ora sull’ottima area di supporto a 7.445 punti. Di concerto si sono mossi i listini azionari, anche essi in sell off, soprattutto per diverse trimestrali piuttosto deludenti (Bank Of America per citare un nome di prestigio).

Un terzo elemento è fornito, ma qui ci vorrebbero le parentesi dato un più ampio discorso che andrebbe articolato a parte, la buona ripresa della quotazione dell’oro che sembra essersi allontanato in maniera importante dai supporti raggiunti durante il crollo della quotazione di inizio settimana in area 1.320 dollari l’oncia; oro che, in qualche modo, a fronte di questi recenti scossoni è stato ritenuto perlomeno nel breve una buona destinazione di investimento in ottica di diversificazione se non piuttosto di copertura.

Questo scenario potrebbe perciò tornare a premiare il dollaro americano a favore della ripresa di quell’importante trend che lo ha visto apprezzarsi contro gran parte delle major negli ultimi sei mesi; il quadro sarebbe avvalorato dai miglioramenti degli Stati Uniti sul fronte che potrebbero rendere sempre più imminenti l’implementazione di una exit strategy dal QE3 da parte della Fed, argomento su cui ci siamo più volte dilungati e che non esisteremo di certo a trattare nelle settimane a venire.

In ultimo vale la pena di citare, per la gioia dei venditori di yen, che al G20 nessuno è sembrato contrario alle politiche monetarie della Bank of Japan verso la quale perfino il Direttore del Fondo Monetario Internazionale Lagarde ha rivolto un plauso. Resterà perciò da valutare da un punto di vista tecnico quando le vendite della valuta nipponica riprenderanno a correre e per questo passiamo alla consueta sezione tecnica.

EurUsd

La figura di correzione che seguiamo da ieri, descritta dal canale rialzista ben visibile su grafico orario e 4 ore, resta ancora valida e potrebbe risultare interessante laddove dovessimo assistere a rotture della trendline rialzista passante in area 1,3050 per proiezioni della figura in grado di condurre il prezzo (previo superamento del livello statico a 1,3040) a 1,30 con possibili estensioni del movimento all’importante 1,2965. Il superamento di 1,3085 (livello di transito della validissima media mobile esponenziale a 21 periodi sul grafico a 4 ore) condurrebbe invece in area 1,3130, invalidando la figura ribassista, per messa di stop in pari e possibilità di rimanere dentro per apprendimenti verso il cruciale livello di 1,32.

UsdJpy

Prosegue, seppur con moderazione, il percorso rialzista del cambio oramai lontano dal minimo relativo a 95,75. Da valutare potenziali rotture al rialzo di 98,60 per quella che poi va ad essere uno spazio libero verso i massimi in area 99,90, movimento rialzista ben supportato dalla trendline di congiunzione dei minimi e dal possibile e verosimile cambiamento di inclinazione positiva delle medie di breve e di lungo del grafico orario ad ora appiattite. Più denso di ostacoli il percorso ribassista che dovrebbe passare per il cedimento del livello dinamico transitante in area 98,30 con contestuale superamento di medie mobili e pivot point e con Risk Reward limitati dati i buoni supporti presenti in area 97,90 e 97,60.

EurJpy

Molto bello il triangolo sviluppatosi sul cross e che potrebbe portare proprio nella mattinata a potenziali break rialzisti con primi obiettivi a 129,70 e più ampi obiettivi sui massimi relativi a 131,20. Ritorni sotto 128,80 ci farebbero invece guardare alla parte bassa della figura con riferimento a 128 e 127,65.

GbpUsd

Ancora rialzista la view generale sul cambio, come ben evidenziato dal canale rialzista in formazione ormai dai minimi a 1,4830. Soffermandosi un attimo sul grafico daily assistiamo a un buon pattern di continuazione di trend con doppio minimo sul supporto statico a 1,5220 nonché punto di passaggio della media mobile esponenziale a 21 periodi. Tutto ciò potrebbe favorire ulteriori incrementi verso 1,5325 in primis. Sul 4 ore resta tuttora valida la divergenza rialzista con l’oscillatore stocastico che potrebbe manifestarsi verso i massimi relativi a 1,54. Sotto 1,5270 buone potrebbero rivelarsi le vendite con obiettivi a 1,5220.

AudUsd

La doji candlestick sul grafico daily mostra come, dopo gli importanti ribassi dei giorni passati, il cambio possa vivere una fase di consolidamento ad ora orientata al rialzo. Bella la divergenza tra prezzo e stocastico che sul 4 ore potrebbe farci riapprezzare l’1,0390, previo superamento dell’importante media a 21 periodi passante per 1,0340. Valutabili invece ingressi short se si dovesse rientrare all’interno della fase congestiva su time frame di breve sotto 1,0330 per prese di profitto a 1,0270.

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