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Obama: Usa, “ora la minaccia è il terrorismo interno”

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NEW YORK (WSI) – “L’America è a un bivio”: così Barack Obama indica la necessità di voltare pagina sul fronte della lotta al terrorismo. Dunque, stop ad attacchi indiscriminati con i droni e via al trasferimento dei detenuti di Guantanamo, con l’obiettivo di arrivare il prima possibile alla chiusura del famigerato supercarcere.

Il presidente americano ridisegna – ma senza stravolgerla – la strategia che ha caratterizzato il suo primo mandato sul fronte della lotta al terrore. “Siamo ancora minacciati, ma la sfida è cambiata”: “Oggi la reale minaccia – spiega dopo gli attacchi di Boston e all’indomani del massacro di Londra perpetrato da due britannici convertiti alla jihad – è il terrorismo interno”.

Nell’attesissimo intervento alla National Defense University di Washington – dove parlando di Guantanamo è stato anche ripetutamente interrotto da una contestatrice – Obama apre dunque una nuova fase.

Fase che nelle sue intenzioni – a dodici anni dagli attentati dell’11 settembre – dovrà portare alla fine di un’era segnata dalla guerra ad al Qaida, ricreando un equilibrio tra “sicurezza nazionale e libertà individuali”.

“I nostri valori fondamentali sono stati spesso compromessi”, ammette il presidente, sottolineando come questo determini sempre più una reazione negativa nel mondo islamico: “L’America non è in guerra con l’Islam”, è il suo messaggio Un discorso di ampio respiro quello del presidente Usa, un’opportunità per rilanciare l’azione del suo secondo mandato presidenziale e anche la sua immagine, un po’ appannata dagli scandali che nelle ultime settimane hanno scosso la Casa Bianca.

Così Obama cerca di imprimere una svolta a due delle questioni più controverse della sua strategia per la sicurezza nazionale. Vuole innanzitutto tener fede a promesse troppe volte fatte ma finora non mantenute. Tra queste la chiusura di ‘Gitmo’, come viene chiamato il carcere speciale della baia di Guantanamo, dove un centinaio di sospetti terroristi di al Qaida da anni vengono tenuti in totale isolamento, in molti casi ancora in attesa di giudizio. A loro sono negati molti dei diritti riconosciuti ai normali detenuti. Per molti si tratta di una vergogna, soprattutto ora che alcuni prigionieri rischiano la vita per uno sciopero della fame che dura da settimane.

“E’ un carcere che non avrebbe mai dovuto essere aperto” e che – afferma Obama puntando il dito sul Congresso – avrebbe dovuto essere chiuso da tempo. Il presidente annuncia quindi che sarà dato il via al trasferimento di alcuni prigionieri nei Paesi di origine, e che sarà nominato un commissario governativo per vigilare. “Ma dove appropriato porteremo i terroristi davanti alla giustizia nei nostri tribunali e davanti al nostro sistema giudiziario militare”, assicura. (ANSA)