ROMA (WSI) – Tutti i titolari di conti correnti e conti deposito hanno temuto negli ultimi mesi per la sicurezza delle proprie somme, a causa dell’instabilità finanziaria che ha colpito alcune banche (si pensi, ad esempio, al caso MPS). Forse non tutti però sanno che i depositi bancari sono garantiti dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, una “rete di sicurezza” che rimborsa fino a 100 mila euro in caso di default dell’istituto di credito.
Il FITD è, come si legge sul sito, un “consorzio obbligatorio di diritto privato, riconosciuto dalla Banca d’Italia”, e ad oggi vi aderiscono per legge tutte le banche italiane, comprese quelle online (da Fineco a Ing Direct e molte altre, ndr), eccezion fatta per gli istituti di credito cooperativo, che afferiscono all’analogo Fondo di Garanzia dei Depositanti del Credito Cooperativo.
L’eventuale rimborso viene erogato anche nel caso in cui il conto sia cointestato, dividendolo fra i titolari in base alla giacenza. Per fare un esempio, un conto cointestato fra due persone su cui fossero presenti 100 mila euro verrà risarcito con 50 mila euro per ognuno dei titolari. Se invece la giacenza sullo stesso fosse superiore ai 100 mila euro, ciascun intestatario riceverà 100 mila euro.
Il calcolo del risarcimento deve inoltre essere effettuato tenendo conto di eventuali altri rapporti che lo stesso cliente intrattiene con la banca. Nel caso in cui si possedessero più conti presso lo stesso istituto, il rimborso sarà cumulativo e non supererà comunque i 100 mila euro.
Se, ancora, per una stessa persona fossero attivi più conti in diverse banche, il titolare riceverà un rimborso per ogni istituto aderente al Fondo presso cui ha depositato il denaro, indipendentemente dal numero dei conti attivi.
Il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi copre esclusivamente i conti correnti, i conti deposito liberi e vincolati, i certificati di deposito nominativi e gli assegni circolari, ma non riguarda i dossier titoli (azioni, obbligazioni e Titoli di Stato). Non sono compresi neanche i depositi in oro, in quanto il FITD tutela solo quelli in denaro.
L’unico “difetto” del Fondo è che non prevede un doppio livello di garanzia, come accade negli Stati Uniti in cui il Federal Deposit Insurance Corporation è a sua volta tutelato dalla Federal Reserve. Per questo motivo, è allo studio dell’Unione Europea un sistema di garanzia omogeneo per tutti i Paesi membri, che includa anche l’intervento della Bce secondo regole comuni, magari in concomitanza con l’entrata in vigore della Sepa, l’area unica dei pagamenti, nel 2014.
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