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Casa in affitto, per proprietari Imu costerà 40% in più

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ROMA (WSI) – Quando si compra una seconda casa come investimento, spesso il canone di locazione serve nei primi anni per pagare il mutuo sottoscritto, per trasformarsi poi in un’entrata fissa mensile che – soprattutto di questi tempi – non fa mai male. Tuttavia la casa in affitto comporta anche delle spese, fiscali in primis, che rischiano di annullare i guadagni. Lo sa bene chi dovrà pagare l’Imu sulle abitazioni affittate: secondo Confedilizia, per alcuni la stangata arriverà ad aumenti record del 40%.

L’Ufficio Studi dell’Associazione dei Proprietari di Casa ha pubblicato i dati del suo studio, che ha preso in considerazione un pentavani in affitto di categoria A2, in zona semi-periferica. La simulazione è stata condotta sui capoluoghi di regione, sia nel caso della locazione canone libero (i cosiddetti contratti 4+4) sia a canone concordato (3+2). Il conto corrente dei “padroni di casa” si alleggerirà parecchio, soprattutto a Venezia, Napoli e Campobasso.

Se poi si compara l’attuale spesa con quella prevista dalla vecchia Ici relativa al 2011, secondo Confedilizia gli aumenti arrivano anche al +208% per Milano (contratto libero) e al +2.330% per Venezia (contratto concordato). Come si è arrivati a cifre così esorbitanti?

L’Associazione spiega che l’origine dei rincari è doppia: da un lato c’è il passaggio alle aliquote comunali (innalzate per esigenze di bilancio da parecchi municipi, ndr) che per il primo acconto Imu, mentre l’anno scorso valeva l’aliquota statale del 7,6 per mille. Dall’altro lato, rispetto all’Ici 2011 è cambiato anche il moltiplicatore della rendita catastale, da 100 a 160, dopo l’entrata in vigore del Salva Italia.

Confedilizia denuncia che questi rincari avranno un effetto “particolarmente grave” per le famiglie a basso reddito, che vivono in affitto a canone concordato. L’Associazione auspica che in tutti i Comuni vengano approntati dei correttivi per evitare ripercussioni troppo pesanti su queste categorie, sul modello di alcune grandi città, come Milano e Bari, che hanno ridotto le aliquote in casi come questi (dal 7,6 per mille a, rispettivamente, il 6,5 e il 4 per mille). La maglia nera va invece alla capitale, dove l’aliquota è stata portata addirittura al 10,9 per mille, con aumenti medi del 39% sugli importi Imu da versare.

Lo stesso testo di legge che ha introdotto l’Imu, del resto, prevede che l’aliquota sulla seconda casa scenda al 3,8 per mille qualora sia in locazione, proprio per evitare che l’eccessivo peso fiscale aggravasse il fenomeno degli affitti in nero. Adesso Confedilizia rilancia: sia imposta per legge l’aliquota al 4 per mille per le abitazioni in affitto, a cominciare da quelle a canone calmierato.

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