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Letta: agire subito in Europa per evitare “disastro democratico”

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ROMA (WSI) – Il premier Enrico Letta torna piu’ fiducioso dal tour europeo che lo ha visto impegnato da martedi’, data della partenza che ha coinciso con l’incasso della fiducia al parlamento.

L’Italia, secondo Letta, non ha intenzione di chiedere all’Ue una proroga per il conseguimento della riduzione del proprio deficit sotto il 3% del Pil, come hanno fatto altri Paesi dell’Eurozona, ma intende attuare misure per la ripresa economica e contro la disoccupazione giovanile rimanendo “entro i confini” degli impegni già presi con l’Europa.

Il presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, si è detto “molto fiducioso che l’Italia uscirà dalla procedura per deficit eccessivo”, anche se il governo deve ancora “presentare in termini concreti” i dettagli sulle misure economiche di bilancio, che devono essere prima discusse in Parlamento. Barroso lo ha detto durante il punto stampa congiunto con il presidente del Consiglio, dopo il loro incontro di questa mattina a Bruxelles.

Lo stesso Letta ha confermato che l’Italia “manterrà gli impegni presi dal precedente governo con la Commissione” Ue rispetto agli obiettivi sul deficit; “presenteremo le nostre idee su come stare dentro questi impegni”, ha aggiunto il premier che, sull’uscita dalla procedura per disavanzo eccessivo, ha detto: “Noi speriamo in un risultato positivo ma aspettiamo la comunicazione formale della Commissione”.

Barroso ha precisato che questi impegni consistono nel “mantenere il deficit sotto il 3% nel 2013 e conseguire il mantenimento del bilancio strutturale”.

La Commissione, ha concluso, “continuerà a monitorare strettamente la posizione di bilancio dell’Italia, e attende i dettagli” delle misure annunciate, in modo da poterne tenere conto nella sua decisione sulle ‘raccomandazioni specifiche per Paese’, relativamente all’Italia, che saranno presentate il 29 maggio prossimo.

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“Ho ribadito che l’Unione Europea continuerà a sostenere l’Italia nel perseguimento del nostro comune impegno al superamento della crisi economica e nella promozione della crescita e del lavoro; nel fare un uso pieno dell’esistente flessibilità mantenendo al contempo la solidità delle finanze pubbliche”, così il presidente del Consiglio UE Herman Van Rompuy in una nota di commento dopo l’incontro col presidente del Consiglio Enrico Letta.

”Il programma politico ed economico sono stati al centro della nostra costruttiva discussione – ha detto il presidente del Consiglio UE -. Il primo ministro mi ha informato dei principali elementi del suo Governo, in particolare le misure che intende introdurre per rilanciare la crescita economica, per rendere l’Italia piu’ competitiva e per affrontare la difficile situazione sociale e dell’occupazione”.

Van Rompuy spiega anche di ”aver delineato l’agenda di maggio e giugno dei Consigli Europei, incluse le prossime importanti discussioni su energia e tasse, ed il lavoro in corso sulla road map per l’Unione economica e monetaria (Emu), in particolare l’Unione bancaria”.

Il presidente del Consiglio UE spiega di aver ringraziato Letta ”per la sua profonda agenda pro Europa ed il suo fermo impegno a lavorare a fianco con le istituzioni europee e i membri del Consiglio per promuovere un progresso concreto e rapido per il completamento dell’Emu”. Van Rompuy ha espresso inoltre apprezzamento per la visita del premier italiano a Bruxelles subito dopo il voto di fiducia ”chiaro segno dell’impegno a continuare a lavorare in stretta cooperazione con l’Unione Europea”.

INCONTRO LETTA-HOLLANDE – Si è prolungato oltre il previsto l’incontro all’Eliseo fra il presidente del Consiglio Enrico Letta, e il presidente francese, Francois Hollande. Da fonti diplomatiche sul posto si apprende che il “testa a testa” fra Letta e Hollande è andato avanti più di quanto era stato programmato.

L’Italia e’ per la Francia “più che un partner, è un Paese amico – ha detto il presidente francese Francois Hollande – Sosteniamo tutti gli sforzi dell’Italia per superare le sue difficoltà politiche. Difficoltà che oggi sono superate. L’Europa – per Hollande – ha bisogno dell’Italia come l’Italia ha bisogno dell’Europa. E lo stesso vale per la Francia. Siamo legati gli uni con gli altri. L’Europa – ha proseguito il presidente francese – ha l’obbligo di fare il massimo per la crescita e per il lavoro, soprattutto per i giovani. Ci siamo lasciati alle spalle la crisi anche grazie all’Italia. Adesso è necessario raggiungere l’orizzonte dell’equilibrio dei conti pubblici senza tralasciare gli sforzi per la crescita. Al consiglio europeo di Giugno – mha concluso Hollande – dovremo dare segnali per sostenere la crescita”.

