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Soros: “Italia non è più artefice del proprio destino”

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NEW YORK (WSI) – I tassi sui bond italiani a 10 anni sono scesi sotto il 4%; lo spread Italia a Germania sempre a 10 anni oscilla attorno a quota 250 punti, a un valore che equivale a meno della metà dei livelli visti durante la crisi di fine 2011, quando l’Italia fu sul rischio di fare crack, attaccata da più parti dalla speculazione. Il governo, alla fine di due mesi concitati post campagna elettorale, è stato formato. Tutto bene, dunque?

Non proprio: intervistato da La Stampa, l’investitore miliardario George Soros crede che la ripresa dei mercati che ha permesso ai costi di finanziamento italiani di scendere negli ultimi mesi non è sostenibile, a fronte di problemi sui fondamentali dell’intera Eurozona che persistono.

La ripresa, ha detto Soros, “non durerà a lungo. Ci troviamo in una situazione molto lontana dall’essere in equilibrio”. La questione, riguardo alla politica italiana, è che il premier Enrico Letta non può ignorare la questione del debito pubblico italiano che, al 130% circa del Pil, è il più alto in Eurozona dopo quello della Grecia; questo, in un’economia che è cresciuta a mala pena negli ultimi due decenni e in un sistema politica disfunzionale.

In una conferenza a Udine, Soros ha detto chiaramente che l’Italia “non è più artefice del proprio destino”, visto che dipende sempre di più dalle azioni coordinate decise dall’Unione europea.