“E’ stato un incontro importante e positivo: devo dire che il tasso di soddisfazione da parte mia é del 100%” ha detto in francese il premier Enrico Letta a Parigi dopo il colloquio con il presidente francese Francois Hollande.La disoccupazione, soprattutto quella giovanile, è per Letta “il vero incubo” di questi anni. Letta ha assicurato che l’Italia metterà “la stessa determinazione” per favorire le politiche di crescita così come ha fatto per la stabilità di bilancio. (ANSA)

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di Stefano Montefiori

PARIGI – La conferenza stampa di François Hollande comincia con una battuta sull’infanzia di Letta a Strasburgo, «la sua maestra vuole ricontattarlo e noi possiamo aiutarla», e poi continua esibendo un accordo totale sulle questioni di fondo, la crescita e l’Europa.

L’unico momento di distanza è quando Hollande è chiamato a commentare il sondaggio secondo il quale il 78% dei francesi vorrebbero un governo di unità nazionale, viste le difficoltà del presidente della Repubblica e del suo esecutivo socialista. L’Italia come laboratorio politico, un esempio da seguire?

«I governi di unità nazionale di solito non sono mai una scelta, vengono formati per costrizione, perché non se ne può fare a meno e questo credo sia anche il caso dell’Italia», ha detto Hollande. Che ha proseguito: «Da noi è sufficiente avere la maggioranza assoluta all’Assemblea nazionale per poter governare, non abbiamo un bicameralismo perfetto come in Italia, e credo che il nostro modello funzioni bene. Non è il momento di tentare altre strade, le elezioni hanno dato una maggioranza e un governo molto chiari, possiamo andare avanti».

Hollande ha ricordato la collaborazione con l’Italia che ha portato nel giugno del 2012 al Consiglio europeo decisivo per la stabilità finanziaria, «ma adesso dobbiamo usare gli stessi sforzi, mettere lo stesso impegno al servizio della crescita. Dobbiamo proseguire il più velocemente possibile verso l’unione bancaria, in modo da avere istituti più solidi che possano finanziare le attività imprenditoriali».

Ma è stato il presidente del Consiglio italiano a pronunciare le parole più chiare, e più solenni, su una nuova fase politica a livello europeo. «Il mio viaggio a Berlino, Parigi e Bruxelles, deciso subito dopo la mia nomina, non è un atto di politica estera, è una questione di politica interna, perché le scelte che dobbiamo prendere in Italia saranno inutili se non vengono prese in accordo con il resto dell’Europa. L’Europa deve tornare a essere una speranza per i popoli, non può più essere percepita come una minaccia, come ciò che li fa soffrire. La nostra responsabilità è dare un futuro all’Europa, altrimenti ci aspetta un disastro democratico».

A quel punto Hollande ha aggiunto «siamo a un momento molto importante del nostro incontro, quello in cui ci occupiamo dell’Europa, del suo destino. L’Europa da cinque anni è la regione del Pianeta che conosce meno crescita, e noi dobbiamo reagire. È a Roma che sono stati firmati i Trattati istitutivi, e adesso sono Italia Francia e Germania, i tre grandi Paesi fondatori, a dovere rilanciare il sogno europeo».

Hollande punta su quattro leve: 1) riattivare il patto per la crescita che prevede 100 miliardi da destinarsi allo sforzo produttivo 2) lavorare per ottenere tassi di interessi più bassi (in questo la Francia è in vantaggio, in questo momento finanzia il suo debito ottenendo denaro ai tassi più bassi della sua storia, ndr) 3) coordinare le economie europee, in modo che quelle oggi più solide sappiano rilanciare la domanda e quindi la produzione e le esportazioni di quelle più deboli 4) migliorare la competitività agendo sul costo del lavoro.

Dopo angoscianti mesi di vuoto politico in Italia, la Francia di Hollande dà la sensazione di ritrovare con sollievo e fiducia un alleato importante, una sponda forse decisiva nei confronti della Germania di Angela Merkel.

Ma nei prossimi mesi lo slancio europeista di Enrico Letta, dimostrato nel suo discorso di insediamento a Roma e confermato nella conferenza stampa all’Eliseo, potrebbe creare qualche imbarazzo a Hollande, da sempre scettico sul passo decisivo da fare verso l’unione politica. Su questo aspetto l’Italia sembra più vicina al «federalismo europeo» auspicato da Angela Merkel che alla più fumosa e prudente «integrazione solidale» proposta da Hollande.

Il contenuto di questo articolo, pubblicato da Corriere della Sera – che ringraziamo – esprime il pensiero dell’ autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.

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